D. Maraini, La bambina che vola

Dacia Maraini tra i Comandamenti raccontati
di Antonio Stanca
È recente la pubblicazione, per conto di Mondadori Libri su licenza Rizzoli, della breve opera La bambina che vola, dove Dacia Maraini trasforma in un racconto, in una favola, il primo dei Dieci Comandamenti della religione cristiana: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Il libro fa parte di un progetto che ne comprende dieci, ognuno prodotto da una nota scrittrice italiana e mirato a fare di ogni Comandamento un racconto o una favola che lo renda più accessibile, più convincente. Alcuni di questi libri sono già usciti, altri sono di prossima pubblicazione. Tutti perseguono una finalità di carattere didattico, uno scopo divulgativo, dimostrativo, che poi è quello perseguito dalla Maraini in ogni momento, in ogni aspetto della sua vasta e varia attività. Da quando ha cominciato a scrivere, a poco più di ventanni, fino ad oggi che ne ha ottantanove, l’abbia fatto per giornali, riviste, romanzi, per la televisione, il cinema, il teatro, per centri di studio, laboratori di scrittura, di lettura, qualunque sia stato il modo, il fine, il genere si è sempre proposta una funzione sociale, un servizio utile ad insegnare, trasmettere quanto riteneva necessario, importante per il singolo e la collettività. Non ha mai smesso di considerare quella intellettuale un’attività della quale bisognava rendere partecipi anche gli altri ai fini di un miglioramento, un arricchimento, una formazione dell’opinione pubblica. Vasta e varia è stata la produzione della Maraini. Molte traduzioni, molti riconoscimenti hanno ottenuto le sue opere, distinte sono risultate dalle suddette inclinazioni, tendenze sue proprie, quelle che l’hanno resa molto popolare. Ad esse ubbidisce pure l’ultimo lavoro, La bambina che vola, dove per farlo capire meglio trasforma in un racconto il primo Comandamento. In un racconto che sa di favola giacché facile, semplice, chiaro come una favola si mostra nei contenuti e nella forma espressiva. “La bambina che vola” è quella che compare, agli inizi più spesso, nella stanza dove Sara, la protagonista, dorme dopo aver lavorato tutto il giorno a costruire giocattoli di legno. Sara è un’intagliatrice, un’artigiana che è diventata molto abile, molto capace nel suo lavoro. Lo svolge in un lontano villaggio della Palestina dove è nota e apprezzata. Il marito l’ha lasciata da tempo per andare con una donna più giovane di lui e a Sara è rimasto solo il suo lavoro per poter vivere. È una situazione che l’ha resa vittima di pensieri tristi, di paure, di ossessioni e che molto disturba il suo sonno fino, a volte, a non farla dormire per intere notti. Durante qualcuna di quelle notti diventate così difficili comincerà a vedere, senza che si distingua tra realtà o sogno, una bambina alata, un angelo che appare e scompare, che vola e che soprattutto la aiuta, è disposto ad alleviare le sue pene, a tenerle compagnia, a raccontarle delle storie. Queste si dimostreranno utili a liberare Sara dalla tensione della quale si è caricata. Saranno storie ricavate dalla Bibbia, vogliono far vedere come il male venga sempre punito e il bene compensato, riconosciuto, aiuteranno Sara a superare la sua condizione, a risolvere i suoi problemi, la metteranno in attesa del bene perduto, le faranno capire di meritarlo, di esserne degna, di doverlo considerare la sua cosa più importante. Tramite quelle storie il racconto della Maraini si popolerà di persone, di vicende, acquisterà significati più ampi, porterà a risultati più concreti, farà valere di più quello che era solo un ordine, un comando e che rimaneva lontano, estraneo. Questa condizione, questa atmosfera familiare, intima voleva ottenere la scrittrice poiché la considerava più idonea a raggiungere lo scopo e non si può negare che ci sia riuscita nel migliore dei modi.
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