Bambini plusdotati a scuola, docenti chiamati a gestirli: cosa c’è da sapere?

Molti insegnanti si trovano in difficoltà nel riconoscere i segnali di disturbi del neurosviluppo o di plusdotazione nei loro studenti. È fondamentale che gli insegnanti siano supportati con risorse e conoscenze appropriate per affrontare efficacemente queste sfide e promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e comprensivo. VAI AL CORSO

I bambini gifted manifestano competenze precoci e interessi non comuni per l’età e suscitano molto interesse da parte dell’ambiente scolastico, psicologico, sociale e familiare.

Vengono definiti “iperdotati”, poiché fanno parte del 2% (c.a.) della popolazione che possiede delle abilità cognitive marcatamente superiori alla media generale. Si caratterizzano per la precocità nella lettura, il vocabolario molto ampio per l’età cronologica ed una sorprendente curiosità per molti argomenti, inclusi concetti astratti che i coetanei faticano a comprendere.

Nonostante queste sorprendenti capacità cognitive, i bambini iperdotati possono incontrare difficoltà nell’adattarsi all’ambiente scolastico, sia da un punto di vista didattico che sociale. Si riscontra, inoltre, uno sviluppo disarmonico: molto avanzato e precoce da un punto

Continua la lettura su: https://www.tecnicadellascuola.it/bambini-plusdotati-a-scuola-docenti-chiamati-a-gestirli-cosa-ce-da-sapere Autore del post: Tecnica della Scuola Fonte:

Articoli Correlati

Metacognizione e inclusione

Metacognizione e inclusione: strategie per affrontare la dislessia e promuovere la prosocialità

di Sofia Turiano

Introduzione

Nel contesto educativo contemporaneo, il concetto di inclusione scolastica si configura come un pilastro fondamentale per garantire l’accesso all’apprendimento a tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro peculiarità e difficoltà. La scuola, in quanto ambiente formativo e di crescita, è chiamata a rispondere a tutti i differenti, ed emergenti, bisogni espressi dai singoli alunni, che in alcuni casi sono molto evidenti, in altri si presentano più sfumati e celati, ma non per questo meno importanti.

Oltre alle disabilità certificate, infatti, è sempre più frequente la presenza di alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali, come: disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), difficoltà psicologiche, comportamentali, relazionali, svantaggio socio-economico.

A tal proposito risulta importante che l’insegnante abbia a disposizione tutti gli strumenti utili per cogliere le differenti difficoltà e specificità dei singoli alunni,  in modo da riuscire ad attivare i giusti interventi psicoeducativi e didattici.

Il presente articolo intende fornire una panoramica sulle principali difficoltà scolastiche, concentrandosi in particolare sulla dislessia, uno tra i più comuni DSA. Viene sottolineata l’importanza del riconoscimento precoce di tali disturbi, di come un’adeguata osservazione e un intervento tempestivo possano influire significativamente sul percorso scolastico e sulla vita di ogni bambino, e di come la metacognizione nell’apprendimento degli alunni con DSA rappresenti un aspetto cruciale, che aiuterà insegnanti e educatori a promuovere un ambiente inclusivo e proattivo, volto a sostenere il successo di ciascun studente nel processo di crescita e di apprendimento.

DSA e Bisogni Educativi Speciali (BES)

Nella scuola sono presenti molti bambini e ragazzi che, nel corso del loro percorso scolastico, spesso incontrano particolari momenti di difficoltà, relativi agli apprendimenti della lettura, scrittura o calcolo. Queste difficoltà possono presentarsi o lievemente o gravemente, incidendo sul rendimento scolastico del bambinoragazzo, provocando anche problemi di adattamento e autostima.

Il disagio psicologico che ne deriva, il senso di scarsa autostima, le diverse reazioni, strategie di adattamento, molto spesso vengono interpretate dagli insegnanti come scarso impegno, o svogliatezza.

Per questo risulta necessario fare una distinzione tra, il termine difficoltà d’apprendimento, che si riferisce a qualsiasi difficoltà che lo studente potrebbe incontrare nel percorso scolastico, e il termine di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, (DSA), il quale fa riferimento alla presenza di un deficit più specifico, che viene indagato e verificato attraverso un procedimento clinico-diagnostico. (Cornoldi, 1999; 2007).

Il disturbo infatti, è innato, resistente all’intervento che si decide di attuare, e resistente all’ automatizzazione. Invece, la difficoltà, a differenza del disturbo, non è innata, è modificabile con i giusti interventi; automatizzabile, anche se in tempi dilatati.

Quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento non possiamo non far riferimento alla macrocategoria politica, e non clinica, dei Bisogni Educativi Speciali, (BES), in quanto essi sono inglobati in questa categoria; essa, cerca di individuare e dare un’adeguata tutela personalizzata a tutti gli alunni, trasformando in speciali i loro normalissimi bisogni educativi.

«…È qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo, apprenditivo, espressa in un funzionamento (secondo il modello ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), problematico per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, che necessita di un’educazione speciale individualizzata…» (Ianes, 2005).

All’interno della macrocategoria politica dei bisogni educativi speciali (BES), rientrano tutti coloro che presentano un disturbo specifico dell’apprendimento, ovvero un disturbo neurobiologico, che riguarda specifiche aree di apprendimento, come quelle di lettura, scrittura e calcolo, ma senza alcuna compromissione dell’intelligenza generale. Essi tendono a coesistere assieme nello studente, tecnicamente definito comorbilità, e si associa ad altri disturbi neuropsicologici e patologici.

I disturbi specifici dell’apprendimento nella società odierna sono sempre più emergenti e presenti, tale da rappresentare una sfida giornaliera molto importante, per tutti coloro che ne sono coinvolti.

 

L’importanza nel riconoscere precocemente i DSA

Risulta fondamentale riuscire a identificare precocemente i disturbi specifici dell’apprendimento, in modo da poter definire un intervento che sia mirato ed efficace.

