Educazione sessuo-affettiva e Ddl Valditara: confronto tra psicologi e politica al Senato
Roma, 10 novembre 2025 – Questa mattina si è tenuto presso il Senato della Repubblica il convegno “L’educazione sessuo-affettiva nelle scuole di primo grado. DDL Valditara: linee guida scientifiche e dibattito politico”, organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Lazio su iniziativa del senatore Filippo Sensi e moderato da Marta Giuliani, Consigliera dell’Ordine degli Psicologi del Lazio e Coordinatrice del Gruppo di Lavoro Psicologia della Sessualità e dell’Affettività.
L’incontro è stato concepito come un’occasione di confronto tra mondo scientifico, professionale e delle parti sociali con le istituzioni politiche, in una fase cruciale come quella attuale, in cui il DDL Valditara è al centro del dibattito alla Camera dei Deputati.
In apertura, il Senatore Filippo Sensi ha rivendicato la necessità di ricercare uno spazio di confronto tra le forze politiche, anche a costo di registrare profonde divergenze: ”Se occasioni importanti come questa non vengono sfruttate per trovare un punto di intesa, a chi è presente non resta che recepire le indicazioni e le sollecitazioni provenienti dal mondo scientifico e delle professioni e portarle in Parlamento. Ma ribadisco: dobbiamo avere il coraggio di abbandonare le rigidità e le gelosie che spesso ostacolano il dialogo, a destra come a sinistra, e assumerci la responsabilità di compiere delle scelte”.
Marta Giuliani, già autrice per l’Ordine Psicologi del Lazio di un testo di linee guida per l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole primarie e secondarie, ha interpretato questa tendenza in un’ottica di sistema: ”Culturalmente il nostro Paese è abituato a parlare di sintomatologia, ma molto poco di prevenzione. E in materia di educazione sessuo-affettiva non facciamo eccezione. Ma dobbiamo ricordare che affrontare questo tema significa agire affinché una serie di manifestazioni patologiche del singolo e del sistema in cui è collocato possano essere evitate. Significa crescere generazioni adulte sane, consapevoli e rispettose.
A questo va aggiunto che esiste molta disinformazione su cui va fatta chiarezza. Ad esempio, molti immaginano i ragazzi e le ragazze come dotati di un “interruttore” della sessualità che scatta con il primo rapporto o con il primo innamoramento. Niente di più sbagliato. Quando i ragazzi e le ragazze vivono le loro prime esperienze sessuali lo fanno avendo già un bagaglio di informazioni, di vissuti emozionali, di conoscenza o meno del proprio corpo, di capacità di relazionarsi e dialogare con l’altro. Per questo occorre fare chiarezza e sfatare qualche mito che persiste ancora in modo diffuso”.
Secondo la Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, Paola Medde, “il decreto Valditara ci pone una domanda: chi deve esserci e con quali strumenti per aiutare ragazzi e ragazze a costruire delle relazioni sane e rispettose dell’altro. Nessuno, ovviamente, pensa di allontanare le famiglie dalle proprie responsabilità, ma è chiara a tutti la necessità di un percorso che educhi alla qualità dei rapporti. La violenza e il femminicidio non nascono all’improvviso, ma da un silenzio sulle emozioni, da una solitudine che non ha trovato ascolto. E se è vero che la Costituzione stabilisce che spetta alla famiglia il diritto-dovere di educare i figli, è altrettanto vero che ragazzi e ragazze hanno diritto a ricevere strumenti di ascolto, educazione e prevenzione. La psicologia deve esserci fin dal principio, e non solo quando occorre porre rimedio alle tragedie. Eventi come questi sono un’occasione di confronto importante per restituire un senso di responsabilità collettiva e per stabilire una vera alleanza educativa”.
Anche Sergio Salvatore, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia, ha posto l’attenzione sul ruolo nevralgico della dimensione affettiva, che è la grammatica fondamentale di rappresentazione dell’altro: “Noi conosciamo ed entriamo in rapporto con l’altro innanzitutto in chiave affettiva. Questo ce lo dicono tutte le ricerche da cento anni, e non avere un presidio tecnico-scientifico educativo su questo aspetto è assurdo. Inoltre, l’educazione sessuo-affettiva richiama un punto centrale, ovvero come la nostra società intende trattare il rapporto tra istituzione e soggettività. Se dobbiamo tornare indietro alla fase storica in cui la dimensione della soggettività è totalmente altra dalle istituzioni ed è affidata esclusivamente ai mondi primari della famiglia. Su questo è bene fare una profonda riflessione”.
A seguire, la tavola rotonda politico-istituzionale ha affrontato il tema del DlL Valditara in chiave socio-educativa e di tutela dei minori. Il confronto ha scontato l’assenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e dell’On. Rossano Sasso, invitati all’evento ma impossibilitati a partecipare per impegni pregressi.
L’On. Irene Manzi, Capogruppo PD in Commissione Cultura e Istruzione della Camera, ha sottolineato che “Il Ddl con cui il Ministro Giuseppe Valditara intende introdurre il “consenso informato” per le attività inerenti la sessualità a scuola è una scelta ideologica che mina l’autonomia delle scuole e il ruolo dei docenti. L’obbligo di chiedere un’autorizzazione preventiva alle famiglie e la conseguente esclusione di attività importanti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado rappresentano un vero passo indietro nella prevenzione della violenza di genere e nella formazione dei giovani a una affettività e sessualità consapevoli. Il Pd continuerà a battersi affinché la scuola resti luogo di conoscenza libera e non diventi terreno di scontro ideologico”.
Anche l’On. Stefania Ascari, Capogruppo M5S in Commissione Antifemminicidio, ha rimarcato che “dietro la retorica del “consenso dei genitori” prevista dal Ddl Valditara si nasconde un controllo che soffoca la scuola e tradisce i giovani. Una scuola che deve chiedere il permesso per parlare di rispetto, corpo, emozioni non è libera: è una scuola che ha paura. E quando la paura prende spazio, cresce il silenzio in cui si annidano le violenze taciute, i sensi di colpa, la solitudine. Questa legge non tutela i genitori, toglie solo diritti ai figli e alle figlie negando loro la possibilità di diventare cittadini e cittadine consapevoli”.
Infine, secondo l’On. Elisabetta Piccolotti, Capogruppo AVS in Commissione Cultura e Istruzione alla Camera, “sembra ci sia una vera e propria guerra tra politica e scienza e questo è tanto più grave quando a farne le spese sono i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Il concetto stesso di “consenso informato” è uno strumento antiscientifico e anticostituzionale che consente alle famiglie di negare un diritto ai loro figli. Sì, perché si nega a bambini e bambine, ragazzi e ragazzi un diritto individuale a una corretta istruzione demandandola alle scelte dei genitori che possono essere condizionate da limiti culturali o da pregiudizi religiosi. Oggi alla camera torneranno il gender e altri spauracchi antiscientifici calvalcati da sempre dalla destra. Fantasmi da ricacciare come si è ricacciata indietro la caccia alle streghe”.
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