Urlare in classe non serve, cosa fare quando gli studenti ti ignorano? La tecnica dello psicologo

L’ennesima ora di lezione, il brusio che sale come un’onda, gli studenti che parlano tra loro ignorando la voce dell’insegnante. Una scena purtroppo familiare a molti docenti. L’istinto? Alzare la voce, magari urlare, nel tentativo di recuperare l’attenzione. Ma funziona davvero?

Abbiamo chiesto al dott. Marco Catania, psicologo specializzato in Neuropsicologia dell’età evolutiva e Psicologia scolastica, di suggerire una tecnica che potrebbe essere utile per docenti e non solo. Il consiglio potrebbe risultare semplice, ma l’effetto è sorprendente: niente rimproveri, nessun richiamo. Basta appoggiarsi alla cattedra, incrociare le braccia e rimanere in silenzio.

È una strategia controintuitiva, ma potente. Il silenzio dell’insegnante interrompe la dinamica del rumore, crea uno stacco e genera una sorta di auto-regolazione tra gli alunni. Lo scarto rispetto alla reazione abituale spiazza e incuriosisce. Dopo alcuni istanti, la classe tende a calmarsi da sola.

Continua la lettura su: https://www.tecnicadellascuola.it/urlare-in-classe-non-serve-cosa-fare-quando-gli-studenti-ti-ignorano-la-tecnica-dello-psicologo Autore del post: Tecnica della Scuola Fonte:

Articoli Correlati

Concorso ordinario secondaria, errato anche un quesito sul salto in lungo: le braccia si alzano in volo e non prima dello stacco

Di redazione

Anche l’atletica leggera si rivela campo ostico per i quesiti del concorso scuola: il Tar di Palermo, infatti, ha accolto un ricorso su un quesito dedicato al salto in lungo.

La domanda riguardava l‘alzata delle braccia: quando deve avvenire, prima del salto o durante lo slancio?
La risposta corretta prevista dal concorso, segnala Il Corriere della Sera, è: “prima dello stacco delle gambe“. Ma la risposta corretta invece è che le braccia, infatti nel salto in lungo, si alzano in volo.
In verità il Ministero si era difeso sostenendo che la domanda non si riferiva alla disciplina olimpica, cioè al salto in lungo con rincorsa, ma alla prova del salto in lungo da fermo, nella quale effettivamente l’oscillazione delle braccia dal basso in alto avviene prima dello stacco delle gambe.
I giudici siciliani però hanno respinto la tesi ritenendo che “la mancata precisazione, nel testo della domanda, che il riferimento fosse al salto in lungo da fermo e non alla ben più nota disciplina sportiva e olimpica del salto in lungo con rincorsa, abbia potuto effettivamente ingenerare dei dubbi in merito alla risposta corretta da selezionare, anche alla luce del fatto che il programma di esame faceva espresso riferimento alla Teoria, tecnica e didattica delle discipline sportive individuali e di squadra nella scuola“, lasciando intendere che per “salto in lungo si dovesse intendere quello riferito alla relativa disciplina sportiva“.
“La risposta fornita dalla parte ricorrente, con riferimento al salto in lungo con rincorsa, pare essere corretta – ha concluso il Tar -, tenuto conto che in tale disciplina lo slancio simmetrico delle braccia non avviene prima dello stacco, quanto piuttosto nella successiva fase di volo“.

Pubblicato in Diventare Insegnanti

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000