Tale aspetto è tanto emergente sia nella legge 170 del 2010, sia nelle nuove linee guida emanate a

distanza di dieci anni dalle precedenti. Successivamente, la Conferenza Unificata Stato-Regioni, ha approvato le Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei disturbi specifici di apprendimento (DSA), e il Miur le «Linee guida per la predisposizione di protocolli regionali per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA».  Entrambi i documenti forniscono chiare indicazioni per la gestione clinica dei DSA, che necessitano di essere supportate dall’evidenza scientifica aggiornata.

La Legge 170/2010 (art. 3, comma 3), e i successivi decreti attuativi hanno previsto che le scuole, a partire dall’ultimo anno della scuola d’infanzia, attuino iniziative mirate all’identificazione precoce di bambini a rischio di DSA, sulla base di protocolli regionali in accordo con i Servizi Sanitari.

Il clinico dovrebbe disporre di criteri diagnostici evidence based, in modo da poter distinguere tutte le difficoltà connesse a fattori relative al contesto familiare, ambientale e culturale.

Le recenti Linee Guida (ISS, 2022), sottolineano che per ogni disturbo, le prove strumentali devono garantire sensibilità, quindi basso rischio di falsi negativi, e specificità, basso rischio di falsi positivi, per la diagnosi.

Tante istituzioni scolastiche, si sono già mosse, attuando diversi screening, valutazioni, ed interventi, in quanto per i bambini con DSA, occorre un’attenzione speciale.

Nel contesto classe, l’insegnante dovrebbe riuscire ad osservare i differenti comportamenti, atteggiamenti, che i bambini fin dalla scuola dell’infanzia mostrano. Molti di questi, possono essere dei piccoli segnali predittori di DSA.

È importante considerare nel processo diagnostico dei DSA, indipendentemente dall’età la valutazione di queste competenze cognitive: funzioni attentive, in particolare visive; memoria di lavoro, verbale e visuo-spaziale; funzioni esecutive, in particolare competenze di pianificazione e monitoraggio;  abilità di elaborazione fonologica; competenze linguistiche, abilità di recupero lessicale, ma anche competenze lessicali e morfo-sintattiche in comprensione e produzione; competenze visuo-spaziali e della motricità fine.

È da sottolineare, come molte di queste caratteristiche, si manifestano assieme a un livello estremo nello stesso individuo, solo raramente, ma osservando attentamente, si possono individuare tutti i soggetti che ne presentano la maggior parte, anche se in maniera sfumata.

Questi comportamenti, che possono presentarsi nei bambini della scuola dell’infanzia, sono:

anomalie nelle sequenze, ovvero, confondere i giorni della settimana; non ricordare i mesi dell’anno; mostrare difficoltà nel memorizzare le date; non saper riconoscere il susseguirsi delle stagioni; far faticare nel riconoscere le lettere nelle parole, e le parole all’interno delle frasi; non saper elencare correttamente i numeri, avanti e indietro;

difficoltà nell’orientamento spazio-temporale: confondere tra la destra e la sinistra; aver difficoltà nel riconoscere gli oggetti dentro o fuori da un campo; confondere sopra e sotto; non distinguere temporalmente ieri, oggi, domani, prima, dopo; non saper leggere l’orologio;

coordinazione motoria: apparire goffi; mostrare difficoltà nelle attività sportive in cui si usano le mani, o i piedi, ad esempio calcio e basket; non riuscire ad allacciare le scarpe o chiudere bottoni; non riuscire ad utilizzare le forbici; difficoltà nel rispettare le linee armoniche nel disegno o nel rispettare i bordi mentre si colora; difficoltà nella copia da modello, o disordine del foglio; non riuscire a battere le mani a tempo di musica;

abitudini nel gioco: mostrare difficoltà nell’uso dei puzzle, delle costruzioni; avere scarso interesse per le storie audio-visive; predilezione verso la televisione; attrazione verso gli automatismi semplici dei videogame;

relazioni con gli altri: mostrare difficoltà nella comprensione di consegne verbali; nel seguire più istruzioni allo stesso tempo; disturbo della memoria; difficoltà nell’espressione verbale fluente anche se si dispone di un buon vocabolario; dimenticare o perdere le parole che si avevano in mente; difficoltà nel creare neologismi; scambiare parole; usare onomatopee o suoni durante l’esposizione; usare strutture grammaticali fantasiose; ripetere le parole in modi diversi; essere concisi; avere difficoltà nell’apprendimento delle filastrocche o nell’imparare rime; disegnare un volto, ad esempio, senza le parti essenziali.

organizzazione del lavoro: avere poca puntualità; dimenticare i diversi materiali di lavoro; perdere o rompere i materiali, ricorrendo a richieste esterne.

 

La Dislessia

Tra i diversi DSA rientra la dislessia. Il termine dislessia deriva dal greco, ed è formato da dys, che significa mancante o inadeguato, e lexis, che significa parola o linguaggio, e viene tradotto come linguaggio mancante o inadeguato. Letteralmente significa difficoltà con le parole. Esso fa proprio riferimento all’incapacità di riprodurre il linguaggio con la rapidità e l’abilità che un individuo dovrebbe possedere in relazione all’età e al rendimento mostrato in altre attività.

Spesso i ragazzi con dislessia si esprimono verbalmente in maniera corretta a parole, ma presentano difficoltà nella lettura e scrittura.

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), che riguarda la capacità di leggere, in modo accurato e fluido. L’alunno presenta una compromissione nello sviluppo delle capacità di lettura, che non è solamente spiegata dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da un’inadeguata istruzione scolastica. Un soggetto è dislessico, quando presenta una discrepanza tra le competenze cognitive, che risultano essere nella norma, e le performance di lettura, senza un’evidente causa fisica, emotiva o culturale.

Si tratta di una condizione neurobiologica, non dovuta a mancanza di intelligenza né a deficit sensoriali o educativi, ma ad una disfunzione nell’elaborazione delle informazioni linguistiche.

