Lo sciopero degli studenti del 14 e il Climate Pride del 15 novembre. Le mobilitazioni continuano e lasciano ben sperare
Il 14 novembre 2025 ha visto le studentesse e gli studenti scendere in piazza in più di 60 città italiane durante lo sciopero studentesco per il diritto ad un altro futuro: una mobilitazione capace di far convergere le rivendicazioni sul diritto allo studio, il contrasto all’autoritarismo in atto nelle scuole e nelle università, contro le politiche regressive dei ministri Valditara e Bernini, contro il riarmo e il genocidio a Gaza, con le battaglie ambientali e di contrasto alla crisi climatica.
In uno scenario di lento e costante disinvestimento e precarizzazione dell’istruzione e della ricerca pubbliche, di vetusti autoritarismi e restringimenti degli spazi democratici, cresce e si diffonde la consapevolezza degli studenti e dei lavoratori che le politiche per il riarmo, non a caso, sono contestuali alla messa in discussione a livello nazionale come a livello europeo della transizione ecologica. Transizione che non può sostanziarsi con una politica di micro-bonus a pioggia, ma che, per essere efficace e credibile, dovrebbe prevedere investimenti mirati, innovazione, ricerca e formazione.
Mentre l’andamento del Pil si attesta su una crescita dello 0 virgola, con salari che indietreggiano di profitti e rendite ormai stratosferiche di pochi, con temperature ed eventi estremi in crescita esponenziale, non è ammissibile che l’unico investimento che si prospetta è quello del riarmo e che l’unico futuro possibile sia quello di “prepararsi alla Guerra”.
Come per lo sciopero studentesco del 14 novembre, la FLC CGIL ha sostenuto e ha partecipato anche sabato 15 novembre al
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