Didattica a sei zampe
di Bruno Lorenzo Castrovinci
Didattica a sei zampe
Esperienze educative con animali nella scuola del primo ciclo
di Bruno Lorenzo Castrovinci
Un tempo il contatto con la natura e con gli animali era parte integrante della vita quotidiana. Oggi, salvo pochi animali domestici accolti da famiglie che dispongono di tempo e spazio, il mondo animale resta spesso confinato ai libri, ai documentari o a rare visite in parchi e aree attrezzate. Eppure gli animali hanno sempre accompagnato la nostra evoluzione, insegnandoci empatia, rispetto e capacità di relazione, valori essenziali in un’epoca in cui la tecnologia rischia di isolarci.
In questa direzione si muove la didattica a sei zampe, un approccio innovativo che porta in classe animali vivi e presenti come mediatori pedagogici capaci di abbattere barriere comunicative e creare un clima sereno e inclusivo. La loro presenza stimola curiosità, partecipazione e apprendimento autentico, rafforzando valori come la cura e la responsabilità verso ogni forma di vita.
Fondata su un solido quadro teorico che unisce pedagogia, psicologia e neuroscienze, la didattica a sei zampe richiama Dewey e la centralità dell’esperienza diretta, Montessori e l’attenzione alle relazioni, Vygotskij e il concetto di zona di sviluppo prossimale, Gardner e le intelligenze multiple, Levinson e i benefici della pet therapy, fino a Temple Grandin, che ha evidenziato il ruolo degli animali nel rafforzare sicurezza e autostima.
Più che un metodo, è un’esperienza educativa trasformativa: unisce mente e cuore, sapere e vita, restituendo agli studenti un legame autentico con la natura e ricordando che educare significa anche insegnare ad amare e proteggere il mondo che ci circonda.
La presenza degli animali come risorsa educativa
Introdurre gli animali nelle attività scolastiche della scuola del primo ciclo significa arricchire l’ambiente di apprendimento con stimoli emotivi, cognitivi, sensoriali e relazionali che sostengono una crescita armoniosa, equilibrata e completa dei bambini, intervenendo allo stesso tempo sullo sviluppo affettivo e sociale.
La cosiddetta didattica a sei zampe valorizza e rinnova il legame profondo e ancestrale tra l’essere umano e il mondo animale, trasformandolo in un’occasione concreta per sviluppare empatia autentica, rispetto profondo, senso di responsabilità, capacità di cooperazione, gestione consapevole delle emozioni e resilienza di fronte alle difficoltà.
Il contatto diretto, costante e strutturato con un animale stimola curiosità, meraviglia e capacità di porre domande significative, promuove l’osservazione attenta e metodica, il pensiero critico e la riflessione sulle interconnessioni tra esseri viventi e ambiente. Inoltre, queste esperienze favoriscono la costruzione di una consapevolezza ecologica e di un’etica della cura.
In questo modo la relazione con l’animale diventa un canale privilegiato non solo per trasmettere conoscenze, ma per costruire un contesto educativo vivo, partecipato e inclusivo che va oltre la semplice trasmissione di contenuti, sostenendo un apprendimento trasformativo capace di incidere sul comportamento e sui valori personali a lungo termine.
Il valore pedagogico della relazione con l’animale
La presenza di un cane, di un gatto o di altri animali addestrati a interagire con i bambini non rappresenta soltanto una scelta motivazionale, ma costituisce una strategia educativa fondata su solide evidenze scientifiche, supportata da numerosi progetti sperimentali e validata da ricerche in diversi ambiti disciplinari, dalla psicologia dello sviluppo alla pedagogia speciale.
Autori come Boris Levinson, considerato il pioniere della pet therapy, hanno evidenziato il potere dell’animale come facilitatore di relazioni e motore di sviluppo emotivo, mentre studi di Temple Grandin hanno approfondito il ruolo degli animali nel promuovere sicurezza e autostima nei bambini. Gli studi dimostrano come il contatto regolare e mediato con gli animali favorisca in modo significativo lo sviluppo socio-emotivo, stimolando empatia, cooperazione, comunicazione assertiva e capacità di gestione equilibrata delle emozioni, anche in contesti di stress o conflitto.
Il rapporto con l’animale diventa un laboratorio naturale di competenze relazionali, poiché i bambini imparano a rispettare i tempi e le esigenze dell’altro, a leggere e interpretare segnali non verbali complessi, ad assumersi piccoli incarichi di cura e a esercitare un senso di responsabilità duraturo. Questo apprendimento si riflette non solo nei rapporti interpersonali e nel comportamento sociale quotidiano, ma anche nella capacità di trasferire tali abilità in contesti diversi, come il lavoro di gruppo, la gestione delle regole e la risoluzione pacifica dei conflitti.