Gli individui con dislessia possono avere difficoltà nella corretta decodifica dei suoni delle lettere, fonemi e nella corrispondenza tra lettere e suoni, grafema-fonema, compromettendo così la capacità di riconoscere le parole in modo automatico. Ogni studente con disturbo specifico dell’apprendimento è unico nel suo genere: infatti, non esistono studenti con la stessa identica forma di disturbo. Alcuni dei campanelli d’allarme che permettono di poter riconoscere la presenza della dislessia nel bambino sono: difficoltà nel riconoscere e memorizzare le parole; scarsa fluidità nella lettura ad alta voce; errori frequenti nell’ortografia; difficoltà nel seguire le istruzioni scritte.

I documenti internazionali il DSM-5 e l’ ICD-10 considerano il disturbo nella lettura sia a livello di decodifica, che nella comprensione del testo; pertanto, basta solamente una di queste componenti deficitaria per ricevere la diagnosi di disturbo della lettura.

Bisognerebbe prevedere di somministrare  prove adeguatamente standardizzate di lettura a più livelli: parole, non-parole e brano. Ovviamente esse vengono somministrate dagli specialisti del settore, come neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista.

Ovviamente, è bene ricordare alcune caratteristiche dei DSA: il disturbo è innato, quindi sarà sempre presente nel percorso evolutivo del bambino; la modificabilità, anche se con esercizi specifici di abilitazione, risulta modesta; gli adattamenti didattici risultano poco sufficienti per migliorare il quadro clinico; la prestazione è resistente all’automatizzazione, quindi anche se i livelli di correttezza possono migliorare, la lentezza rimane, tanto da considerare l’ipotesi di non completa acquisizione del processo (Tressoldi e Vio, 2008).

Infine, per poter effettuare la diagnosi di disturbo specifico della lettura, bisogna aspettare la fine della seconda classe primaria, anche se è possibile effettuare un’ipotesi diagnostica già alla fine della prima classe primaria, specialmente per tutti quei bambini che mostrano profili di funzionamento molto compromessi, e anche in presenza di una condizione di rischio, come un pregresso disturbo del linguaggio, o la familiarità del disturbo (AID, 2009).

 

L’importanza della metacognizione per gli studenti con disturbo della lettura

Per la realizzazione di un apprendimento efficace è necessario che esso si ispiri a modelli concettuali che considerano differenti proposte alternative innovative, non solo nozionistiche.

Si dovrebbe pensare di operare su più livelli, in modo che sia gli insegnanti che gli studenti possano estendere la capacità di regolare e autoregolare le abilità di apprendimento, favorendo anche lo sviluppo di attitudini personali, relazionali e sociali. Questo si può ottenere fornendo agli alunni un ampio scenario di conoscenze che si rivolgano sia, all’ambito della didattica, sia alla comprensione delle abilità, e attitudini personali. Ed è per questo che attraverso lo sviluppo di abilità metacognitive ogni soggetto può raggiungere ed avere maggiore consapevolezza delle proprie capacità e peculiarità.

Il concetto di metacognizione, inteso come apprendere ad apprendere, imparare ad imparare, viene definito attraverso la consapevolezza che i soggetti riescono a raggiungere delle proprie facoltà cognitive ed attraverso la conoscenza e la regolazione delle proprie peculiarità personali e relazionali, di tutte quelle abilità, quindi, che concorrono ad un percorso istruttivo ed evolutivo efficace e significativo.Il termine metacognizione indica una dimensione mentale che va oltre la cognizione e che significa letteralmente «riflessione sui processi mentali» o semplicemente, “pensare sul pensiero”.

Fa riferimento alla capacità di ciascuno di rendersi conto di quali siano i processi implicati in ciò che si esegue, delle motivazioni sottostanti e delle situazioni contingenti più favorevoli, sia alla capacità di controllare, dirigere e valutare in modo attivo i propri processi cognitivi (Cornoldi, 1995).

 

La didattica metacognitiva

La didattica metacognitiva rappresenta un modo di fare scuola, sia nelle normali attività curricolari, sia nel recupero e sostegno, che usa sistematicamente i vari concetti e le metodologie derivanti dagli studi sulla metacognizione (Cornoldi, 1995).

Nella didattica metacognitiva il ruolo dell’insegnante è quello di formare abilità mentali superiori di autoregolazione che vanno al di là dei semplici processi cognitivi di lettura, scrittura e calcolo.

Al di là della cognizione, significa saper fare sviluppare nell’alunno la consapevolezza di ciò che sta facendo, del motivo per il quale lo fa, di quando è necessario farlo e in quali condizioni.

Attraverso questo approccio metacognitivo si tende a far sì che l’alunno sia il più possibile “gestore” diretto dei propri processi cognitivi, gestendoli attivamente con proprie valutazione e indicazioni operative. Inoltre, tale approccio nella didattica ha fatto registrare risultati positivi sia a livello della metodologia didattica, sia per tutti gli interventi di recupero e sostegno di quelli con difficoltà di apprendimento e ritardo mentale lieve o medio.

Infatti, l’insegnante che opera attraverso la metacognizione interviene su quattro livelli differenti:

conoscenze sul funzionamento cognitivo in generale, qui l’insegnante fornisce una serie di dati, informazioni, utili al far comprendere al bambino il funzionamento dei vari processi cognitivi e risolutivi, ad esempio come funziona la memoria, come risolvere problemi, scrivere, ecc., sui meccanismi anche che li rendono possibili, ed anche sui limiti che potrebbero condizionare la prestazione. Quindi, impara tutti i diversi input generali di base, che poi gli serviranno per i più complessi.

Autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo, ovvero, si passa dalle conoscenze teoriche generali a quelle più individuali, ovvero l’alunno deve conoscere il suo personale funzionamento cognitivo e comportamentale, e di conseguenza i suoi punti di forza e debolezza. Qui si parla di introspezione, autoanalisi e autoconsapevolezza di cosa, come sto pensando, valutando, ricordando ecc.  In questo livello il feedback positivo dell’insegnate sulle prestazioni dell’allievo è fondamentale, in modo che esso abbia un’informazione di ritorno.

