Caos concorso scuola PNRR 2: errori e ingiustizie, Scuola Lavoro e Libertà ne chiede l’annullamento

L’ultima tornata del concorso ordinario scuola PNRR 2, svoltasi nelle giornate del 25, 26 e 27 febbraio 2025, ha scatenato un’ondata di indignazione tra i candidati e gli addetti ai lavori. L’associazione Scuola Lavoro e Libertà ha denunciato pubblicamente le gravi anomalie riscontrate durante la prova scritta, sollevando dubbi sulla legittimità e correttezza dell’intero processo di selezione.
Errori nelle domande e soluzioni discutibili
Secondo numerose segnalazioni, molte delle domande somministrate ai candidati contenevano errori macroscopici, mettendo in difficoltà gli aspiranti docenti che si trovavano a dover affrontare quesiti formulati in modo ambiguo o con risposte inesatte. L’errore umano è sempre possibile, ma in un concorso pubblico per l’assegnazione di cattedre scolastiche, la precisione e l’accuratezza dovrebbero essere garantite al massimo livello.
Per tentare di porre rimedio alla situazione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha deciso di assegnare 2 punti extra per ogni domanda errata, estendendo il beneficio a tutti i partecipanti del turno coinvolto. Tuttavia, questa decisione ha generato ulteriore confusione e disparità: alcuni candidati si sono trovati a dover rispondere a 50 domande, mentre altri ne hanno affrontate solo 49 con l’aggiunta di punti bonus. Il risultato? Una selezione che, invece di premiare il merito, ha accentuato ingiustizie e disparità di trattamento.
Richieste di annullamento e alternative proposte
L’associazione Scuola Lavoro e Libertà chiede l’immediato annullamento del concorso PNRR 2, ritenendolo ormai irrimediabilmente compromesso. La proposta avanzata è quella di utilizzare le graduatorie dei precedenti concorsi ordinari e straordinari già svolti, pubblicando in particolare quelle dello Straordinario Bis e del PNRR 1, finora rimaste nell’ombra.
Parallelamente, l’associazione sollecita l’introduzione di un doppio canale di reclutamento, basato sull’anzianità di servizio e sul numero di contratti a termine già svolti nella Scuola Pubblica, in linea con la direttiva europea 70/1999 CE. Questa soluzione consentirebbe una maggiore equità nella selezione dei docenti e un riconoscimento effettivo dell’esperienza maturata sul campo.
Un appello al Governo: serve un intervento urgente
La situazione richiede un’azione tempestiva da parte del Governo. L’invito rivolto agli esponenti dell’esecutivo Meloni è quello di intervenire con una norma che ponga fine alle ingiustizie del sistema attuale, stabilizzando i precari con criteri più equi e trasparenti.
Il 2026, anno indicato come possibile svolta per la gestione delle risorse PNRR, è troppo lontano per chi attende da anni un posto fisso nella scuola pubblica. Nel frattempo, il rischio è che questa vicenda alimenti ulteriore sfiducia nei confronti delle istituzioni e rafforzi la percezione di un sistema di reclutamento inefficace e ingiusto.
La selezione dei docenti merita trasparenza, serietà e rispetto per chi ha investito anni di studio e sacrifici nella propria formazione. È ora di cambiare rotta.
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