Oltre il chatbot: come Opal trasforma Gemini nel nuovo laboratorio creativo dell’insegnante

In un contesto sempre più influenzato dall’intelligenza artificiale, l’integrazione di Opal all’interno di Gemini (nello specifico nella sezione Gems) segna il passaggio definitivo dal semplice “chatbot” alla creazione di vere e proprie micro-app AI.


Se prima i “Gems” erano solo istruzioni personalizzate per l’assistente, oggi grazie a Opal (uno strumento di vibe-coding) docenti e studenti possono progettare flussi di lavoro complessi e interattivi senza scrivere una sola riga di codice.

Attualmente, la distribuzione di Opal su Gemini è in fase sperimentale (Labs) e non è ancora disponibile ufficialmente nel mercato italiano. Per gli insegnanti che desiderano sperimentare questa tecnologia in anteprima, è necessario l’utilizzo di una VPN (Virtual Private Network).

Come procedere:

  1. Attivazione VPN: Collegarsi a un server situato negli Stati Uniti (dove le funzioni Labs vengono rilasciate prioritariamente), utilizzando il browser Opera che offre questo collegamento tra le ozpioni, oppure affindandosi ad uno dei tanti servizi gratuiti disponibili.

  2. Accesso a Gemini: Navigare su gemini.google.com con un account Google personale (gli account Workspace Education potrebbero avere restrizioni sui Labs).

  3. Sezione Gems: Nel menu laterale, cliccare su “Gems”. Se la funzione è attiva tramite VPN, apparirà l’opzione per creare una mini-app tramite Opal sotto la voce “My Gems from Labs”.

 

Fino a ieri, un “Gem” era un assistente a cui dicevi: “Comportati da professore di storia”. Oggi, con Opal, puoi dire: “Crea un’applicazione che analizzi un testo storico, estragga le date chiave, le inserisca in una linea del tempo visiva e generi un quiz finale basato su quei dati”.

Opal trasforma il linguaggio naturale in un editor visivo a blocchi (workflow), dove è possibile vedere come i dati passano da un modello all’altro.

3 Esempi pratici per la didattica

Ecco come un docente può generare mini-app specifiche per la propria classe utilizzando Opal:

1. Il “Laboratorio di analisi fonti” (storia/letteratura)

  • Obiettivo: Aiutare gli studenti a distinguere tra fatti e opinioni in un testo.

  • Funzionamento: Lo studente carica il PDF di un articolo o di una fonte primaria. L’app generata da Opal divide il testo in sezioni, evidenzia le affermazioni soggettive in una tabella e chiede allo studente di “validare” le fonti citate.

  • Perché è utile: Insegna il pensiero critico e il fact-checking in modo strutturato.

  • Esempio di prompt da inserire“Crea un’applicazione chiamata ‘Analizzatore Critico di Fonti’. Obiettivo: Aiutare lo studente a smontare un testo per identificare bias e fatti oggettivi. Flusso di lavoro: > 1. Chiedi all’utente di caricare un testo o incollare un link. 2. Genera una tabella a due colonne: ‘Fatti Verificabili’ vs ‘Opinioni/Interpretazioni’. 3. Identifica gli aggettivi ‘carichi’ o emotivi usati dall’autore. 4. Concludi chiedendo allo studente: ‘Secondo te, qual è l’intento principale di chi ha scritto questo pezzo?’. Interfaccia: Usa uno stile pulito, accademico, con icone per distinguere le prove dalle opinioni.”

2. Generatore di scenari “What If?” (Educazione Civica/Scienze)

  • Obiettivo: Comprendere le relazioni causa-effetto.

  • Funzionamento: L’app presenta un cursore o un campo di input: “Cosa succederebbe se la temperatura globale aumentasse di 2°C?”. Opal non risponde solo con testo, ma genera un report strutturato con: impatto agricolo, impatto economico e un piccolo “piano d’azione” simulato che lo studente deve completare.

  • Perché è utile: Trasforma lo studio passivo in una simulazione interattiva.

  • Esempio di prompt da inserire“Crea un simulatore interattivo di scenari storici o scientifici chiamato ‘Bivio Temporale’. Obiettivo: Esplorare le relazioni causa-effetto in modo dinamico. Flusso di lavoro: > 1. Presenta tre ambiti selezionabili: Clima, Storia, Economia. 2. Una volta scelto l’ambito, chiedi all’utente di inserire un cambiamento (es. ‘Se l’Impero Romano non fosse mai caduto’). 3. Genera un report strutturato in tre sezioni: ‘Effetto Immediato’, ‘Conseguenze a Lungo Termine’ e ‘Impatto sulla Vita Quotidiana’. 4. Inserisci una sezione ‘Sfida per lo studente’: proponi un dilemma etico basato sul nuovo scenario creato. Interfaccia: Usa un tono narrativo coinvolgente e layout a schede.”

