Oltre la medaglia: la vera missione di chi insegna il movimento a scuola

Di  Luigi Russo

Immaginiamo un ingegnere di Formula 1, un mago dell’aerodinamica e della telemetria, a cui viene chiesto di insegnare a un gruppo di neopatentati come godersi una gita in campagna. L’esperto ha con sé computer e diagrammi di aderenza, ma di fronte ha ragazzi che ancora faticano a coordinare frizione e acceleratore. Questa metafora descrive perfettamente il paradosso che vive oggi il Dottore in Scienze Motorie quando entra in una scuola italiana.

I nostri istituti accolgono professionisti brillanti, la cui preparazione universitaria è impeccabile per forgiare atleti e ottimizzare la performance sportiva. Questi nuovi insegnanti possiedono un bagaglio di conoscenze scientifiche sofisticatissime sulla fisiologia e sulla biomeccanica del corpo umano. Eppure, il loro primo giorno in palestra si scontra con una realtà che nessuna formula può decifrare: un mosaico di adolescenti.

In questo gruppo eterogeneo c’è chi vive ogni partita come una finale

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