Scuola, nuove linee Guida, Piccolotti: abbiamo un ministro dell’istruzione antico, polveroso e conservatore

Le nuove linee guida per la scuola primaria e secondaria di primo grado, emanate dal Ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara, stanno sollevando un acceso dibattito nel panorama politico e culturale italiano. Il documento, composto da 150 pagine, propone una visione dell’educazione che alcune sono conservatrici, suscitando critiche da parte di esponenti dell’opposizione e del mondo accademico.

A esprimere un giudizio particolarmente severo è stata Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra e membro della Commissione Cultura della Camera. In un video pubblicato su Instagram, il parlamentare ha attaccato le nuove direttive ministeriali, definendole un tentativo di piegare il sistema scolastico a un’ideologia nazionalista e sovranista.

I punti più controversi delle nuove direttive

Tra gli aspetti più discussi del documento, spicca una frase che ha suscitato polemiche: “Solo l’Occidente ha conosciuto la storia con la S maiuscola”. Un’affermazione che, secondo i critici, sembrerebbe sminuire il contributo delle culture non occidentali alla storia dell’umanità e al progresso del sapere. Questo punto ha acceso il dibattito tra storici ed esperti di didattica, che sottolineano l’importanza di una visione più inclusiva e multiculturale.

Un altro tema che ha generato discussione è il ruolo della matematica all’interno dell’insegnamento. La scrittrice e matematica Chiara Valerio ha contestato l’idea che la disciplina deve essere utilizzata per spiegare la “verità assoluta”, sottolineando invece il valore della matematica come strumento di verifica e ragionamento critico.

Infine, anche l’educazione di genere ha subito modifiche rilevanti. Nel documento ministeriale, il tema è stato inserito in un più ampio paragrafo sul “nuovo umanesimo”, con un riferimento generico alla necessità di fondare le relazioni umane sulla “buona fides”. Secondo i detrattori, questa scelta rappresenta un tentativo di sminuire l’importanza dell’educazione di genere e delle politiche di contrasto al sessismo e alla violenza di genere.

Una scuola al centro del confronto politico

La scuola continua a essere un campo di tra diverse visioni ideologiche: da un lato, chi sostiene la necessità di una battaglia a valori più tradizionali e strutturati, dall’altro, chi chiede un’istruzione più aperta, inclusiva e attenta alle trasformazioni sociali. Il dibattito è aperto e destinato a proseguire, con la certezza che il futuro della formazione in Italia dipenderà anche dalla capacità di bilanciare questi due poli.

Resta da vedere quali saranno le reazioni del Ministero dell’Istruzione alle critiche e se ci saranno modifiche o aggiustamenti alle linee guida recentemente pubblicate. Quel che è certo è che il tema dell’istruzione rimane centrale nel discorso politico e culturale del Paese, con implicazioni che vanno ben oltre le mura delle aule scolastiche.

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