Apprendimento esperienziale e inclusione
La didattica a sei zampe si inserisce perfettamente nei principi dell’apprendimento esperienziale, come teorizzato da John Dewey e successivamente approfondito da David Kolb, poiché coinvolge direttamente i sensi, le emozioni e la dimensione corporea del bambino, creando un legame concreto e profondo tra conoscenza e vissuto personale.
Attraverso attività guidate e calibrate come la lettura ad alta voce al cane per migliorare la fluidità, l’espressività e la capacità di modulare la voce, la cura quotidiana dell’animale come occasione per sviluppare competenze di organizzazione, responsabilità e gestione del tempo, o l’osservazione sistematica e documentata dei suoi comportamenti per stimolare la capacità di analisi, l’attenzione ai dettagli e l’attitudine alla ricerca, i bambini sperimentano modalità di apprendimento attivo, partecipato e motivante, in linea con il principio del learning by doing.
Questa metodologia, quando inserita in un quadro pedagogico strutturato e sostenuta da un ambiente inclusivo, si rivela particolarmente efficace nei contesti di inclusione, poiché la presenza rassicurante, accogliente e priva di giudizio dell’animale favorisce l’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, riduce l’ansia da prestazione, incoraggia l’interazione spontanea anche tra compagni che normalmente faticano a relazionarsi e promuove la partecipazione di tutti, contribuendo a creare un clima di classe coeso, solidale e orientato alla collaborazione.
Esempi di attività didattiche con gli animali
Le esperienze di didattica a sei zampe possono assumere forme diverse e complementari in base agli obiettivi formativi, adattandosi a contesti e discipline differenti, e rispecchiano un approccio trasversale come indicato anche dalle teorie dell’apprendimento situato di Jean Lave e Etienne Wenger. In ambito linguistico, i bambini possono leggere storie ad alta voce al cane, migliorando pronuncia, espressività, fluidità e sicurezza, oppure inventare racconti ispirati alle avventure dell’animale, stimolando creatività e scrittura narrativa secondo quanto suggerito dalla pedagogia narrativa di Bruner.
In educazione scientifica, l’osservazione sistematica del comportamento animale diventa un laboratorio vivo per comprendere concetti di biologia, ecologia e etologia, con la possibilità di tenere diari di osservazione e schede di rilevazione dati, in linea con il metodo scientifico sperimentale. Attività come la cura dell’animale, dalla pulizia alla preparazione del cibo, stimolano senso di responsabilità, competenze organizzative e capacità di pianificazione, richiamando il concetto montessoriano di “cura dell’ambiente” e “cura di sé”.
Progetti artistici possono includere il disegno, la pittura o la fotografia degli animali, lo studio delle loro forme e movimenti, o la realizzazione di elaborati multimediali, sviluppando creatività e capacità di osservazione. Anche i giochi di squadra guidati con il cane, come percorsi a ostacoli o staffette, favoriscono la cooperazione, il rispetto delle regole e il problem solving di gruppo, avvicinandosi alle pratiche ludico-educative descritte da Piaget. Questi esempi dimostrano come la presenza dell’animale possa essere integrata in più discipline e approcci, trasformando l’apprendimento in un’esperienza completa, multisensoriale e profondamente coinvolgente, capace di lasciare tracce durevoli nella memoria emotiva e cognitiva dell’alunno.
Benefici emotivi e cognitivi
Gli animali a scuola offrono ai bambini un punto di riferimento affettivo stabile, rassicurante e privo di giudizio, che diventa una fonte costante di sostegno emotivo e un catalizzatore di relazioni positive. Dal punto di vista neuroscientifico, il contatto con un animale attiva circuiti cerebrali legati alla ricompensa e alla regolazione emotiva, stimolando il rilascio di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, che incidono positivamente sull’umore e sulla motivazione.
Questa presenza contribuisce a ridurre il senso di isolamento, favorisce il senso di appartenenza e incoraggia comportamenti prosociali come la condivisione e la cooperazione, in linea con le teorie di Lev Vygotskij sul ruolo del contesto sociale nello sviluppo. La semplice interazione con un cane o un altro animale amichevole può abbassare i livelli di cortisolo, favorire il rilascio di endorfine e ossitocina, stabilizzare il battito cardiaco e la pressione sanguigna, migliorare la concentrazione e aumentare la motivazione, creando un clima di classe più sereno, collaborativo e aperto al dialogo.
A livello cognitivo, le attività legate alla didattica a sei zampe stimolano aree corticali deputate al linguaggio e alla memoria, migliorano le funzioni esecutive come pianificazione e autocontrollo, arricchiscono il lessico, allenano l’ascolto attivo e la capacità di porre domande, e favoriscono la comprensione di concetti scientifici legati alla biologia, all’ecologia e alla cura degli esseri viventi.
L’esperienza diretta e continuativa consolida questi apprendimenti attraverso la memoria episodica e procedurale, rinforzando il legame tra teoria e pratica e sviluppando competenze trasversali che restano patrimonio del bambino anche oltre l’ambiente scolastico, in coerenza con gli studi di Howard Gardner sull’intelligenza naturalistica e interpersonale.
