Gli aggettivi della declinazione attica

In greco antico, come per alcuni sostantivi della seconda declinazione che seguono la declinazione attica, anche alcuni aggettivi appartenenti alla prima classe seguono la declinazione attica, poiché l’attico stesso, come visto nell’articolo riservato ai dialetti greci, era considerato una delle minoranze linguistiche greche più importanti e più influenti.

All’interno di quest’articolo ripoteremo la declinazione attica di questi aggettivi, corrispondente alla declinazione attica della seconda declinazione, e riporteremo le varie osservazioni che potranno tornar utili al tuo studio.

Definizione

Gli aggettivi della declinazione attica in greco antico presentano caratteristiche specifiche, soprattutto nella loro flessione. Si declinano come i sostantivi della declinazione attica, che hanno il tema in -ω, e solitamente hanno due uscite (eccetto l’aggettivo πλέως, πλέα, πλέων, che ne ha appunto tre). 

Gli aggettivi a due uscite seguono perfettamente la seconda declinazione attica. L’unico a tre uscite, invece, segue la seconda declinazione per il maschile e il neutro e la prima per il femminile. Il femminile ricordiamo che in quelli a due uscite è considerato insieme al maschile.

Declinazione ἵλεως, ἵλεων (benevolo)

Numero Genere Maschile/Femminile Neutro
Singolare Nominativo ἵλεως ἵλεων
Singolare Genitivo ἵλεω ἵλεω
Singolare Dativo ἵλε ἵλε
Singolare Accusativo ἵλεων ἵλεων
Singolare Vocativo ἵλεως ἵλεων
Duale Casi diretti ἵλεω ἵλεω
Duale Casi obliqui ἵλεῳν ἵλεῳν
Plurale Nominativo ἵλε ἵλεα
Plurale Genitivo ἵλεων ἵλεων
Plurale Dativo ἵλεῳς ἵλεῳς
Plurale Accusativo ἵλεως ἵλεα
Plurale Vocativo ἵλε ἵλεα

Osservazioni

  1. Gli aggettivi attici, secondo le regole dell’accentazione, sono parossitoni in tutta la declinazione perché il gruppo -εω viene considerato alla stregue di un’unica sillaba (sinizesi);
  2. L’uscita in dei casi diretti del neutro plurale è dovuta ad analogia con gli altri aggettivi della prima classe;
  3. L’aggettivo σῶος, σώα, σῶον “salvo”, affianca alle forme regolari (σώου, σώας, σώου…) alcune forme della declinazione attica:
    • nominativo singolare maschile/femminile: σῶς, neutro: σῶν;
    • accusativo singolare maschile/femminile e neutro: σῶν;
    • nominativo plurale maschile/femminile: σῷ, neutro: σᾶ;
    • accusativo plurale maschile/femminile: σῶς, neutro σᾶ.
  4. Negli aggettivi composti in -γελως, -γηρως, -ερως, -κερως, l’accento rimane sempre sulla sillaba finale del primo elemento contro la legge del trisillabismo: φιλόγελως “amante del riso”; δύσερως “che ama follemente” ecc.

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Caratteri generali dei sostantivi maschili della prima declinazione del greco antico

La prima declinazione del greco antico, che comprende sostantivi prevalentemente femminili, sebbene ammetta anche quelli maschili, si distingue per la sua varietà morfologica e la sua struttura fonetica, che ha subito diverse evoluzioni nel corso della storia della lingua greca.

In quest’articolo, dopo aver trattato i sostantivi della prima declinazione in alpha puro e impuro nei precedenti articoli, ci focalizzeremo esclusivamente sui caratteri generali dei sostantivi maschili, riportando la loro declinazione negli articoli a loro dedicati.

Potremo quindi osservare le peculiarità generali che li rendono riconoscibili e distinti dalle altre declinazioni, in particolare dalla seconda – che tratteremo successivamente – che comprende principalmente sostantivi maschili e neutri con terminazioni diverse.

Caratteristiche generali

I sostantivi maschili appartenenti alla prima declinazione, pur avendo tutti il tema in α lungo, presentano due modelli di flessione:

i sostantivi in α puro: escono in ας al nominativo singolare e conservano l’α in tutta la flessione. Ad esempio ὁ ταμίας, τοῦ ταμίου;

i sostantivi in α impuro: escono in ης al nominativo singolare e conservano l’η in tutta la flessione del singolare, per poi tornare in α nel resto della declinazione. Ad esempio: ὁ σατράπης, τοῦ σατράπου.

La declinazione dei sostantivi maschili si distingue da quella dei femminili in due casi:

il nominativo singolare è sigmatico, ossia che si forma aggiungendo una desinenza -ς al tema;

il genitivo singolare presenta la terminazione -ου: analogica a quella del genitivo singolare della seconda declinazione.

Inoltre, le leggi dell’accento, rispettano quelle che abbiamo riportato all’interno dell’articolo riservato ai caratteri generali della prima declinazione.

Osservazioni importanti

Alcuni termini non rispettano le indicazioni sopra riportate. In particolare il genitivo maschile che solitamente è perispomeno, è parossitono nei seguenti casi:

οι ετησίαι (“venti etsii”): ha come genitivo plurale των ετησίαι;

ο χλούνες (“cinghiale”): ha come genitivo plurale των χλούνων;

ο χρήστης (“usuraio”): ha come genitivo plurale των χρήστων

Derivazione storica

Un altro aspetto significativo della prima declinazione maschile è l’influenza di vari dialetti, come quello dorico e ionico, che modificano le forme di declinazione. Per esempio, i sostantivi che si concludono in -ης o -ας nel nominativo singolare si declinano in modo simile ma con piccole variazioni a livello di genitivo o accusativo. Inoltre, alcuni sostantivi maschili, come quelli derivati da nomi di agenti, presentano peculiarità fonetiche, come la presenza di una vocale lunga nella radice.