Uso generalizzato di strategie di autoregolazione, qui l’alunno sa dirigere consapevolmente e attivamente sé stesso, riesce a governare i propri processi cognitivi. In questo processo di controllo e autoregolazione è fondamentale attivare delle fasi: porsi un obiettivo; darsi delle istruzioni; osservare l’andamento del processo; confrontare i dati con gli obiettivi che si erano prefissati; valutare positivo o negativo il processo in base ai risultati prodotti.

Mediazioni cognitive-motivazionali-emotive, l’alunno reagisce ai vari input in maniera personale, interpretando tutto ciò che vive, e che produce effetti sulle azioni; questo perché l’alunno costruisce una sua realtà mentale: questo aspetto è emergente nell’approccio sociocostruttivistico (Carletti e Varani, 2004; Roletto, 2005).

 

L’educazione alla prosocialità: i compagni una risorsa preziosa

Un altro elemento fondamentale per poter sviluppare una didattica che sia finalizzata all’inclusione è quello di educare gli allievi alla messa in atto di condotte che siano prosociali.

Promuovere un atteggiamento orientato alla valorizzazione degli aspetti positivi dei compagni, anche di coloro che “apparentemente” sono più in difficoltà, al rafforzamento dell’empatia e della promozione di azioni di aiuto e sostegno è la base dalla quale partire per poter costruire un clima favorevole all’inclusione.

Il comportamento prosociale viene considerato dalla maggior parte degli psicologhi, (Batson, 1998; Eisenberg, Fabes, Spinrad, 2006), come qualsiasi comportamento volontario diretto volto a beneficiare altre persone. È difficile definirlo in maniera univoca, gli studiosi Mussen ed Eisenberg (1985), cercarono di dare un’interpretazione a questi comportamenti, definendole come: “…un comportamento diretto ad aiutare o beneficiare un’altra persona o un gruppo di persone, senza aspettarsi ricompense esterne” (Mussen,  Eisenberg, 1985).

Le differenti azioni sono finalizzate a favorire il benessere altrui, rispettando le caratteristiche e le peculiarità personali. Mettere in atto azioni prosociali di aiuto nei confronti di compagni con disabilità o con BES, dipende da varie condizioni che fanno riferimento anche a delle capacità, come:

abilità cognitive, ovvero implementare azioni prosociali, aver la capacità di leggere e interpretare lo stato d’animo del bisogno del compagno, portare avanti un aiuto, valutare ed accettare il costo collegato all’emissione della condotta prosociale, monitorare gli effetti e anche della propria azione su di sé, sul compagno ed eventuali altre persone;

l’assertività, cioè la capacità della persona di portare avanti i propri obiettivi attraverso modalità socialmente adeguate e rispettose dell’interlocutore. Vi è una forte correlazione tra l’assertività e la prosocialità, in quanto non basta possedere buoni livelli di empatia e adeguate abilità cognitive per adottare condotte prosociali, in quanto dovrebbero collegarsi al saper individuare percorsi idonei per ridurre il disagio dell’altro (Mussen, Einsberg-Berg, 1985; Roche, Salfi, Barbara, 1991);

l’empatia, ovviamente riuscire a discriminare, comprendere e assumere il punto di vista dell’altro, quindi del compagno con BES, dal punto di vista sia cognitivo che emozionale

autocontrollo, competenza essenziale per promuovere e sviluppare azioni prosociali. Ad esempio, molte volte, molti bambini si trovano nella condizione di dover scegliere se perseguire un fine personale, come continuare un gioco, o prestare ascolto alla richiesta d’aiuto di un compagno, condizione sicuramente meno gratificante.

 

Conclusioni

L’inclusione scolastica rappresenta un pilastro fondamentale per poter garantire un ambiente educativo equo per tutti gli alunni. L’importanza di riconoscere e affrontare i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, pertanto, non può essere sottovalutata. La diagnosi precoce e un intervento mirato possono significativamente migliorare le esperienze scolastiche e personali degli studenti che affrontano tali difficoltà.

La formazione di insegnanti consapevoli delle diverse esigenze degli alunni è cruciale. Non solo è essenziale che gli educatori familiarizzino con i segnali di allerta per i DSA, ma devono anche approcciare l’insegnamento in modo metacognitivo, promuovendo la consapevolezza delle proprie capacità cognitive negli studenti.

Un’altra dimensione fondamentale del processo educativo è rappresentata dall’educazione alla prosocialità, che incoraggia relazioni positive e l’empatia tra compagni.

La costruzione di un ambiente scolastico inclusivo va oltre il semplice supporto didattico: implica la creazione di un clima di accettazione, rispetto e collaborazione tra tutti gli alunni, dove ciascuno possa sentirsi valorizzato e ascoltato.

Infine, è essenziale mantenere un dialogo costante tra scuola, famiglie e istituzioni sanitarie.

Solo attraverso un approccio integrato, che coinvolga tutte le parti interessate, è possibile garantire ad ogni alunno, indipendentemente dalle proprie difficoltà e specificità, un accesso a un percorso educativo significativo e soddisfacente, non solo a livello nozionistico, ma anche sotto l’aspetto del benessere personale e psicologico. I

n questo modo, si promuove non solo il successo scolastico, ma si contribuisce anche alla formazione di cittadini consapevoli, responsabili e inclusivi, capaci di affrontare le sfide del futuro.

 

Bibliografia

AID- Associazione Italiana Dislessia, Comitato Promotore Consensus Conference (a cura di), (2009), Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, Raccomandazioni per la pratica clinica di dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia, Trento, Erickson.

Andrich. A. (2015). Strategie di lettura metacognitiva, Attività per comprendere i testi in modo consapevole, riflessivo e cooperativo, Trento, Erikson

Bortone, M. (2007). Le “generalità” della condotta prosociale. In Scienze del pensiero e del comportamento, nuova seria n.1.

Borkowski J.G. e Muthykrishna N. (2011). Didattica metacognitiva, Trento, Erikson.

Caprara, G. V., Bonino, S. (2006). Il comportamento prosociale: aspetti individuali, familiari e sociali. Trento: Erikson.

Cornoldi C. (1991). I disturbi dell’apprendimento, Bologna, Il Mulino.

Cornoldi C. e Caponi B. (1991). Memoria e metacognizione, Trento, Erikson.

