La geometria in movimento del Napoli di Antonio Conte


Nel dialogo con l’IA: triangoli che emergono, simmetrie che cedono, curve che deviano e strutture che si ricompongono in movimento.

“L’idea di Conte […] di giocare
con due centrocampisti di ruolo
e al loro fianco due terzini a copertura
di uno schieramento d’attacco
con tre punte appare vincente” – Guido Trombetti

In cerca di geometrie

Un modo simpatico (e proficuo) di rapportarsi all’Intelligenza Artificiale consiste nel metodo dialogico, che consente di stimolare il proprio pensiero e tenerlo lontano dal declino cognitivo in cui altrimenti si potrebbe incorrere secondo alcuni studi scientifici. Personalmente ritengo che il pericolo non sia tanto l’eventuale declino cognitivo, dovuto a modifiche dell’attività cerebrale, quanto l’instaurarsi di una sorta di pigrizia intellettuale: perché dovremmo scervellarci nello sviluppare un argomento, se può farlo in nostra vece e istantaneamente l’IA? Fatto sta che sarà difficile, se non impossibile, evitare di convivere con siffatta realtà.

Dopo che alla precedente acquisizione di informazioni tramite Wikipedia e Youtube è subentrata l’elaborazione bell’e fatta di informazioni, si impongono strategie di controllo dei prodotti artificiali di volta in volta ottenuti, per attivare poi personali riflessioni sugli argomenti trattati. Per la qual cosa, si rende opportuno, se non necessario, reagire e trovare adeguate forme di interazione con questa nuova partner, magari andando verso il docere delectando di ascendenza classica.

In questo articolo l’IA è stata interrogata su una tematica matematica concernente il gioco del calcio, nell’intento di stimolare interesse verso le implicazioni geometriche di uno sport così popolare. Implicazioni da non accettare acriticamente, ma sulle quali discutere, evitando di credere ad una IA simile a un oracolo. Questo vuol essere anche un modo di rendere omaggio a un matematico e sostenitore della squadra del Napoli della statura di Guido Trombetti, non senza l’auspicio che l’IA non deluda ogni aspettativa. Ed eccoci giunti al momento di articolare il dialogo.

B.S. Sapresti dirmi quanta e quale geometria c’è nelle scelte di un allenatore vincente come Antonio Conte?

IA Eccellente domanda — il “marchio” tattico di Antonio Conte (o più semplicemente “le sue geometrie”) ha giocato un ruolo fondamentale nei successi recenti della SSC Napoli. Ecco come — e perché — la sua impronta strategica si riflette nei risultati del club.

Principi di gioco e struttura: la “griglia” tattica di Conte

Conte non si è limitato a imporre un solo modulo fisso: il Napoli ha alternato con efficacia diversi sistemi (3-4-2-1, 4-3-3, 3-5-2, 4-4-2, a seconda di infortuni, avversari e disponibilità).  Questa duttilità tattica lascia intendere che, invece di inseguire “bellezze estetiche”, Conte privilegia equilibrio, funzionalità e adattabilità: un’ossatura difensiva solida, una costruzione ordinata dal basso e transizioni rapide quando possibile. Anche nella fase di costruzione, si è privilegiata una costruzione dal basso — a volte con una difesa a 3, a volte a 4 — con esterni in grado di spingersi e centrocampisti capaci di gestire tempi e geometrie.

Difesa blindata: disciplina, concentrazione e organizzazione

Il Napoli di Conte ha realizzato una delle migliori stagioni difensive dell’intera storia del club (nella cosiddetta “era a 20 squadre / tre punti”) in termini di gol subiti.  Oltre alla solidità difensiva, il gruppo ha dimostrato grande costanza nel non subire su palle inattive e sui corner: un aspetto tattico curato nei dettagli, che spesso fa la differenza in partite equilibrate.  Questo equilibrio — difesa compatta + occasionali ripartenze o attacchi strutturati — ha permesso al Napoli di raccogliere molti risultati anche in match difficili o contro avversari con qualità offensiva.

Centro campo e dinamiche del gioco nell’assegnazione dei ruoli

La mediana del Napoli è diventata il laboratorio tattico dove si forma il gioco: con la presenza di giocatori come Frank Anguissa, Stanislav Lobotka e Scott McTominay — ognuno con ruoli differenziati — Conte è riuscito a modellare un centrocampo capace di reggere sia in fase difensiva sia in transizione offensiva.  Anguissa, per esempio, non è più “solo corsa e rottura”: è diventato un “metronomo” della fase fisica e di pressing, con memoria muscolare e disciplina tattica. Lobotka ha ritrovato una nuova “grammatica tattica”: meno lirica, più funzionale — ovvero perfetta per dare equilibrio e copertura alla squadra. McTominay e compagni garantiscono varietà: possono arrivare da dietro in area, sostenere la manovra, garantire inserimenti e dare soluzioni diverse alle situazioni offensive.