L’importanza di studiare i sostantivi maschili della prima declinazione risiede non solo nella comprensione della struttura grammaticale del greco antico, ma anche nella possibilità di riconoscere le sfumature di significato e di uso nei testi classici. Le forme declinate di questi sostantivi sono essenziali per la corretta traduzione e interpretazione delle opere degli autori antichi, come quelli di Omero, Platone e Aristotele, e per comprendere il contesto culturale e sociale in cui venivano utilizzati.

Classificazione degli aggettivi

In linguistica, non solo in italiano, ma anche in greco, è frequente l’utilizzo degli aggettivi, parti integranti del discorso che servono a qualificarlo, specificarlo o determinarlo, aggiungendo informazioni che ne specificano l’identità.

Nell’italiano corrente gli aggettivi concordano con il soggetto a cui si riferiscono per genere e numero. Nella morfologia dell’antico greco, facendo parte di una lingua flessiva, predispone che l’aggettivo debba concordare con il soggetto corrispondente non solo in genere e numero, bensì anche nel caso.

Origine degli aggettivi

Gli aggettivi sono nati come risposta a una necessità comunicativa: non basta nominare un oggetto o una persona, spesso serve anche caratterizzarlo.Ad esempio:

Dire “uomo” (ἀνήρ) identifica solo una categoria generica.

Dire “uomo saggio” (ἀνήρ σοφός) aggiunge un’informazione qualificante che orienta l’ascoltatore.

Storicamente, gli aggettivi derivano in gran parte:

Da antichi participi verbali, usati in senso descrittivo (es. τρέχων = “corrente” → “che corre”).

Da composti nominali che in origine erano frasi ridotte (es. φιλόσοφος = “amico della sapienza”).

Da radici qualificative proprie, formate con suffissi specifici (-ος, -ής, -ύς, -ινός, ecc.).

Col tempo, queste forme si sono fissate come categoria autonoma, distinta dal verbo e dal nome, pur mantenendo stretti legami con entrambi:

Con il nome condividono la funzione di designare qualcosa.

Con il verbo condividono la possibilità di esprimere stati e proprietà.

Funzione nell’architettura linguistica greca

Nel greco antico, l’aggettivo svolge tre ruoli fondamentali:

Distintivo → differenzia tra più entità (es. ὁ μικρὸς ναός vs ὁ μέγας ναός).

Espressivo → carica emotivamente il discorso (epiteti omerici: πολύτροπος Ὀδυσσεύς).

Sostitutivo → quando sostantivato, diventa esso stesso nome (οἱ σοφοί = “i saggi”).

Classificazione degli aggettivi nell’antico greco

1. Classificazione secondo la funzione

Dal punto di vista funzionale, gli aggettivi del greco antico si suddividono principalmente in:

1.1 Aggettivi qualificativi (ἐπίθετα ποιητικά)

Funzione: esprimono una qualità o caratteristica del sostantivo.

Esempi:

καλός (kalós) = bello

σοφός (sophós) = saggio

Possono essere:

Attributivi → accompagnano direttamente il sostantivo: ὁ καλὸς ἀνήρ (“il bell’uomo”).

Predicativi → collegati al sostantivo tramite un verbo: ὁ ἀνὴρ καλός ἐστιν (“l’uomo è bello”).

1.2 Aggettivi determinativi (ἐπίθετα ὁριστικά)

Questa categoria include aggettivi che non indicano qualità intrinseche, ma limitano, precisano o determinano il sostantivo.Comprende sottocategorie come:

Dimostrativi → οὗτος (“questo”), ἐκεῖνος (“quello”)

Possessivi → ἐμός (“mio”), σός (“tuo”)

Interrogativi → τίς; (“chi?”), ποῖος; (“quale?”)

Indefiniti → τις (“qualcuno”), ἄλλος (“altro”)

Numerali:

Cardinali: εἷς (“uno”), δύο (“due”)

Ordinali: πρῶτος (“primo”), δεύτερος (“secondo”)

2. Classificazione secondo la formazione e la declinazione

Dal punto di vista morfologico, nel greco antico, gli aggettivi vengono suddivisi in due classi fondamentali:

2.1 Prima classe:

Comprende:

aggettivi a tre uscite: seguono al maschile e al neutro la seconda declinazione, al femminile la prima;

aggettivi a due uscite: presentano un’unica forma per il maschile e per il femminile, seguendo esclusivamente il modello della seconda declinazione;

aggettivi della declinazione attica;

aggettivi contratti a tre uscite;

aggettivi contratti a due uscite.

2.2 Seconda classe:

Comprende aggettivi maschili, femminili e neutri vincolati da tutte le possibili sfaccettature della terza declinazione, che analizzeremo insieme negli articoli successivi.

Aspetti sintattici rilevanti

Gli aggettivi possono avere tre posizioni tipiche rispetto all’articolo e al sostantivo:

Attributiva semplice:ὁ καλὸς ἀνήρ = l’uomo bello

Attributiva articolata:ὁ ἀνὴρ ὁ καλός = l’uomo bello (ma con enfasi)

Predicativa (senza articolo davanti all’aggettivo):ὁ ἀνὴρ καλός = l’uomo è bello

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