Cornoldi C. e Tressoldi P.E. (2007). Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Bologna, Il Mulino.

Cottini L., (2017), Didattica speciale e inclusione scolastica, Carocci editore, Roma.

De Beni R., e Pazzaglia F. (1991). Lettura e metacognizione, Trento, Erikson.

Friso G., Palladino P., e Cornoldi C. (2006). Avviamento alla metacognizione, Trento, Erikson.

Ianes D., (2006). La speciale normalità, Strategie di integrazione e inclusione per le disabilità e i Bisogni Educativi Speciali, . Erickson, Trento.

Stella G. e Svelli E., (2011). Dislessia oggi. Prospettive di diagnosi e intervento in Italia dopo la legge 170, Trento, Erikson.

Zappaterra T. (2012). La lettura non è un ostacolo. Scuola e DSA, ETS, Pisa. 

Un libro salverà il mondo

Un libro salverà il mondo

La Promozione della Lettura tra Realtà e Sogno

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Un libro, nel suo misterioso potere, ha il potenziale di superare i confini della realtà, avvicinandoci alla materia di cui sono fatti i sogni. Con la lettura, immagini, mondi virtuali, emozioni, sentimenti e passioni prendono vita, cristallizzandosi nelle parole per poi rinascere attraverso gli occhi di chi legge. La scrittura diviene un ponte tra la mente di chi crea e di chi riceve, permettendo un dialogo che supera il tempo e lo spazio, al di là dei media utilizzati: dall’eterno e romantico libro di carta ai canali digitali più recenti, che sfruttano supporti e tecnologie inimmaginabili fino a pochi decenni fa.

Ma quale sarà il futuro della lettura e dell’accesso al sapere? L’avanzamento delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale sta già ipotizzando uno scenario in cui le informazioni potrebbero essere integrate direttamente nella nostra memoria cerebrale. Un’idea che ricorda le visioni distopiche dei fratelli Wachowski nella saga di Matrix, in cui la realtà si mescola con l’immaginazione e la conoscenza diventa qualcosa da “caricare” e non da conquistare. La lettura, in questo scenario futuristico, potrebbe forse assumere una nuova forma, o addirittura perdere il suo rituale tradizionale, per diventare un’esperienza sensoriale diretta e, in qualche modo, ancora più intima.

Realtà e Percezione: Che Cos’è la Realtà? Tornando al nostro mondo, il concetto stesso di realtà è una costruzione del cervello, una traduzione dei segnali che i sensi captano e che il nostro sistema cognitivo rielabora per offrirci un presente che è già passato. La lettura agisce su questa dimensione, poiché ogni storia, ogni poesia o riflessione che attraversiamo viene integrata e interpretata dalla nostra mente, dando vita a un mondo interiore unico per ciascun lettore. I libri, quindi, non sono solo oggetti o strumenti, ma piuttosto viaggi interiori che accendono l’immaginazione e stimolano la riflessione, rendendo il confine tra la realtà e la finzione quasi impercettibile.

La Promozione della Lettura: Un’Urgenza Educativa e Sociale

In un mondo sempre più complesso e interconnesso, promuovere la lettura diventa una missione educativa e sociale di grande importanza per tutti gli ordini scolastici, dalla scuola dell’infanzia fino all’università e oltre, abbracciando l’intero ciclo della vita nell’ottica del life-long learning. La nostra epoca impone sfide emotive e sociali significative, che si manifestano non solo tra i giovani, ma continuano a riproporsi nell’età adulta, in un ciclo di crescita personale che richiede strumenti per affrontare nuovi contesti e difficoltà.

Per i bambini e ragazzi, l’immersione nella lettura sviluppa la capacità di immedesimarsi nei personaggi e di vivere esperienze di crescita attraverso le loro storie. Questo percorso si amplia e si trasforma durante l’adolescenza e oltre, quando i giovani affrontano sfide identitarie e relazionali, ma si proietta anche negli anni universitari, un periodo cruciale per la formazione della personalità e per l’apertura a nuove prospettive culturali e intellettuali. Anche all’università, la lettura non è solo un mezzo per acquisire conoscenze tecniche o accademiche, ma rappresenta una via per consolidare capacità critiche, riflettere su se stessi e connettersi con una realtà in continuo cambiamento.

Oltre l’università, il valore della lettura si estende alla vita adulta e anziana, come elemento fondamentale del life-long learning e della crescita personale. In una società che richiede una costante capacità di adattamento e una predisposizione all’apprendimento continuo, la lettura resta uno degli strumenti più potenti per mantenere la mente attiva, coltivare la curiosità e ampliare il proprio bagaglio culturale e relazionale. Leggere, esplorare nuove idee e prospettive, che si tratti di narrativa, saggistica, articoli scientifici o romanzi, permette di affrontare il cambiamento e di alimentare una comprensione più profonda e completa del mondo.

La lettura, pertanto, diventa un filo conduttore che accompagna l’intero arco della vita, fornendo risorse per affrontare ogni fase con consapevolezza e maturità. Contribuisce a sviluppare empatia, resilienza e capacità critica, promuovendo la crescita non solo dei singoli individui, ma della società intera. Nell’ottica del life-long learning, leggere non è solo un piacere o un passatempo, ma un pilastro della formazione continua, capace di arricchire ogni tappa della vita e di offrire sempre nuove possibilità di crescita e trasformazione.

Lettura e Sviluppo Cognitivo: Un’Analisi Neuroscientifica, Pedagogica e Psicologica

Dal punto di vista neuroscientifico, la lettura è un’attività complessa che attiva una rete diversificata di aree cerebrali e stimola una vasta gamma di abilità cognitive ed emotive. Quando leggiamo, il nostro cervello non si limita a decodificare il testo visivamente, ma coinvolge un circuito più ampio, elaborando parole, significati e immagini mentali. Le aree visive e linguistiche lavorano in sinergia per interpretare ogni parola e frase, ma la lettura va ben oltre questo: crea nel cervello un ambiente ideale per l’immersione, l’interpretazione e la simulazione emotiva.

