Modifica del calendario scolastico, a rimetterci di più saranno gli allievi con disabilità

Scrivo in qualità di insegnante di sostegno, con anni di esperienza accanto a studentesse e studenti con bisogni educativi speciali, per esprimere una seria preoccupazione rispetto all’ipotesi di modificare il calendario scolastico introducendo una pausa tra il primo e il secondo quadrimestre.
Per molti dei nostri ragazzi, questa scelta rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma educativo.
Generalmente, tra la fine del primo quadrimestre e l’inizio del secondo, è proprio il momento in cui le strategie messe in campo iniziano a dare i primi risultati. È la fase più delicata: quella in cui si comincia a consolidare un lavoro iniziato mesi prima, oppure a correggere ciò che non ha funzionato, affinché possa esserci un reale cambiamento.
Per i ragazzi con certificazioni, come ad esempio i disturbi dello spettro autistico o condizioni simili, una pausa proprio in quel periodo significherebbe interrompere un processo faticosamente avviato e, al loro ritorno, dover ripartire da capo. E non riguarda soltanto gli studenti certificati: anche molti altri alunni in difficoltà, che con grande fatica stanno conquistando fiducia in se stessi, sicurezza e metodo, verrebbero danneggiati. Una pausa a metà anno rischierebbe di vanificare tutti questi sforzi, trasformandosi in un disastro.
Si parla tanto di “modello francese”, ma è importante specificare che in Francia le vacanze scolastiche sono organizzate in modo diverso. Innanzitutto, hanno più pause brevi distribuite nell’anno, ogni circa 60 giorni di lezione, e sono scaglionate per regione. Inoltre, la modifica che si sta ipotizzando qui in Italia prevede un’estensione dell’anno scolastico a giugno o un inizio anticipato a settembre.
Vorrei sottolineare un aspetto fondamentale: aggiungere una o due settimane a giugno può risultare problematico, ma anticipare l’inizio a settembre, quando siamo ancora nel pieno dell’estate, è semplicemente una follia. Il primo settembre le temperature sono ancora tipicamente estive. Chiudere bambini e ragazzi in aule afose, spesso prive di climatizzazione, non è una proposta ragionevole.
Se davvero vogliamo ripensare il sistema scolastico in modo utile ed efficace, allora proponiamo qualcosa di radicalmente diverso: scuola dal 1° ottobre al 31 maggio, con orario prolungato fino alle 17.00. Gli insegnanti lavorerebbero su turni (una volta al mattino, una volta al pomeriggio), mentre gli studenti, dalle 8.00 alle 17.00, avrebbero modo non solo di studiare, ma anche di fare sport, laboratori, attività creative.
Oggi, invece, l’80% degli studenti esce da scuola all’una, e già alle due del pomeriggio è incollato a uno schermo fino a sera. È davvero questo il modello educativo che vogliamo difendere o peggiorare?
Un cambiamento ha senso solo se migliora davvero il benessere e l’apprendimento dei nostri ragazzi. Altrimenti, è solo un danno annunciato.
Un Insegnante di sostegno
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