La prevenzione della dispersione scolastica: Un impegno del Governo

La prevenzione della dispersione scolastica è una priorità fondamentale del programma del Governo, come spiegato dal Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Per affrontare questo problema, il Ministero sta pianificando una sperimentazione che coinvolgerà 150 scuole selezionate nei luoghi dove la dispersione è più elevata, in particolare al Sud Italia. Questo progetto comprenderà scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.

Classi con numero ridotto di studenti

Nelle scuole primarie, verranno costituite classi con un numero ridotto di studenti, circa 10, per garantire una formazione personalizzata e intensiva da parte di insegnanti altamente qualificati. Nelle scuole medie e superiori, saranno disponibili insegnanti tutor per identificare i talenti e le inclinazioni degli studenti, aiutarli e orientarli. Valditara ha sottolineato che la dispersione spesso dipende da scelte sbagliate e da un orientamento non adeguato, affermando: “È necessario fare di più”.

La contraddizione del Ministro

Tuttavia, Valditara ha recentemente dichiarato che una scuola troppo piena non può essere inclusiva. Quanto tempo fa? Non molto. Da allora, cosa è successo? Perché, lui che rappresentava il cambiamento, ha inspiegabilmente cambiato idea, soprattutto riguardo al Sud, che citava nella sua dichiarazione?

Negli anni, tutti noi siamo stati inondati di discorsi su “didattica personalizzata”, “bisogni specifici” e “scuola inclusiva”. Belle parole, piene e rotonde, che sembrano un sogno. Ma quando si apre la porta di una qualunque aula, la realtà è ben diversa. La trincea inizia con la guerra dei centimetri: ci sono a volte trentuno ragazzini stipati in aule che a malapena ne terrebbero quindici.

La realtà delle aule scolastiche

Ogni studente è un caso a sé, che arriva con un carico emotivo, un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) o una fragilità che richiede discrezione. Ma quando sei in trenta, non puoi permetterti di non correre. Devi macinare programma, chiudere gli occhi e tagliare. Devi sintetizzare, semplificare e sperare. E in quel correre disperato, la prima vittima sacrificale è la cosa che ci tiene vivi: la relazione educativa.

Questa relazione è fondamentale per ogni docente, che sempre più spesso si sente ignorato e dimenticato. È quella voce che costringe il docente a fermarsi e chiedere: “Ehi, cosa sta succedendo?”. O a spiegare quel voto. Ma quando devi gestire il rumore della folla, rischi di perdere il sussurro di chi ha davvero bisogno.

La questione della dispersione scolastica richiede un’attenzione urgente e misure concrete. Solo attraverso investimenti e politiche adeguate sarà possibile garantire un’istruzione di qualità per tutti, promuovendo un sistema educativo inclusivo e attento alle esigenze di ogni studente.

Francesca Gabriele

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