Neuroscienziati hanno scoperto che, nel momento in cui leggiamo descrizioni dettagliate di esperienze sensoriali o emozionali, il nostro cervello attiva le stesse aree coinvolte nel vivere direttamente quelle esperienze. Ad esempio, leggere una descrizione che evoca un profumo o una sensazione tattile può attivare i sistemi cerebrali che normalmente rispondono a stimoli olfattivi o tattili, rendendo la lettura un’esperienza multisensoriale e profonda. Inoltre, l’empatia che si sviluppa durante la lettura di un romanzo o di un racconto è mediata da aree legate alle emozioni e all’identificazione con l’altro, come l’amigdala e altre strutture del sistema limbico. Questo processo permette al lettore di immedesimarsi nei personaggi, vivendo indirettamente le loro emozioni e sfide, un’esperienza che contribuisce a costruire l’intelligenza emotiva.

Dal punto di vista pedagogico, la lettura rappresenta un elemento chiave nello sviluppo cognitivo e sociale. Non solo arricchisce il vocabolario e migliora la capacità di comprensione, ma allena anche il pensiero critico e la capacità di inferenza, poiché richiede di collegare eventi e riflettere sui significati sottostanti. La lettura di narrativa, in particolare, espone i giovani lettori a una pluralità di culture, storie e prospettive, favorendo la comprensione interculturale e sociale. Questo dialogo continuo con testi di ogni genere permette al cervello di costruire collegamenti tra nuove informazioni e conoscenze pregresse, rendendo la lettura una pratica che, oltre a consolidare l’apprendimento, apre la mente alla diversità.

Sul piano psicologico, la lettura è una palestra emozionale: offre ai lettori un luogo sicuro in cui esplorare paure, gioie, speranze e sconfitte. Immedesimarsi nei personaggi aiuta i giovani a capire e accettare le proprie emozioni, a riflettere sulle loro esperienze e a costruire una resilienza psicologica utile per affrontare le sfide della vita reale. Studi dimostrano che l’immersione in storie di crescita personale o di superamento di ostacoli aiuta i lettori a comprendere meglio se stessi e a sviluppare una maggiore capacità di gestione delle proprie emozioni. La lettura offre uno spazio di riflessione interiore e un’opportunità di apprendere, attraverso l’esperienza di altri, strategie di adattamento e di risposta positiva di fronte alle difficoltà.

In sintesi, leggere è un’attività che va ben oltre il semplice riconoscimento delle parole. È un processo che attiva il cervello a diversi livelli, sollecitando abilità cognitive, empatiche ed emotive e creando un’integrazione profonda tra mente e cuore. La lettura, quindi, non solo educa e arricchisce, ma ci permette di esplorare, comprendere e gestire meglio le complessità della vita, rendendoci persone più consapevoli e resilienti.

Romanzi e Gialli: Esperienze per Crescere nelle Relazioni e nelle Emozioni

La lettura di romanzi e gialli offre ai ragazzi un’opportunità unica di maturazione emotiva e di sviluppo delle competenze sociali e relazionali. Nei romanzi, i protagonisti spesso affrontano esperienze intense che rispecchiano le difficoltà tipiche dell’adolescenza: le prime delusioni amorose, i conflitti con gli amici o le difficoltà a casa e a scuola. Questi racconti possono diventare vere e proprie guide emotive, suggerendo che la resilienza è possibile e che ogni sfida può essere superata con forza interiore. Immedesimarsi nei personaggi che attraversano momenti di crisi e superamento permette ai giovani lettori di vedere le difficoltà come esperienze temporanee, da affrontare con coraggio e pazienza. Questo processo di immedesimazione, di speranza e rinascita attraverso la narrativa è uno strumento che, pur sembrando invisibile, ha un grande impatto sullo sviluppo di un’identità forte e sicura.

Nel genere giallo, invece, i lettori vengono invitati a partecipare attivamente alla risoluzione di enigmi e misteri. Qui, l’attenzione al dettaglio, il pensiero logico e la capacità di risolvere problemi complessi sono qualità indispensabili, che preparano i ragazzi ad affrontare le sfide quotidiane con un approccio più razionale e consapevole. Seguendo un detective o un investigatore, il lettore apprende a valutare situazioni intricate e a trovare soluzioni creative ai problemi, abilità utili anche nella vita reale per interpretare e comprendere situazioni difficili e prendere decisioni ragionate.

Il libro, però, è molto più che un semplice strumento di intrattenimento o apprendimento. Ogni storia nasce nella mente di chi scrive; è lì che i personaggi vengono creati, vivono e si evolvono. Lo scrittore non si limita a raccontare le loro vicende, ma li segue passo passo, immergendosi nelle loro emozioni, condividendo con loro le delusioni e le vittorie, esplorando insieme a loro la bellezza e la complessità del tempo della vita. Questo legame profondo tra autore e personaggi si riflette inevitabilmente sul lettore, che, nel momento in cui si immerge in un racconto, fa proprie le vicende dei personaggi. Leggere diventa allora un’esperienza autentica e intima, unica per ciascun lettore, che non solo scopre nuove prospettive ma vive e rielabora le emozioni dei protagonisti in modo personale.

In questo senso, la lettura si trasforma in una forma di auto-esplorazione e crescita interiore. Ogni lettore vive la storia a modo suo, portando con sé le emozioni e le riflessioni suscitate dai personaggi e dalla trama. E, attraverso questo processo, impara a conoscere meglio se stesso e a riconoscere che anche le sfide più difficili possono essere superate, proprio come accade ai personaggi dei libri.

La Varietà dei Generi Letterari

L’universo della lettura abbraccia una moltitudine di generi e formati, ognuno dei quali arricchisce l’esperienza del lettore in modo unico. I romanzi offrono mondi complessi e intimi, dove ci si può immergere nei sentimenti e nelle vite dei personaggi, favorendo l’introspezione e l’empatia. Al contrario, i gialli con i loro misteri e indagini stimolano il pensiero logico e critico, coinvolgendo il lettore in un gioco intellettuale che sollecita la risoluzione di problemi.

