Pedagogia del Confine. Trasformare i confini per disegnare orizzonti e nuovi mondi

Di Fernando Battista*

Una periferia di Roma con forte disagio sociale e con un’alta percentuale di popolazione migrante. Sembrerebbe il contesto perfetto per gli “imprenditori della paura”, che soffiano sul fuoco del razzismo. Eppure, un progetto condotto dal 2015 in una scuola, l’I.T.T. “Livia Bottardi” di Roma, basato sui linguaggi della danza, della Danzamovimentoterapia e le arti, ha consentito agli studenti di incontrare persone migranti provenienti da vari centri di accoglienza e superare barriere e pregiudizi.

In seguito, 4 anni dopo, il progetto diventa una ricerca-intervento politico-pedagogica art-based, dell’“Università di RomaTre” in collaborazione con “Intersos Italia”. Questo progetto di ricerca visionario coinvolge gli studenti e le studentesse di un Istituto di Istruzione Superiore, il Liceo Scientifico “Edoardo Amaldi” di Roma situato a Tor Bella Monaca e persone migranti che hanno come riferimento la sede di zona di “Intersos Italia”. Pedagogia del Confine, nasce in queste terre

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