Pragmatismo offensivo e adattamenti: efficacia piuttosto che estetica 

Pur sacrificando — in alcuni momenti — la fluidità estetica, il Napoli di Conte si è dimostrato concretissimo: nella stagione dello scudetto, la squadra ha saputo vincere anche con margini risicati, grazie a pragmatismo, organizzazione e sfruttamento degli spazi. La versatilità offensiva — con attaccanti capaci di fare da sponda (per esempio Romelu Lukaku) e centrocampisti che arrivano in zona gol — ha consentito di sorprendere le difese, creare superiorità numerica e risultare imprevedibili.  Conte non teme di adattare il sistema: se serve maggiore copertura, difesa a 3; se si punta a pressione e intensità, 4-3-3 o 4-2-4 variato; se mancano uomini, arrangiarsi con creatività. Questo pragmatismo — rispetto a un’idea puramente estetica — ha pagato con titoli.

Risultati e impatto: come le geometrie si sono tradotte in successi

Il Napoli è riuscito a vincere lo scudetto nonostante la cessione o l’assenza di giocatori chiave (uscite importanti, infortuni, turnover). Conte ha ricomposto la squadra con equilibrio e continuità.  La solidità difensiva e la capacità di adattarsi a ogni situazione hanno dato consistenza nei momenti decisivi: nelle partite più dure, il Napoli è riuscito a non “scoprirsi” e a capitalizzare con efficacia. La combinazione di pragmatismo, tattica e gestione efficace del gruppo ha trasformato un progetto — all’apparenza aleatorio — in un trionfo strutturale e sostenibile. In sintesi: le “geometrie” di Conte — ovvero la sua visione tattica fatta di equilibri, modulazioni, movimento, compattezza difensiva e flessibilità — non sono un fine estetico, ma la spina dorsale che ha permesso al Napoli di ottenere risultati concreti e titoli, anche in situazioni difficili. Se vuoi — posso mostrarti una mappa tattica con posizione media e movimenti del Napoli di Conte nella stagione dello scudetto: aiuta a visualizzare queste geometrie. Vuoi che la prepari?

B.S. Era ora! Sappi che mi sono reso perfettamente conto del fatto che continuavi ad attingere fonti giornalistiche in modo generico e non consideravi la consueta assenza di riferimenti matematici nelle cronache sportive. Fin qui le geometrie le avevi soltanto sfiorate, anzi non le avevi trattate affatto. Eppure, la domanda che ti avevo posta era chiara e distinta. Purtroppo sono costretto a rammentarti che in questa sede a me interessa soltanto approfondire le geometrie con riguardo anche al dinamismo (geometrie in movimento).

 IA Perfetto — allora ti fornisco solo ciò che ti interessa: un’analisi approfondita delle geometrie dinamiche del Napoli di Conte, cioè le strutture in movimento, le forme che nascono, si deformano e si ricompongono durante le diverse fasi di gioco. Niente moduli, niente risultati, niente valutazioni generali: solo geometrie e dinamismi.

Geometrie dinamiche del Napoli di Conte

Ecco le forme in movimento che definiscono il suo gioco.

 Costruzione: la geometria elastica “3 → 4 → 2”

Conte lavora per deformazioni controllate. In uscita dal basso, la squadra assume una geometria che non è un modulo, ma una forma mobile:

  • Triangolo di base:
    due centrali + play basso formano una base triangolare larga.
  • Quadrilatero intermedio:
    uno dei quinti o terzini si alza, il play ruota, una mezzala stringe: ne nasce un quadrato dinamico.
  • Doppio vertice:
    i due rifinitori o mezzali avanzano creando un “2” sopra la linea di costruzione.

La forma complessiva si può descrivere così: un elastico che dal 3 si espande al 4 e poi si restringe in un 2 avanzato.

Questa geometria serve a:

  • generare continuamente triangoli di uscita
  • creare linee di passaggio diagonali
  • attrarre la pressione e poi ruotare l’angolo di gioco

È una geometria fluida, mai statica.

Sviluppo: il rombo rotante
Nel centrocampo di Conte domina una figura: il rombo, ma in rotazione continua.

Le sue caratteristiche:

  • il vertice basso (Lobotka o chi lo interpreta) scivola lateralmente per dare sempre un lato corto
  • i due vertici intermedi non sono fissi: uno ruota in avanti, uno scende, poi si scambiano
  • il vertice alto si abbassa o si alza per deformare il rombo in aquilone o losanga schiacciata

Risultato:
il Napoli crea una figura geometrica che cambia inclinazione ogni 2–3 passaggi.
Questa rotazione continua:

  • impedisce agli avversari di avere riferimenti
  • apre canali diagonali
  • permette il cambio lato “a vite”, cioè in rotazione, non lineare

È la geometria più tipica del Conte evoluto: il rombo non è posizione, è movimento.