La saggistica si apre invece alla realtà, esplorando argomenti che spaziano dalla storia alla scienza e alla filosofia. Questo genere sfida il lettore a riflettere e a comprendere la complessità del mondo, promuovendo la curiosità intellettuale. D’altra parte, la manualistica e i libri sugli hobby si concentrano su attività pratiche, nutrendo passioni personali e offrendo strumenti per sviluppare abilità concrete.

Anche i fumetti, i manga e le graphic novel svolgono un ruolo importante: con la combinazione di immagini e testo, rendono accessibili temi complessi e attraggono lettori giovani, offrendo una narrativa visiva che coinvolge immediatamente. La poesia e la drammaturgia, infine, rappresentano forme d’arte condensate, dove il linguaggio è usato in modo simbolico per esprimere idee e emozioni profonde, spesso favorendo la contemplazione e la riflessione sulle dinamiche umane.

Ogni genere contribuisce a costruire un’esperienza di lettura che può arricchire il lettore, portandolo a esplorare nuove prospettive e a scoprire aspetti della vita e della conoscenza umana da differenti angolazioni. In questo vasto panorama, la diversità dei generi stimola non solo l’intelletto, ma anche l’emotività, offrendo strumenti per interpretare la realtà e per costruire un bagaglio culturale e personale vario e profondo.

Tipologie Editoriali: Un Universo di Formati per Ogni Lettore

L’universo della lettura si arricchisce non solo con una molteplicità di generi, ma anche attraverso una varietà di tipologie editoriali che rispondono a esigenze diverse, rendendo l’esperienza di lettura più accessibile, pratica o esteticamente appagante. Ogni formato editoriale contribuisce in modo unico, offrendo soluzioni per ogni occasione e gusto, che vanno dal classico libro tascabile all’innovativo ebook digitale.

I tascabili, con la loro leggerezza e accessibilità, sono perfetti compagni di viaggio, rendendo la lettura facilmente fruibile ovunque. I cartonati, con le loro copertine rigide e resistenti, offrono una presentazione elegante e durevole, ideale per le prime edizioni o i volumi illustrati di pregio. I libri illustrati e gli albi, pensati spesso per bambini e adolescenti, combinano narrazione e immagini, creando un’esperienza multisensoriale che cattura l’attenzione e stimola l’immaginazione.

I libri d’arte e da collezione rappresentano vere opere d’arte, prodotti con materiali di alta qualità e pensati per appassionati e collezionisti che desiderano ammirare illustrazioni, fotografie o stampe di pregio. I libri rilegati in pelle e i volumi antichi sono oggetti preziosi per bibliofili, spesso destinati al collezionismo, con rilegature artigianali che conferiscono un fascino senza tempo. I libri per l’infanzia, con pagine spesse e resistenti, a volte dotati di elementi interattivi come pop-up o superfici tattili, sono ideali per i più piccoli, stimolando i sensi e l’apprendimento. Formati come i libri spiralati rispondono a esigenze pratiche specifiche, risultando utili per manuali, libri di cucina o quaderni di lavoro, grazie alla possibilità di sfogliare le pagine facilmente e mantenerle aperte stabilmente.

Ogni tipologia editoriale amplifica e personalizza l’esperienza di lettura, rispondendo a preferenze e necessità diverse. Che si tratti di un tascabile da portare in viaggio, di un libro d’arte da ammirare, il mondo dell’editoria continua a evolversi, adattandosi ai gusti e alle esigenze di ogni lettore e garantendo che la lettura rimanga una parte essenziale e accessibile della nostra vita.

I Nuovi Media Digitali e l’Intelligenza Artificiale: Una Rivoluzione nella Lettura e nell’Accesso al Sapere

L’avvento dei media digitali e dell’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il modo di leggere e accedere alla conoscenza, trasformando la lettura in un’esperienza immediata, personalizzata e accessibile. Gli ebook, disponibili su dispositivi come gli ebook reader e tablet, consentono di portare un’intera libreria ovunque, mentre le biblioteche digitali, come MLOL, mettono a disposizione migliaia di titoli consultabili da qualsiasi dispositivo. Anche gli audiolibri e i podcast hanno aperto nuove possibilità, offrendo contenuti da ascoltare durante gli spostamenti o in momenti di relax, rispondendo alle esigenze di chi preferisce l’ascolto alla lettura visiva e rendendo la fruizione più flessibile. In parallelo, l’intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore strumento innovativo nel mondo dell’editoria, capace di personalizzare l’esperienza di lettura attraverso algoritmi che suggeriscono libri in base ai gusti e alla cronologia dell’utente. L’IA, inoltre, preannuncia un futuro in cui sarà possibile creare libri interattivi e personalizzati, con trame influenzabili dal lettore, rendendo la narrazione più immersiva e dinamica. Gli strumenti di analisi semantica avanzata, infine, promettono di rendere i testi complessi più accessibili, permettendo a chiunque di fruire di contenuti che altrimenti risulterebbero impegnativi, indipendentemente dal livello di competenza. In questo scenario in continua evoluzione, i nuovi media digitali e l’IA stanno cambiando il panorama della lettura, aprendo strade inedite per scoprire, imparare e vivere le storie.

Buone Pratiche di Promozione della Lettura: Progetti e Iniziative

Promuovere la lettura è un obiettivo educativo fondamentale, specialmente in un’epoca caratterizzata da rapide trasformazioni digitali e dalla predominanza dell’informazione visiva e immediata. La lettura, oltre ad essere un mezzo per arricchire la cultura personale, rappresenta un’opportunità per sviluppare il pensiero critico, la capacità di riflessione e la comprensione delle complessità del mondo. Per questo motivo, sono sempre più diffuse nelle scuole e nelle università attività di promozione della lettura, anche in contesti caratterizzati da curriculi fortemente orientati alle scienze e alla tecnica. In questi casi, si introduce la teoria della complessità di Edgar Morin, che promuove un approccio integrato tra sapere umanistico e scientifico-tecnico, sottolineando l’importanza di un’educazione che superi le divisioni tra le discipline per comprendere meglio la complessità del reale.