3. Tutor di Latino/Greco con feedback graduale

  • Obiettivo: Supporto alla traduzione senza fornire subito la soluzione.

  • Funzionamento: Lo studente inserisce una frase. L’app non traduce, ma analizza la morfologia e fornisce suggerimenti passo dopo passo, sbloccando la soluzione solo dopo che lo studente ha risposto correttamente alle domande di guida.

  • Perché è utile: Evita il semplice “copia-incolla” da traduttori automatici, agendo come un vero tutor di supporto.

  • Esempio di prompt da inserire“Crea un tutor linguistico chiamato ‘Maieutica Linguistica’. Obiettivo: Guidare alla traduzione senza fornire la soluzione immediata. Flusso di lavoro: > 1. L’utente inserisce una frase complessa in Latino o Greco. 2. L’app deve analizzare la frase ma nascondere la traduzione. 3. Primo step: Evidenzia i verbi e chiedi all’utente di identificarne tempo e modo. 4. Secondo step: Fornisci un aiuto sintattico (es. ‘Attenzione, qui c’è un ablativo assoluto’). 5. Terzo step: Solo dopo l’interazione, mostra la traduzione letterale e quella libera per confronto. Interfaccia: Usa blocchi di testo evidenziati con colori diversi per le varie funzioni grammaticali (es. Rosso per i verbi, Blu per i soggetti).”

 

L’integrazione di Opal in Gemini rappresenta il futuro della personalizzazione didattica. Il docente non è più solo un utente dell’AI, ma ne diventa l’architetto, creando strumenti su misura per i bisogni specifici del proprio gruppo classe.

Nonostante il limite geografico attuale, imparare a padroneggiare questi strumenti oggi significa essere pronti per quando queste tecnologie diventeranno prassi nelle nostre scuole.

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Come creare mini-app per la classe con Google Opal (e una VPN)

In questi giorni sto seguendo con particolare interesse una piattaforma che promette di trasformare il modo in cui creiamo e interagiamo con le applicazioni digitali in classe: Google Opal.

Immaginate di poter creare una piccola, potentissima applicazione su misura per la vostra lezione di storia, o un assistente personale per i compiti di matematica dei vostri studenti, senza scrivere una sola riga di codice. Fantascienza? Non proprio. Questa è la promessa di Opal, un nuovo strumento sperimentale partorito dai visionari Google Labs. E anche se al momento è ufficialmente disponibile solo negli Stati Uniti, la curiosità è troppa per non esplorare come noi, dall’Italia, possiamo iniziare a sbirciare questo futuro.

Cos’è Google Opal? La Magia del “No-Code” Potenziata dall’AI

In parole semplici, Google Opal è una piattaforma che permette a chiunque di costruire mini-applicazioni basate sull’intelligenza artificiale attraverso un’interfaccia visiva e il linguaggio naturale. Dimenticatevi complessi ambienti di sviluppo e sintassi astruse. Con Opal, si descrive a parole ciò che si vuole ottenere, e la piattaforma traduce le istruzioni in un flusso di lavoro logico, collegando modelli di intelligenza artificiale e altri strumenti per dare vita alla nostra idea.

È come avere un programmatore AI a nostra disposizione: basta chiedere, e Opal costruisce. Questo apre scenari interessanti per il mondo della didattica, consentendo la creazione di strumenti di apprendimento personalizzati.

Google Opal per la Didattica: Un Laboratorio di Creatività per Docenti e Studenti

Ma veniamo a a qualche esempio. Come può questo strumento entrare nella nosta classe? Le possibilità sono limitate solo dalla nostra fantasia. Ecco alcuni esempi specifici, dal più semplice al più complesso, che ho immaginato:

1. Il Generatore di trame creative:

Materia: Italiano, lingue straniere

Come funziona: L’insegnante costruisce una sorta di macchina inventastorie per avviare una qualsiasi tipologia di testo. Il prompt da inserire in Opal potrebbe essere: “Crea un’app che generi l’incipit di un racconto. L’utente deve poter scegliere un’ambientazione (es. ‘un castello medievale’, ‘una navicella spaziale’), un personaggio principale (es. ‘un cavaliere coraggioso’, ‘un’astronauta solitaria’) e un oggetto misterioso (es. ‘una mappa antica’, ‘una pietra magica’). L’app deve combinare questi elementi per produrre un paragrafo di inizio storia che stimoli la creatività.”

