Arte e sport alla primaria: come valorizzare talenti e passioni
Sentiamo spesso dire da artisti e sportivi che la loro passione è nata da un semplice grazie a un insegnante, incontrato durante il percorso scolastico. Anche noi crediamo che il merito più grande che un insegnante-mentore possa avere sia quello di riconoscere un particolare talento in ciascun alunno.
Sappiamo bene come un talento renda più “facile” il compito a noi insegnanti: soprattutto all’inizio, grazie ad una predisposizione innata dell’allieva o dell’allievo, si ottengono ottimi risultati con uno sforzo accettabile. Ed è questo che poi innesca un circolo virtuoso per cui il bambino intensifica la pratica per piacere personale, fino ad aspirare, talvolta, all’eccellenza.
Lo vediamo nello sport o nell’arte, per esempio.
L’arte, come lo sport, sono attività che solitamente vengono scelte da bambine e bambini per puro piacere personale, ma la scuola ‒ per sua natura ‒ le inserisce tra le discipline curricolari. E così, dovendo dare un voto alla prestazione, quando questa risulta essere scadente, si va a caccia del colpevole: alunno svogliato, famiglia assente, insegnante poco empatico e così via.
Noi non siamo maestre-artiste: disegniamo in modo modesto, suoniamo malamente il flauto dolce (e siamo pure un po’ stonate) e lo sport lo guardiamo volentieri in tv. Ma scegliendo questa professione abbiamo accettato anche questa sfida.
La sfida: arte e sport alla primaria
Rispetto a queste discipline, ci poniamo come obiettivo che i nostri alunni e alunne imparino ad apprezzare le arti e lo sport anche se non hanno le caratteristiche per diventare futuri artisti o sportivi.
Cerchiamo quindi di far conoscere e sperimentare ai nostri bambini numerose attività: sia in palestra che in classe, in uscita scolastica, a teatro. Anche creando momenti di incontro con persone che operano in questi ambiti. Siamo dell’idea che i bambini debbano fare esperienze significative con persone sinceramente appassionate, per esempio con chi pratica abitualmente le arti o lo sport. Persone che conoscono le soddisfazioni che ne derivano, ma anche le regole e i sacrifici richiesti.
L’obiettivo è quello di avvicinare i bambini alle arti e allo sport rispettando i loro gusti e le loro inclinazioni; aggirando paure, pregiudizi e resistenze. Per noi, la scuola primaria più che scoprire talenti deve creare le condizioni per consentire a tutti di sperimentare, di mettersi in gioco, senza altro scopo che non sia quello di trovare il coraggio di provare, mantenendo sempre il rispetto per sé stessi e per l’altro, soprattutto quando le prestazioni non sono adeguate alle aspettative.
Coma avere esperti in classe
Lo ammettiamo, molte volte siamo tentate di arrenderci, a causa dei costi e dei vincoli burocratici. In realtà alcune soluzioni a costo zero esistono. Una potrebbe essere quella di “fare rete” con il territorio e trovare società sportive, aziende artigiane o gruppi amatoriali disponibili a intervenire in classe raccontando le loro esperienze.
Non sottovalutiamo l’importanza, per bambine e bambini, di relazionarsi con persone diverse dai docenti. L’abitudine al modo consueto di fare lezione crea infatti in loro una fin troppo rassicurante zona di comfort, dalla quale è bene farli uscire, di tanto in tanto.
Avvio allo sport
Ormai da molti anni, nella nostra scuola funziona un progetto che coinvolge le società sportive del territorio. Un allenatore viene a scuola gratuitamente in giornate stabilite, per far provare a bambine e bambini un certo sport. Si tratta di attività giocose ma pertinenti. Gli allenatori sono abituati a lavorare con i bambini, sanno gestire una classe e spesso sono anche che dei talent scout migliori della maestra: un “bravo” detto da loro ha un grande valore e, chissà, può anche far germogliare un talento.
Officine musicali
Esattamente come lo sport, anche la musica è un’arte che prende vita quando incontriamo chi la pratica. In questo caso, la collaborazione con un coro locale ha permesso alla nostra scuola di iniziare un percorso gratuito con i bambini delle classi quinte, volto alla creazione di un coro scolastico che si esibirà in occasione del 25 aprile.
L’ingresso a scuola di un maestro di musica, anche se solo per poche lezioni, ha permesso a tutti i bambini (anche a quelli più timidi o ai meno intonati) di sperimentare quest’arte in modo quasi professionale, vivendo l’emozione di far parte di un vero coro.
L’arte del riciclo
Talvolta, catene di supermercati ma anche noti marchi commerciali, associazioni di volontariato oppure società che si occupano della raccolta dei rifiuti, propongono per le scuole attività laboratoriali a costo zero.
Si tratta generalmente di attività dove si fa arte con i materiali più semplici. Per esempio, si creano piccole percussioni con bottiglie di plastica riempite di sassolini e riso, si dipinge estraendo pigmenti dai fiori e dalle piante o si compongono quadri utilizzando foglie e fiori opportunamente essiccati.