Tra le buone pratiche per avvicinare i giovani alla lettura, vi sono attività come gli incontri con gli autori, che permettono agli studenti di conoscere direttamente chi ha scritto il libro che stanno leggendo, offrendo loro un’occasione per approfondire i temi e le intenzioni dell’opera. Il Book Swap, o scambio di libri, è un’altra iniziativa coinvolgente: non solo offre la possibilità di condividere e scoprire nuovi titoli, ma crea un senso di comunità e appartenenza tra lettori. Laboratori di lettura, in cui si analizzano testi in modo interattivo, e attività di debate, che incoraggiano gli studenti a confrontarsi sui contenuti dei libri letti, stimolano la riflessione critica e la capacità di argomentare. La drammatizzazione e la creazione di cortometraggi basati sui libri permettono agli studenti di esplorare il testo in modo creativo, aiutandoli a comprendere i personaggi e le tematiche in modo più profondo e personale.

In Italia, programmi nazionali come #ioleggoperché, Libriamoci e Il Maggio dei Libri sono diventati esempi di buone pratiche per promuovere la lettura e avvicinare le nuove generazioni al piacere dei libri. #ioleggoperché, ad esempio, incoraggia le donazioni di libri alle scuole, alimentando le biblioteche scolastiche e rendendo i libri più accessibili a tutti gli studenti. Libriamoci, invece, promuove giornate di lettura ad alta voce nelle scuole, in cui autori, attori e volontari leggono testi selezionati, creando un’atmosfera coinvolgente e stimolante per gli studenti. Il Maggio dei Libri offre una serie di eventi ed incontri con autori, illustratori e artisti, stimolando la lettura anche in contesti extra-scolastici e promuovendo l’idea che il libro sia uno strumento di crescita e di scoperta personale e collettiva.

Anche le scuole stesse possono giocare un ruolo fondamentale nella promozione della lettura, trasformando le biblioteche scolastiche in veri e propri centri culturali, dove gli studenti possono partecipare a maratone di lettura, club del libro e incontri tematici. Collaborazioni con autori, illustratori e altri professionisti del mondo editoriale consentono di arricchire ulteriormente queste iniziative, offrendo agli studenti l’opportunità di esplorare il processo creativo e di comprendere meglio il valore della narrativa e della saggistica. Inoltre, organizzare giornate dedicate alla lettura, magari con angoli di lettura all’aperto o allestimenti ispirati ai mondi dei libri, trasforma la lettura in un’esperienza sociale, stimolando la curiosità e la partecipazione attiva degli studenti.

In definitiva, le buone pratiche di promozione della lettura vanno oltre la semplice lettura individuale, trasformandola in un’attività partecipativa e inclusiva. In un mondo che richiede sempre più capacità di comprensione critica e di analisi delle complessità, promuovere la lettura diventa una missione che mira a formare cittadini consapevoli, capaci di navigare nel vasto mare delle informazioni con un bagaglio culturale e intellettuale solido.

Una Visione Globale: La Promozione della Lettura nel Mondo

A livello internazionale, la promozione della lettura è riconosciuta come una priorità fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale delle comunità. In Europa, iniziative come Europe Readr mirano a incentivare la lettura tra i giovani adulti, creando spazi pubblici per il dialogo e il dibattito su valori europei condivisi, sostenibilità e urbanismo. Questo progetto, sostenuto dall’Unione Europea, offre una piattaforma digitale gratuita che raccoglie opere letterarie contemporanee, accessibili a tutti i cittadini europei, promuovendo una cultura della lettura inclusiva e critica.

In America Latina, iniziative come Bibliotecas para Todos si concentrano sulla diffusione dei libri nelle aree svantaggiate, collaborando con biblioteche nazionali per creare e rafforzare spazi di lettura inclusivi. Questo progetto, promosso dalla ONCE, mira a garantire l’accesso alla cultura e all’informazione per le persone con disabilità visive, dotando le biblioteche di materiali in braille, audiolibri e tecnologie assistive.

Queste politiche culturali si stanno adattando alle nuove tecnologie per democratizzare ulteriormente l’accesso alla conoscenza. L’uso di piattaforme digitali, ebook e audiolibri consente di superare le barriere geografiche e fisiche, rendendo la lettura più accessibile a diverse fasce della popolazione. La consapevolezza che la lettura è un diritto universale spinge governi e organizzazioni a implementare strategie innovative, integrando strumenti digitali e promuovendo programmi educativi che incoraggiano l’abitudine alla lettura fin dalla giovane età. Questi sforzi sono essenziali per costruire società più informate, coese e capaci di affrontare le sfide del futuro con una solida base culturale.

Conclusioni

La lettura, pur evolvendosi nel tempo, rimane una forza trasformativa che ci arricchisce come individui e come società. Dai libri su carta ai formati digitali, dagli audiolibri ai podcast, ogni supporto rappresenta un canale unico per esplorare la complessità della realtà e del pensiero umano. Le iniziative per promuovere la lettura, sostenute a livello globale, dimostrano che leggere non è solo un piacere o un dovere scolastico, ma un diritto universale, capace di democratizzare la conoscenza e di costruire una società più coesa e consapevole.

Guardando al futuro, l’intelligenza artificiale e le connessioni neurali promettono di rivoluzionare ulteriormente il nostro rapporto con i libri. Immaginiamo un mondo in cui l’IA suggerisce letture perfettamente adattate alle nostre emozioni e aspirazioni, o in cui le esperienze di lettura si arricchiscono grazie a media sensoriali immersivi che ci fanno “sentire” e “vivere” ogni parola. La lettura potrebbe non essere più confinata alla vista o all’udito, ma diventare un’esperienza completa, che coinvolge ogni senso, immergendoci in mondi costruiti non solo dalle parole, ma anche dai suoni, dai profumi e dalle sensazioni.

In questo scenario, la lettura evolve da semplice atto individuale a connessione profonda tra l’uomo e la conoscenza, tra il sogno e la realtà. Il futuro della lettura è un viaggio senza fine, dove ogni libro, ogni storia, continua a ricordarci che siamo qui per scoprire, sentire e, soprattutto, sognare.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000