Bocciata a 6 anni: Il TAR Campania ordina un nuovo consiglio di classe, “ha disturbi cognitivi”

Napoli – Una storia di speranza e giustizia ha preso forma a Napoli, dove una bambina di sei anni, inizialmente bocciata alla prima elementare, è stata riammessa alla seconda dopo un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania. Il caso ha sollevato interrogativi sulla gestione delle difficoltà cognitive degli studenti e sull’importanza di percorsi didattici personalizzati.
La battaglia dei genitori
La vicenda ha avuto inizio quando, a giugno, la dirigente scolastica e i docenti di un istituto comprensivo di Fuorigrotta hanno deciso di far ripetere la prima elementare alla bambina, consapevoli delle sue evidenti difficoltà. La piccola, che soffre di depressione da abbandono e disturbi dello sviluppo cognitivo, ha visto la sua bocciatura giustificata dalla mancanza di una diagnosi ufficiale da parte dell’ASL. Gli insegnanti hanno dichiarato che, senza tale diagnosi, non era possibile attivare un percorso didattico personalizzato o fornire un docente di sostegno.
I genitori, ritenendo la bocciatura «disumana e punitiva», hanno deciso di impugnare la decisione, chiedendo l’intervento del TAR della Campania per ribaltare la bocciatura.
L’intervento del TAR
Il 29 luglio, il TAR Campania ha accolto il ricorso, sospendendo la bocciatura e definendo la decisione della scuola come «intrinsecamente contraddittoria» e mal motivata. I giudici hanno sottolineato che l’istituto non aveva previsto percorsi di apprendimento personalizzati per la bambina, nonostante fosse consapevole delle sue difficoltà. Di conseguenza, il TAR ha ordinato al consiglio di classe di rivedere la decisione entro il 20 agosto.
In risposta, la dirigente scolastica ha convocato una riunione straordinaria del consiglio di interclasse per il 19 agosto, richiamando gli insegnanti dalle ferie. Durante l’incontro, sono stati esaminati tutti i documenti e i certificati medici della bambina, inclusa una diagnosi di disabilità ottenuta nel mese di giugno.
La riammissione alla classe seconda scuola Primaria
Alla fine della riunione, il consiglio ha deciso di ammettere la bambina alla classe seconda, annullando la bocciatura e prevenendo una possibile sentenza negativa nei confronti della scuola da parte del TAR. La preside ha descritto la decisione iniziale come «dolorosissima», riconoscendo che le difficoltà cognitive della bambina richiedono un insegnante dedicato e un approccio educativo mirato.
Nonostante la riammissione, i genitori hanno scelto di iscrivere la figlia in un’altra scuola, affermando che il rapporto di fiducia con l’istituto è compromesso. Questa decisione evidenzia le sfide che molte famiglie affrontano quando si tratta di garantire un’istruzione adeguata per i propri figli, in particolare per quelli con esigenze speciali.
Il caso della bambina di Napoli mette in luce l’importanza di un sistema educativo inclusivo e attento alle esigenze di tutti gli studenti. La vicenda ha sollevato dibattiti sulle politiche scolastiche riguardanti il supporto per gli alunni con difficoltà cognitive e sull’importanza di diagnosi tempestive e percorsi didattici personalizzati.
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