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La “Legge Stanca” vent’anni dopo

La “Legge Stanca” vent’anni dopo: non solo per ricordare, ma per fare!Superando del 05/01/2024

Si rischia il luogo comune nel dire “quanto in fretta sono passati due decenni”, ma è proprio così: il 9 gennaio prossimo compirà esattamente vent’anni la cosiddetta “Legge Stanca”, ovvero la Legge 4 approvata appunto in via definitiva il 9 gennaio 2004, recante Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, così detta dal promotore di essa, Lucio Stanca, allora ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, la norma che ha sostanzialmente prescritto l’accessibilità dei siti internet della Pubblica Amministrazione.In occasione di tale ricorrenza, proprio per il pomeriggio del 9 gennaio (ore 16) la Fondazione PensieroSolido assieme all’IWA (International Web Association), promuoverà l’evento online denominato La Legge Stanca vent’anni dopo. Non solo per ricordare, ma per fare!.

«L’accessibilità digitale – ricordano i promotori dell’iniziativa – è la capacità di un prodotto o servizio digitale di essere utilizzato da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche, sensoriali o cognitive. In altre parole, l’accessibilità digitale elimina le barriere architettoniche digitali, che possono impedire a una persona con disabilità di utilizzare un prodotto digitale. Il 9 gennaio 2004, il Parlamento approvò all’unanimità la “Legge Stanca” sulla accessibilità dei siti internet della pubblica amministrazione, che fu la prima Legge del genere in Europa. Ora tutto è cambiato, siamo nell’era digitale, ma il tema della accessibilità è per questo ancora più importante: innanzitutto è un diritto umano fondamentale. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità afferma infatti che le persone con disabilità hanno il diritto di godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, su base di uguaglianza con gli altri e l’accesso ai prodotti e ai servizi digitali è essenziale per partecipare alla società moderna e per esercitare i propri diritti. Inoltre, l’accessibilità digitale è vantaggiosa per tutti. I prodotti e i servizi digitali accessibili sono più facili da usare e più intuitivi per tutti, indipendentemente dalle loro capacità. E infine, i prodotti e i servizi digitali accessibili possono essere più sicuri e affidabili. Di tutto questo ragioneremo il 9 gennaio, con i protagonisti di allora e con chi oggi ha responsabilità di governo. E ci ritroveremo non solo per ricordare, ma per fare!».

L’incontro sarà diviso in tre panel, il primo dei quali sul tema L’accessibilità si può fare, moderato da Roberto Scano, presidente di IWA Italy, che sarà centrato su casi reali di come i professionisti sono in grado di garantire l’accessibilità nello sviluppo di servizi digitali per la Pubblica Amministrazione, nella formazione e nella valorizzazione delle competenze, anche con il coinvolgimento di utenti con disabilità.Durante il secondo panel, invece, intitolato Quali politiche per l’accessibilità? E moderato da Antonio Palmieri, presidente della Fondazione PensieroSolido, Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Delega all’Innovazione Tecnologica, Giusy Versace, senatrice e coordinatrice dell’Intergruppo Parlamentare Disabilità, il già citato Lucio Stanca e Roberto Scano, dialogheranno su cosa deve fare la politica per garantire sempre di più il diritto delle persone con disabilità a usare liberamente servizi e strumenti del digitale.Il terzo panel, infine, denominato L’accessibilità in pratica nelle aziende. Esempi virtuosi, si focalizzerà appunto su alcune esperienze di aziende che hanno iniziato a lavorare con l’accessibilità in mente. (S.B.)

A questo link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-la-legge-stanca-ventanni-dopo-780661167567?aff=oddtdtcreator è disponibile il programma completo dell’evento del 9 gennaio.

Il ritorno delle altalene dopo 37 anni a Mantova

È salita alla ribalta della cronaca in questi giorni da Mantova una notizia che ha ben pochi precedenti: dal 1985 nella cittadina lombarda era stata vietata, con provvedimento risalente al luglio di quell’anno, la presenza delle altalene in tutto il territorio comunale. Era stato il sindaco di allora Gianni Usvardi, che aveva anche siglato la delibera affinché le altalene non fossero installate nemmeno nel futuro.
Delibera di abolizione nel 1985
La decisione era stata presa dopo un incidente accaduto ad un bambino, che non solo era caduto da un’altalena, ma era stato anche colpito dal sedile che nel frattempo continuava ad oscillare, e i mantovani ricordano che gli incidenti furono comunque più di uno. Già ai tempi le reazioni furono vivaci e si parlò di decisione “draconiana”. Ma quello che colpisce forse ancora di più è che in 37 anni, nessuno dentro e fuori le istituzioni comunali si sia posto il problema, tanto che i parchi pubblici di Mantova, completi di giochi di ogni tipo, sono tuttora privi di altalene. I mantovani così sono rimasti senza la più nota delle attrazioni dei parchi per quasi quattro decenni.
Indubbiamente l’arrivo della pandemia, il lockdown e le restrizioni hanno fatto la loro parte, lasciando bambini e bambine a casa, che però nei prossimi giorni potranno scoprire (e i più grandi riscoprire da adulti) l’altalena.
Quattro generazioni senza altalene
A quasi 40 anni di distanza da quella delibera, il nuovo sindaco di Mantova Mattia Palazzi ha reintrodotto le altalene nei quartieri cittadini, con un provvedimento emesso nei giorni scorsi ha stabilito infatti il ritorno del gioco a dondolo nei parchi, suscitando grande attesa non solo tra i piccoli mantovani. Nella disposizione della Giunta Comunale si legge “la realizzazione delle attrezzature per le aree gioco si è evoluta notevolmente ed è sempre maggiore l’attenzione alla creazione di giochi per bambini sicuri e idonei al loro sviluppo e alla loro crescita”.
Le altalene troneranno a Mantova in maniera graduale e si collocano all’interno di una serie di interventi di manutenzione cittadina, che le riporteranno al loro interno.
L’altalena per crescere
Non è mancata nella decisione del ripristino di uno dei giochi tradizionalmente presenti nelle aree per bambini, la centralità della sicurezza, per cui sono state contemplate numerose misure per prevenire e evitare incidenti. Ha giocato anche un ruolo importante la consapevolezza che l’altalena, proprio per il suo movimento oscillatorio, e vale la pena ricordare, protetto, consente ai più piccoli di misurarsi con limiti e paure, come quello di staccare i piedi da terra, di sperimentare, ma anche imparare a fidarsi di chi spinge e poi provare da soli a spingere e rallentare, tutto importante nella crescita.

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