La crisi dell’istruzione in Sicilia, SGS: un grido d’allarme per il futuro dei piccoli paesi
La Regione Siciliana ha recentemente avviato l’iniziativa “Scuole aperte per il territorio”, finanziata con 27 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo, per contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’inclusione educativa. Tuttavia, la situazione dell’istruzione pubblica in Sicilia rimane critica.
Secondo quanto denunciato da Mucci, rappresentante SGS, la regione ha perso circa 100.000 studenti negli ultimi 15 anni, a causa della denatalità e dell’emigrazione giovanile. Questo declino ha portato alla chiusura di numerosi plessi scolastici nei piccoli centri, aggravando il fenomeno della desertificazione sociale ed economica di queste aree.
Mucci evidenzia come il dimensionamento scolastico venga trattato come un’operazione contabile, ignorando le ripercussioni sul tessuto sociale. La perdita di migliaia di cattedre e il ricorso massiccio alle reggenze stanno compromettendo la qualità dell’istruzione. Nei comuni montani e rurali, la chiusura delle scuole rappresenta spesso il colpo di grazia per le comunità locali.
La scuola siciliana resiste grazie all’impegno del personale, ma senza una visione strategica a lungo termine, rischia di spegnersi definitivamente.
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