La verità sulla scuola italiana: Un appello per il cambiamento

Un Sistema Scolastico in Difficoltà

Roma – «È incredibile come si continui a raccontare una storia che non esiste». Con queste parole, Salvatore Francesco Ciurleo, esperto di dinamiche scolastiche, esprime la sua frustrazione nei confronti della narrazione attuale sul sistema educativo italiano. Ciurleo sottolinea che, sebbene si portino esempi di altri Paesi, si ignora il fatto che l’Italia avesse un sistema scolastico tra i migliori al mondo, smantellato pezzo dopo pezzo.

La questione INVALSI

Un punto centrale della critica di Ciurleo è l’uso dell’INVALSI come parametro di valutazione. «Si cita l’INVALSI come se fosse la voce della verità assoluta, quando tutti sanno che non è un parametro affidabile», afferma. Secondo lui, i test non riflettono la realtà delle scuole italiane, non considerano le difficoltà dei territori e non misurano la complessità delle classi. «Usarlo come prova è quasi offensivo», aggiunge.

Classi sovraffollate: Un problema reale

Ciurleo contesta anche l’affermazione secondo cui «le classi piccole rendono meno», definendola una «presa in giro». In nessun Paese civile, sostiene, più alunni significano più apprendimento. «È solo una scusa per non affrontare il problema reale: classi con 27-30 studenti, spesso con bisogni diversi e supporti inesistenti», spiega.

In un contesto scolastico definito democratico, l’insegnante si trova a gestire un carico di lavoro insostenibile: «Un insegnante entra in classe, fa l’appello, risponde alle domande, gestisce i ragazzi, compila registro elettronico, relazioni, note, firme, avvisi… e l’ora è finita, a volte, troppe volte, senza fare lezione». Ciurleo si chiede dove sia la “personalizzazione della didattica” di cui si parla tanto.

Proposte per il miglioramento

Se davvero si volesse migliorare la scuola, secondo Ciurleo, la soluzione è semplice: «Dimezzare le classi, non fare propaganda». Con trenta ragazzi davanti, non c’è spazio per la personalizzazione, il recupero o l’inclusione. «C’è solo sopravvivenza», lamenta. Il sovraffollamento delle classi è un problema che va oltre la didattica: «È un problema di apprendimento, di sicurezza, di salute e di dignità».

La realtà ignorata

Mentre si discute di intelligenza artificiale e scuola digitale, Ciurleo mette in evidenza una realtà più semplice: «Se manca il tempo, l’attenzione e il numero adeguato di insegnanti, tutto il resto è fumo negli occhi». Inoltre, critica la contraddizione di voler «potenziare i docenti» mentre si tagliano oltre 6.000 posti di lavoro. «Come si può potenziare qualcosa che si sta togliendo?».

La dispersione scolastica

Ciurleo sottolinea che la dispersione scolastica, spesso dichiarata in calo, è una realtà preoccupante, specialmente al Sud, dove i numeri parlano di oltre il 20%. «Una scuola che perde un ragazzo su cinque non può dirsi in miglioramento», afferma con fermezza.

Richiesta di azioni concrete

Per affrontare queste problematiche, Ciurleo propone soluzioni vere: più docenti e personale di supporto, meno classi sovraffollate, interventi mirati nelle aree più fragili e attività aggiuntive. «Basta slogan, basta propaganda. Se si vuole una scuola che funzioni davvero, si parte da una cosa semplice: meno alunni per classe, più insegnanti, più tempo da dedicare ai ragazzi».

In conclusione, Ciurleo critica le conferenze stampa e i titoli sui giornali, sottolineando che, mentre i docenti idonei con abilitazione selettiva sono a casa, il sistema scolastico continua a soffrire.

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