Contratto “Istruzione e Ricerca”: governo stanzi risorse necessarie per recupero potere d’acquisto

“Per accelerare la chiusura del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022-2024 Istruzione e Ricerca il governo sa come fare: stanzi le risorse necessarie a recuperare il potere di acquisto e metta fine alla disparità esistente tra comparti della Pubblica Amministrazione”. È quanto si legge in una nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL rilasciata a margine dell’odierno incontro di trattativa all’ARAN.
“Dopo l’incontro di questa mattina e dopo l’ennesima intervista fotocopia da parte ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo, che mena vanto di uno stanziamento di 20 miliardi di euro da qui al 2030 per il rinnovo dei contratti delle lavoratrici e dei lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni, teniamo a chiarire alcuni punti – prosegue la nota -. La FLC CGIL è un sindacato che contratta e firma i contratti, ma non è disposta, come vorrebbe il ministro, a fare la parte del notaio che ratifica le scelte politiche del governo, per il semplice motivo che ciò significherebbe accettare una riduzione di ben due terzi del potere d’acquisto dei salari del personale di scuola università, ricerca e Afam rispetto all’inflazione certificata nel triennio 2022-2024 (aumenti del 6% a fronte di un’inflazione di quasi il 18%)”.
“Inoltre, sottolinea la FLC, Zangrillo parla curiosamente del suo sforzo per perequare i salari dei lavoratori delle funzioni centrali e degli enti locali. Benissimo! E la perequazione per i lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca che sono i peggio pagati della Pubblica Amministrazione non rientra nei piani del ministro?”.
Per il sindacato di
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