Mobilità Dirigenti Scolastici al 100%: DISCRIMINATI I VINCITORI DEL CONCORSO RISERVATO.

Sta suscitando crescente indignazione la recente proposta di autorizzare la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici sul 100% dei posti vacanti, con un’unica eccezione: la tutela dei contingenti regionali riservati al concorso ordinario.

Una misura che, di fatto, esclude i vincitori del concorso riservato (DM 107/2023) da una distribuzione equa e trasparente delle sedi disponibili su base nazionale.

Chi ha superato il concorso riservato si è visto riconoscere, con un atto normativo preciso, il diritto a un percorso selettivo ad hoc. Con l’approvazione in Senato dell’emendamento sulla mobilità al 100% dei Dirigenti Scolastici, si crea un sistema profondamente squilibrato, in cui i diritti acquisiti da una categoria di vincitori vengono subordinati a quelli di altri vincitori appartenenti paradossalmente alla medesima categoria, tradendo i principi di legalità, trasparenza e meritocrazia che dovrebbero guidare ogni procedura concorsuale pubblica.

La misura proposta si configura come una discriminazione palese tra chi ha superato la procedura ordinaria e chi quella riservata, nonostante entrambe siano state bandite e regolamentate dal Ministero dell’Istruzione. Il testo recita “per le operazioni di mobilità dell’anno scolastico 2025/2026, è reso disponibile il 100 per cento del numero dei posti vacanti in ciascuna regione, fatti salvi i contingenti regionali dei posti del concorso ordinario”. Il risultato è una marginalizzazione ingiustificata e lesiva dei diritti di una parte dei vincitori, trattati come “seconda scelta”, senza che vi sia alcun fondamento giuridico a giustificarlo.

Sconcerto e protesta stanno montando tra i dirigenti scolastici interessati, molti dei quali valutano azioni legali o l’interruzione di ogni forma di adesione sindacale a fronte di una rappresentanza percepita come parziale e non imparziale. Il rischio è di alimentare un clima di sfiducia, spaccature e possibili ulteriori contenziosi che potrebbero bloccare il sistema anziché renderlo più efficiente.

Quello che si chiede è semplice: parità di trattamento e rispetto delle regole per tutti i vincitori di concorso, senza eccezioni e senza favoritismi. La scuola ha bisogno di legalità e trasparenza, non di scelte che creano nuove ingiustizie.

Nel momento in cui il reclutamento nella dirigenza scolastica dovrebbe fondarsi su criteri oggettivi, ogni deroga che favorisca una categoria a scapito di un’altra mina l’intero impianto della selezione pubblica. La mobilità non può diventare l’ennesimo strumento di disparità, ma deve essere un’opportunità regolata, equa e aperta a tutti coloro che hanno legittimamente conquistato il diritto di accedere alla professione.

È il momento di alzare la voce per affermare un principio che dovrebbe essere scontato: chi ha superato un concorso ha diritto a essere trattato con pari dignità, indipendentemente dalla procedura attraverso cui è stato selezionato.
A cura di:
I vincitori del concorso riservato per
Dirigenti Scolastici – D.M. 107/2023

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