Scuola, sul sostegno il populismo di Valditara

Collettiva.it
Stefano Iucci
Mettiamoci nei panni di una famiglia con un figlio o una figlia disabile. Ogni anno la stessa storia: l’insegnante di sostegno cambia perché è precario: non è un’eccezione, succede molto spesso. E si ricomincia, con tutte le incognite del caso. Arriva un decreto che dà la possibilità di chiedere la conferma di quell’insegnante anche per l’anno successivo. Cosa fa questa famiglia? Da questo anno scolastico questa opzione è stata resa possibile, previo via libera del dirigente scolastico, dal decreto legge 71 del 2024.
Una volta “confermato” il docente ha diritto alla precedenza assoluta nell’assegnazione del posto occupato l’anno precedente, bypassando le graduatorie. “Si tratta di una scelta populistica, sbagliata – commenta Manuela Calza, segretaria nazionale Flc Cgil – perché destruttura completamente un sistema di reclutamento che, con tutte le sue difficoltà e i suoi difetti, garantisce trasparenza ed equità, visto che è basato su titolo, servizi svolti, cioè su elementi oggettivi”.
E ancora: “In questo modo poi si affida alle famiglie che sono un soggetto esterno alla scuola la valutazione dell’operato dei docenti. Poiché inoltre si tratta di insegnanti precari, questo significa rendere la loro posizione, proprio perché subordinata al consenso delle famiglie, ancora più fragile, soggetta a ricattabilità”.
Il caso Puglia
Numeri complessivi ancora non ce ne sono, ma è interessante ciò che arriva da alcuni territori. In Puglia, ad esempio, su 9.805 nomine sul sostegno, quasi la metà (4.362) sono arrivate applicando la continuità richiesta dalle famiglie. “Molti docenti meglio posizionati in graduatoria, insomma, sono stati
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