La regressione degli insegnanti italiani: un appello alla riflessione di Libero Tassella

In un contesto educativo in continua evoluzione, le parole di Libero Tassella risuonano come un campanello d’allarme sulla condizione degli insegnanti italiani. Secondo Tassella, gli insegnanti oggi si sono trasformati in “passivi soggetti ubbidienti a ogni riforma o novità governativa”. Questo cambiamento radicale rispetto al passato, quando gli insegnanti erano “reattivi e attivi, battaglieri e propositivi”, solleva interrogativi cruciali sulla loro attuale posizione e sul futuro della professione.
Un’analisi critica della situazione attuale
Tassella sottolinea che gli insegnanti non reagiscono più alle riforme, limitandosi a lamentarsi sui social media. “Oggi non sarebbero all’altezza di vagliare nessuna riforma o addirittura fare proposte”, afferma. Questa passività è evidenziata dalla recente legge di bilancio 2025, che per la prima volta prevede “il taglio degli organici e sancisce la regressione economica delle retribuzioni fino al 2030”.
Un tempo, gli insegnanti avrebbero fatto “le barricate”, ma secondo Tassella, solo “poco più del 5% del personale” ha partecipato allo sciopero di dicembre. Questo dato mette in luce una mancanza di mobilitazione e di consapevolezza tra i docenti.
Un futuro incerto
Le preoccupazioni di Tassella non si fermano qui. “Io sono molto pessimista sul futuro degli insegnanti italiani”, dichiara. La sua analisi evidenzia un deterioramento della condizione professionale e retributiva degli insegnanti, con il rischio imminente di ulteriori attacchi ai diritti contrattuali consolidati. Questi diritti sono stati conquistati da generazioni di insegnanti attraverso manifestazioni e scioperi, strumenti di lotta che oggi sembrano essere “aborriti” dai docenti.
Tassella mette in guardia sul fatto che gli insegnanti hanno interiorizzato l’idea che “non si può fare nulla” e che la loro condizione possa migliorare “senza alcuna forma di lotta, per opera e virtù dello Spirito Santo”. Questa visione passiva rischia di compromettere non solo il presente, ma anche il futuro della professione docente in Italia.
Le dichiarazioni di Libero Tassella offrono uno spunto di riflessione profondo sulla regressione degli insegnanti italiani. È fondamentale che gli educatori ritrovino il loro ruolo attivo nella società e nella politica educativa, per difendere i propri diritti e quelli delle future generazioni. La mobilitazione e la consapevolezza sono essenziali per affrontare le sfide che il sistema scolastico italiano si trova ad affrontare.
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