Esiste ancora un’etica del linguaggio?

Stiamo scivolando, giorno dopo giorno, nel linguaggio sconveniente. In ogni caso inopportuno. Ed il cattivo esempio arriva proprio dai modelli, cioè da coloro che esercitano un forte condizionamento sociale. Soprattutto sui giovani, sui bambini, sugli immaturi, sui conformisti a prescindere. Prendiamo il leader dello stato più importante del mondo. Donald Trump. Per quanto, nell’immaginario collettivo sia diventato un esempio improponibile di comunicazione, è innegabile che eserciti a suo modo una notevole influenza sociale. Quando afferma che da ogni parte del mondo, i capi di stato fanno a gara per ‘leccargli’ il ‘deretano’, pur di poterlo convincere ad abbassare i dazi, egli ricorre ad un modo di esprimersi che rimanda ai momenti più oscuri del Novecento totalitario.
Ma non è l’unico. Piero Chiambretti ha iniziato, ieri sera, la sua trasmissione, ‘Finché la barca va’, paragonando la regina Camilla in visita a Roma ad una pantegana del Tevere! Ma come si fa
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