A scuola con gli amici a quattro zampe: esperienze e buone pratiche in Italia
Il progetto “Scuola a 6 zampe” dell’associazione Le nostre orme di Novate Milanese (MI)rappresenta un originale approccio educativo che valorizza la relazione tra bambini e cani come strumento di crescita personale e sociale. Realizzato in contesti scolastici e ricreativi, il percorso viene strutturato insieme a insegnanti ed educatori per raggiungere obiettivi specifici, trasformando il cane in un “maestro” capace di stimolare curiosità, empatia e collaborazione. Le esperienze portate avanti in Lombardia, come al Nido d’infanzia Il sentiero delle Favole di Sesto San Giovanni, al Nido La casa di Pisolo e Pandina di Nova Milanese e in scuole primarie come l’Istituto Italo Calvino e la Scuola elementare De Marchi di Paderno Dugnano, hanno dimostrato come il contatto con l’animale favorisca la partecipazione attiva, l’inclusione e il rispetto della diversità.
Un esempio particolarmente virtuoso proviene dal contesto Eoliano dell’Istituto Comprensivo Lipari n. 2, dove il dirigente scolastico Renato Candia ha introdotto, in modo continuativo, la presenza del suo cane Terranova di colore nero, adottato dall’istituto dopo un abbandono. Ogni mattina, l’animale accoglieva alunni, docenti e famiglie, trasformando l’ingresso a scuola in un momento di gioia condivisa e rafforzando il senso di comunità. La sua costante interazione con i bambini stimolava benessere emotivo e regolazione affettiva, grazie alla produzione di ossitocina, serotonina e dopamina, e contribuiva a sviluppare resilienza, autostima e capacità relazionali.
Anche in altre regioni si stanno diffondendo progetti simili: nelle province di Lecco e Monza, l’ATS Brianza ha realizzato percorsi di Educazione Assistita con gli Animali in 18 scuole, coinvolgendo oltre 1 200 bambini e promuovendo una corretta comunicazione con i cani, senso di responsabilità e rispetto reciproco; a Crotone, l’Istituto Comprensivo Vittorio Alfieri ha ospitato l’iniziativa “A 6 zampe” dell’associazione Cani da Salvataggio, che ha unito lezioni teoriche e attività pratiche con cani addestrati, per insegnare ai più piccoli come gestire e comprendere l’animale.
Queste esperienze, pur diverse nella modalità e nel contesto, mostrano un filo conduttore comune: il cane, quando introdotto in modo strutturato e consapevole nella vita scolastica, diventa un potente facilitatore di relazioni, un educatore silenzioso capace di insegnare valori fondamentali come empatia, rispetto e cooperazione, contribuendo a radicare nella scuola un modello di convivenza fondato sulla cura reciproca.
Prospettive e continuità educativa
Perché la didattica a sei zampe sia davvero efficace è necessario che venga inserita in un progetto strutturato, ben pianificato e supportato da un’adeguata formazione degli insegnanti, con obiettivi chiari, verificabili e coerenti con le finalità educative della scuola. Le attività devono essere calibrate all’età, alle competenze e ai bisogni formativi degli alunni, garantendo progressione e adattabilità nel tempo.
La collaborazione sinergica con educatori cinofili, veterinari, psicopedagogisti e, quando possibile, anche con le famiglie, garantisce non solo la sicurezza e il benessere degli animali e dei bambini, ma arricchisce l’esperienza di competenze trasversali e prospettive multidisciplinari che spaziano dalle scienze alla letteratura, dall’educazione civica alle arti espressive.
È fondamentale che i docenti dispongano di strumenti concreti, linee guida operative e materiali didattici per integrare questa metodologia nelle discipline curricolari, creando collegamenti tra scienze, educazione civica, linguaggio e arte, ma anche favorendo percorsi interdisciplinari più ampi. La continuità del progetto nel tempo consente di consolidare i risultati ottenuti, monitorare i progressi con strumenti di valutazione qualitativi e quantitativi e radicare nei bambini una cultura profonda, duratura e interiorizzata del rispetto, della cura e della responsabilità verso tutte le forme di vita.
Conclusioni
La didattica a sei zampe rappresenta un’opportunità preziosa per trasformare la scuola in un luogo dove il sapere si intreccia con il sentire, e dove l’apprendimento diventa esperienza di vita. La relazione con gli animali insegna ai bambini a guardare il mondo con occhi più attenti e rispettosi, alimentando la capacità di prendersi cura dell’altro. In un’epoca segnata da ritmi frenetici e da una crescente distanza dalla natura, riportare nella quotidianità scolastica la presenza di un animale significa restituire centralità alle relazioni autentiche e ai valori che formano cittadini consapevoli e responsabili.
Febbraio 2025 – XXX Anno
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