Sappiamo tutti che basterebbe un tutorial online, ma se scegliamo di collaborare con chi ci porta in classe un esperto, l’attività risulterà subito più entusiasmante.
Nonni, genitori e artigiani
Un tempo era prassi invitare i nonni a scuola, ora questa pratica è caduta in disuso per varie ragioni, tra cui… la carenza di nonni. Le nostre classi, infatti, sono sempre più composte da figli di migranti i cui nonni sono troppo lontani, mentre quelli locali spesso sono ancora in età lavorativa.
Tuttavia, laddove sia possibile, è sempre molto coinvolgente invitare in classe genitori sportivi, nonni artisti oppure artigiani in pensione, per ascoltare i loro racconti e/o mettersi in gioco sotto la loro guida.
A caccia di aneddoti
Possiamo trovare spunti interessanti anche nell’aneddotica sui personaggi famosi del mondo dello sport e dell’arte in genere. I racconti di vita vissuta hanno un valore comunicativo importante e restano molto impressi nella mente.
Tutti ricordano la leggenda di Romolo e Remo o quella dell’elefante di Annibale perché sono racconti quasi fiabeschi; allo stesso modo, nella vita degli artisti, troviamo spesso aneddoti che possono diventare letture formative e divertenti allo stesso tempo. E anche in un mistero legato ad un’opera d’arte o alla vita di uno sportivo può nascere l’ispirazione che fa germogliare il talento.
Le Olimpiadi
Partiamo dalla leggenda di Filippide, che corse da Maratona ad Atene, e arriviamo poi alla prodezze dei nostri maratoneti Gelindo Bordin (1988) e Stefano Baldini (che vinse proprio in Grecia, nel 2004); possiamo raccontare il significato della fiaccola olimpica e della staffetta che la conduce a destinazione; possiamo riprodurre i 5 cerchi con materiali diversi dando libero sfogo alla creatività.
Possiamo anche elencare le discipline olimpiche con un brainstorming e fare una gara per metterle in ordine alfabetico, oppure giocare al “Se fossi uno sport sarei…”.
In rete esistono diversi tutorial per imparare a disegnare un corpo che dà l’idea del movimento (le icone che rappresentano gli sport sono un esempio di come l’arte possa essere comunicativa anche riducendo l’immagine a pochi tratti).
Se, poi, tra amici e conoscenti, ci fosse uno sportivo con un passato di agonismo, potremmo invitarlo in classe (o in palestra) per un’intervista e improvvisare una partitella.
Potremo anche divertirci con il cartone animato Disney “Le Olimpiadi di Pippo”. E se ci capita di conoscere qualche maratoneta della domenica o magari una persona disabile che pratica una disciplina paralimpica e sia disposta a raccontarci come si è avvicinata a quello sport, invitiamoli in classe e faremo Bingo!
Le quattro stagioni di Vivaldi e oltre
Per chi non è un musicista e vuole partire da un personaggio italiano famoso, suggeriamo Antonio Vivaldi e, ovviamente, i suoi famosi quattro concerti solistici per violino. In rete (Pinterest su tutti) troviamo biografie semplificate, disegni da colorare, guide all’ascolto, filmati di orchestre che lo eseguono magistralmente.
Se poi troviamo un musicista dilettante che viene a suonare qualcosa dal vivo, anche con una semplice chitarra acustica, per finire con una liberatoria “canzone stonata”, oppure un artista provetto che invita a dipingere le suggestioni che ispira la musica (e che solo dopo spiegherà il racconto che Vivaldi ha scritto in musica), beh, avremo dato vita ad un’altra bella storia!
I burattini
Il teatro è solitamente molto attrattivo per tutti e consente ad alunne e alunni di trovarvi un proprio ruolo, ma richiede tempi e competenze di cui la scuola raramente dispone.
A noi però le idee non mancano. Così, con la nostra classe, alcuni anni fa, abbiamo voluto mettere in scena uno spettacolo di burattini. È venuto a trovarci un nonno che con i suoi racconti ci ha riportato indietro nel tempo: gli spettacoli di burattini della sua infanzia erano davvero molto divertenti! E dalle sue storie i bambini hanno anche scoperto, non senza stupore, che Arlecchino e Pulcinella erano già allora molto popolari. La collega di un altro team, che metteva in scena teatro amatoriale, si è offerta di fare la regia, mentre un gruppo di mamme creava il teatro dei burattini con uno scatolone.
Con la collaborazione di vari colleghi abbiamo recuperato alcuni semplici copioni presi da vecchi libri di lettura, assegnato le parti e chiesto a ogni bambina e bambino di “trasformare” un tubo di carta da cucina nel burattino che le/gli era stato assegnato.
Il resto è venuto da sé. Lo spettacolo è stato molto divertente ed è stato replicato più volte, per le altre classi del nostro istituto.
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