2. Il Generatore di scenari storici interattivi:

Materia: Storia, Educazione Civica

Come funziona: Un docente potrebbe costruire un’app con Opal in cui inserisce un periodo storico (es. “Antica Roma, 44 a.C.”). L’app, utilizzando un modello linguistico, genera un “bivio” per lo studente: “Sei un senatore. Giulio Cesare è appena stato assassinato. Cosa fai? A) Ti schieri con Bruto e i congiurati, sperando di ripristinare la Repubblica. B) Sostieni Marco Antonio, rischiando una nuova guerra civile per vendicare Cesare.” In base alla scelta, l’app genera le conseguenze, creando un percorso narrativo interattivo che fa “vivere” la storia e le sue cause ed effetti.

3. L’Assistente Matematico “Problem Solver”:

Materia: Matematica, Fisica

Come funziona: Uno studente in difficoltà con le equazioni di secondo grado potrebbe usare un’app creata con Opal. Inserisce il testo del problema e l’app non si limita a dare la soluzione. Il flusso di lavoro di Opal potrebbe essere progettato per:

Identificare i dati del problema.

Richiamare la formula corretta.

Spiegare ogni singolo passaggio per arrivare alla soluzione.

Generare un problema simile per permettere allo studente di esercitarsi.

4. Il “Debate Coach” Virtuale:

Materia: Italiano, Filosofia, Lingue Straniere

Come funziona: Si potrebbe creare un’applicazione che funge da allenatore per i debate. Lo studente inserisce una mozione (es. “L’intelligenza artificiale è una minaccia per l’umanità”). L’app, grazie ad Opal, potrebbe:

Generare 3 argomenti a favore della mozione.

Generare 3 argomenti contrari.

Identificare potenziali criticità logiche in un testo argomentativo inserito dallo studente.

Fornire esempi di frasi efficaci per aprire o chiudere un intervento.

5. Il Laboratorio di Scienze Tascabile:

Materia: Scienze, Biologia, Chimica

Come funziona: Immaginiamo un’app per una gita scolastica in un parco. Lo studente scatta la foto di una foglia. L’app, collegando un modello di riconoscimento immagini, identifica la pianta e fornisce subito informazioni chiave: nome scientifico, proprietà, curiosità. Il flusso di Opal potrebbe anche aggiungere un passaggio successivo: “Ora che sai che questa è una foglia di Quercia, crea una mappa concettuale delle piante ad alto fusto presenti in questo ecosistema”.

Accedere all’Innovazione dall’Italia: Un Trucco da “Smanettoni” con Opera

Come anticipato, Google Opal è attualmente in beta pubblica solo per gli utenti negli Stati Uniti. Questo significa che se proviamo a collegarci al servizio dall’Italia, verremo bloccati.

Qui entra in gioco il VPN (Virtual Private Network), una rete privata virtuale. Una VPN ci permette di “mascherare” la nostra posizione geografica, facendo credere al sito che ci stiamo collegando da un altro paese, come gli Stati Uniti.

Uno dei modi più semplici e gratuiti per farlo è utilizzare il browser Opera, che ha una VPN integrata.

Ecco come fare:

Scaricate e Installate Opera: Se non lo avete già, scaricate il browser gratuito dal sito ufficiale di Opera.

Attivate la VPN: Aprite le impostazioni del browser. Su Windows, cliccate sull’icona di Opera in alto a sinistra e andate su “Impostazioni”. Su Mac, andate su “Opera” > “Preferenze”.

Trovate l’Opzione VPN: Nella barra di ricerca delle impostazioni, digitate “VPN” e attivate “Abilita VPN”.

Connettetevi agli USA: Una volta attivata, vedrete un’icona “VPN” blu nella barra degli indirizzi. Cliccateci sopra. Si aprirà un piccolo pannello. Assicuratevi di impostare la “Posizione virtuale” su “Americhe”.

Entrate in Google Opal: Ora, con la VPN attiva e impostata sulle Americhe, potete navigare nel sito di Google Labs e cercare l’accesso a Opal.

 

Google Opal è ancora un esperimento, che dovrebbe evolversi, cambiare nome o essere integrato in altri prodotti Google. Ma il concetto che rappresenta è potente: mettere nelle mani di docenti e studenti la capacità di creare i propri strumenti di apprendimento, in modo rapido, intuitivo e intelligente.

Iniziare a esplorarlo oggi, anche con qualche “trucco” per superare le barriere geografiche, non è solo un esercizio tecnico per curiosi. È un modo per iniziare a considerare il supporto dell’AI alle dinamiche di insegnamento/apprendimento in modo diverso, per essere pronti a quando questa ed altri strumenti diventeranno una reale opportunità in grado di supportare i nostri studenti in modi che non abbiamo ancora immaginato. La rivoluzione “no-code” è iniziata, e la scuola non può permettersi di rimanere a guardare.

https://opal.withgoogle.com

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