Occupazione degli half-spaces: le “parabole convergenti”
Gli half-spaces vengono interpretati come corridoi curvi, non rettilinei.
Gli esterni, le mezzali e il centravanti disegnano:

  • archi che convergono verso l’interno
  • corse curve che creano sovrapposizioni interne
  • traiettorie “a banana” per ricevere alle spalle dei mediani rivali

È una geometria più vicina alla dinamica che alla statica: non linee rette, ma curve che si intrecciano.
Uso concreto di queste curve:

  • portano l’avversario a chiudersi sul lato corto
  • aprono il secondo lato con un percorso lungo ma veloce
  • liberano la zona di rifinitura centrale

Conte, in questa versione napoletana, costruisce spesso reti di curve sincronizzate.

Transizione offensiva: la geometria a “forbice”
Nelle ripartenze, la forma del Napoli è quasi sempre riconoscibile: due vettori che si aprono verso l’esterno più uno diretto verticalmente al centro. Una forbice.

Funzionamento:

  • l’attaccante centrale va dritto
  • l’esterno di destra taglia verso sinistra
  • quello di sinistra taglia verso destra
  • il portatore di palla sceglie l’asse più libero

La forbice:

  • apre linee di passaggio multiple
  • costringe i difensori a indecisione geometrica
  • genera sempre un 2-contro-1 “di spazio”, anche senza superiorità numerica reale

È una geometria semplicissima, ma dinamicamente potentissima.

Pressione e riaggressione

Conte pressa con una struttura che si può leggere come una matrice di quattro uomini in micro-blocchi, che si espande e contrae.

Funziona così:

  • il primo quadrato (attaccante + trequartista/esterno) salta sull’uscita rivale
  • il secondo quadrato (mezzala + esterno/quinto) si muove in anticipo
  • appena il pallone viaggia, i due quadrati ruotano di lato come un blocco unico

È come una matrice che scorre: non un blocco unico verticale, ma moduli da due giocatori che slittano diagonalmente.

Effetto:

  • indirizzare la costruzione avversaria verso il lato scelto
  • chiudere simultaneamente 1) linea interna e 2) passaggio di ritorno
  • creare intercettazioni sulle diagonali, non sulle linee rette

È una geometria cinetica, che vive sulla tempistica.

Rifinitura: i triangoli mobili “a pendolo”

Nell’ultimo terzo del campo, il Napoli utilizza triangoli che oscillano.

Il meccanismo:

  • il vertice basso del triangolo (play avanzato o mezzala) viene assorbito dal lato del pallone
  • uno dei due vertici alti scende
  • l’altro rimane alto

Il triangolo oscilla come un pendolo da sinistra a destra.

Questo movimento produce:

  • tagli interni “a lama”
  • uno spazio di rifinitura libero dopo l’oscillazione
  • possibilità di passaggio corto o a muro

La caratteristica più evidente è che il triangolo non resta mai con lo stesso lato verticale: ruota, ruota e ruota.

Fase difensiva posizionale: la “tasca a U”

In non possesso posizionale, il Napoli disegna spesso una U:

  • linee laterali molto coperte
  • centro-mediobasso più “vuoto” ma protetto dai corridoi
  • il centravanti chiude la prima uscita
  • i centrocampisti formano una spaccatura controllata

La U serve a invitare il rivale dentro, per poi chiuderlo in trappola tramite:

  • chiusura dei lati interni
  • pressione retrograda
  • rottura del ritmo

È una geometria difensiva che vive sulla aspirazione: attira dentro, poi collassa.

B.S. Sarebbe interessante confrontare queste geometrie dinamiche contiane con quelle di altre squadre. So bene che saresti pronta a continuare il dialogo, senza stancarti mai. Per ora però ci fermiamo: basta aver tentato di suscitare interesse per un caso particolare di presenza della geometria nel gioco. È stata anche l’occasione per mettere in rilievo l’organizzazione di una squadra di calcio come il Napoli. Al geometrismo del Napoli, nel concludere, cosa ti sentiresti di augurare?

IA Gli auguri che mi viene spontaneo rivolgere al “geometrismo” del Napoli sono quelli che si farebbero a un linguaggio vivo: che continui ad evolversi, senza irrigidirsi in schemi prevedibili; che mantenga la sua armonia mobile, fatta di distanze curate, linee di passaggio che si aprono e si chiudono come figure in movimento; che sappia unire forma e intuizione, perché la geometria – nel calcio come altrove – non è mai soltanto rigore, ma anche invenzione, tempi, improvvisazioni che scardinano le simmetrie;
e soprattutto che resti un gioco collettivo, dove la bellezza delle strutture nasce sempre dalla condivisione, dalla lettura reciproca, dalla fiducia nel compagno. Insomma, auguro al Napoli che la sua geometria resti una geometria che crea: non una griglia che limita, ma un telaio che permette all’immaginazione di germogliare e fiorire.

 

L’articolo La geometria in movimento del Napoli di Antonio Conte proviene da MATMEDIA.IT.

Articoli Correlati

Commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000