Divieto di smartphone a scuola: le alternative tech per i più piccoli

Il nuovo anno scolastico è appena partito, il secondo che vieta, con la Circolare dell’11 luglio 2024, l’utilizzo dei telefoni cellulari nel primo ciclo di istruzione e poi con la Circolare dello scorso 16 giugno, anche per attività didattiche – salvo specifiche deroghe previste nei PEI (Piani Educativi Individualizzati) o nei PDP (Piani Didattici Personalizzati).
Una misura da un lato dettata dalle crescenti preoccupazioni legate alla dipendenza digitale, alla precoce esposizione ai social network e a un primo approccio non accompagnato alla tecnologia, che si scontra dall’altro con la necessità, da parte dei genitori, di monitorare e rimanere in contatto con i propri figli durante le ore scolastiche.
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I rischi di un uso precoce e non guidato dello smartphone
Secondo un rapporto di Save the Children Italia pubblicato nel 2025, ben il 32,6% dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni utilizza lo smartphone ogni giorno. Un dato in forte aumento rispetto al 18,4% rilevato nel periodo 2018-2019. Spesso questo strumento viene utilizzato per distrarre e intrattenere i più piccoli, ma non sono rari i casi in cui i bambini hanno accesso a questa tecnologia senza la supervisione di un adulto.
Lasciare uno smartphone a bambini in età scolare, senza una vera educazione all’uso consapevole della tecnologia, può esporre a numerosi rischi. Non si tratta solo di distrazioni o tempo eccessivo davanti allo schermo: l’accesso non filtrato a contenuti online, social network e app di messaggistica può avere ripercussioni su attenzione, sviluppo emotivo e relazioni sociali.
Molti bambini non possiedono ancora gli strumenti cognitivi per gestire dinamiche come il confronto continuo, il cyberbullismo o la pressione dell’apparire e, senza un accompagnamento adulto, lo smartphone rischia di diventare una porta aperta su un mondo troppo complesso, con impatti anche sul benessere psicologico e sull’autostima.
Smartwatch per bambini come soluzione sicura e graduale
Per garantire ai genitori la tranquillità di rimanere in contatto con i propri figli quando questi sono a scuola, soprattutto durante i tragitti da e verso l’istituto scolastico, e per introdurre gradualmente i bambini all’utilizzo della tecnologia, sempre più famiglie scelgono di affidarsi a tecnologie alternative, pensate appositamente per i più piccoli e con funzionalità limitate, come ad esempio gli smartwatch dotati di GPS. Una soluzione che, negli ultimi anni, sta guadagnando terreno proprio come alternativa agli smartphone, con l’obiettivo di coniugare sicurezza, semplicità d’uso e rispetto delle regole scolastiche.
Questi dispositivi, pensati appositamente per l’infanzia, permettono di effettuare e ricevere chiamate da una lista ristretta di numeri autorizzati dai genitori e condividere la posizione in tempo reale, senza permettere però di navigare su Internet o accedere ai social, il che li rende strumenti sicuri, facilmente integrabili nella routine scolastica, senza distrarre o creare dipendenza.
I vantaggi non sono solo tecnici. Dispositivi come gli smartwatch offrono un approccio più graduale e responsabile alla tecnologia, educando i bambini a un uso moderato e controllato degli strumenti digitali e promuovendo la loro autonomia senza esporli a rischi non adatti alla loro età. Per i genitori, rappresentano una forma di tranquillità: la possibilità di sapere dove si trova il proprio figlio e poterlo contattare in caso di necessità, senza affidarsi a un dispositivo che li esponga ai rischi di un accesso al web senza supervisione. Secondo uno studio condotto da SaveFamily, il 55% delle persone intervistate ritiene che gli smartwatch con controllo parentale siano una soluzione efficace per ritardare la consegna del telefono cellulare. Una percentuale che aumenta al 67,3% se si considera la fascia dei genitori di bambini e bambine tra i 9 e gli 11 anni.
Il dibattito scolastico sugli smartwatch e l’educazione digitale
In questo processo di formazione, le scuole svolgono un ruolo fondamentale: se da un lato è importante tutelare l’ambiente scolastico da distrazioni o usi impropri della tecnologia, dall’altro è altrettanto urgente promuovere una riflessione comune su come accompagnare bambini e ragazzi nell’uso consapevole degli strumenti digitali.
Alcuni istituti stanno già aggiornando i propri regolamenti interni per disciplinare l’uso degli smartwatch a scuola, distinguendo tra dispositivi con funzioni didattiche e dispositivi “di sicurezza”, ammessi purché non interferiscano con l’attività in classe. Altri, invece, mantengono posizioni più restrittive. In entrambi i casi, emerge con chiarezza la necessità di definire linee guida condivise tra famiglie, docenti e istituzioni, che aiutino a orientarsi tra divieti, possibilità e nuove responsabilità educative.
Accompagnare i bambini a un uso consapevole della tecnologia
L’impatto della tecnologia sulla crescita dipende da come, quando e con quali strumenti viene introdotta nella vita dei più piccoli, per questo è importante chiedersi quali strumenti siano davvero adatti all’età dei bambini, ai loro bisogni di crescita e al loro equilibrio psicologico.
Non si tratta solo di ritardare la consegna dello smartphone, ma di costruire un percorso educativo, nel quale i dispositivi digitali vengano introdotti con gradualità, consapevolezza e guida. Un percorso in cui genitori ed educatori svolgono un ruolo centrale, come guide a un utilizzo sano, critico e responsabile della tecnologia. In quest’ottica, anche un dispositivo semplice come uno smartwatch con funzioni limitate può rappresentare una scelta educativa importante verso una relazione più equilibrata tra bambini e digitale.
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