Il declino: ridurre l’integrale a un’area

Il declino dell’insegnamento della matematica in Italia: il caso dell’integrale definito ridotto al solo calcolo delle aree
Un tempo, in Italia, si auspicava che il dibattito educativo prestasse attenzione non solo all’insegnamento, ma anche all’apprendimento. In poco più di vent’anni, questo auspicio si è trasformato in un nuovo squilibrio: oggi l’attenzione si concentra quasi esclusivamente sull’apprendimento — o meglio, sui dati che pretendono di misurarlo.
Il risultato? Il dibattito educativo è pressoché scomparso, e con esso anche l’attenzione all’insegnamento, a cosa e come s’insegna. Basta guardare al clima e alle procedure che dominano lo svolgimento dei concorsi a cattedre, alle modalità del conseguimento dei crediti universitari o al dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali, ridotto a una mera lotta tra due gruppi di esperti in cui l’uno pensa di saperne più dell’altro. A soffrirne maggiormente è, inevitabilmente, l’insegnamento della matematica: da sempre luogo di aspirazioni al miglioramento e oggi privo di stimoli a fare meglio, a livello collettivo, ambientale, istituzionale.
Una povertà culturale e pedagogica diffusa
Un caso emblematico di questa deriva è rappresentato dai Quadri di riferimento per le prove scritte dell’Esame di Stato del 2018. La loro influenza sulla didattica, in appena sette anni, si è rivelata devastante, anche se molti docenti non sanno neppure il motivo della loro esistenza e in che rapporto si pongono con le Indicazioni Nazionali. D’altronde, per la matematica del liceo scientifico, se le Indicazioni Nazionali risultano carenti e scritte male, i Quadri di riferimento lo sono in
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