Barbacci sul 25 novembre: “La violenza contro le donne è un habitus che va sradicato”
25.11.2025 12:44
Categoria: Articoli e interviste, Comunicati Stampa

Anche quest’anno il 25 novembre, data in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, siamo costretti a stilare dei bilanci non lusinghieri per l’intero genere umano.
“Nel 2025 sono già più di 50 le donne uccise in Italia“, ricorda la segretaria generale della CISL Daniela Fumarola, “un numero che fa paura, ma che racconta solo una parte della realtà. Accanto ai femminicidi ci sono migliaia di casi di violenza psicologica, economica, stalking, molestie sul lavoro: forme di abuso spesso silenziose, difficili da riconoscere persino per chi le subisce. Per questo serve un impegno corale – istituzioni, sindacati, associazioni, cittadini – che vada oltre la singola ricorrenza. Serve soprattutto cambiare la cultura che ancora, troppo spesso, giustifica o minimizza“.
Anche Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, interviene sul tema della violenza di genere, soprattutto in riferimento al settore dell’istruzione: “L’ONU ci dice che nel mondo una donna è uccisa ogni 10 minuti dal suo partner abituale: sono statistiche che fanno letteralmente rabbrividire.
E mentre nel Parlamento italiano nel 2024 solo il 32,3% dei posti è ricoperto da donne, l’Istat, nella relazione del 2025, ci racconta di un aumento significativo delle violenze nei confronti delle ragazze tra i 16 e i 24 anni; è un tipo di violenza che si manifesta non solo fisicamente, ma sempre più usa vigliaccamente gli strumenti digitali per colpire.
In due report redatti dall’Istat, dedicati all’analisi della violenza contro le donne veicolata dai social media tra il 2022 e il 2024, emerge che la presenza persistente degli stereotipi, veicolati anche attraverso i social media, supporta l’idea che la violenza di genere sia accettabile. Le ragazze, nell’uso dei social media, temono anche i fenomeni, che sempre più diffusamente nascono già nelle scuole secondarie di primo grado e nel contesto amicale, dell’hate speech, del deep fake e, addirittura, del revenge porn”.
“Compito della scuola, di coloro che vi lavorano e la vivono – aggiunge Ivana Barbacci -, è preparare sin dalla scuola dell’infanzia a rapporti basati sull’empatia e sul rispetto del sentire, delle posizioni e delle sensibilità altrui. A questo deve tendere un’educazione sessuale intesa nella sua accezione più ampia come consapevolezza fisica, emotiva, relazionale e sociale”.
“Una doverosa educazione alla convivenza rispettosa serve – sottolinea la segretaria generale CISL Scuola – anche a prevenire gli effetti devastanti delle violenze riscontrati dalle statistiche: quasi la metà delle vittime sviluppa ansia o depressione, un ragazzo su quattro valuta l’abbandono scolastico e oltre il 12% manifesta comportamenti autolesionistici. Chi minimizza il fenomeno non fa che perpetrare un habitus che va sradicato“.
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