Un’esperienza Erasmus in Finlandia
La mobilità Erasmus è un’occasione formativa e professionale unica. Proverò a scrivere un resoconto sintetico della mia esperienza vissuta in Finlandia nella prima settimana di ottobre, sperando di trasmettere, almeno in piccola parte, tutta la valenza formativa di simile iniziativa.
Intanto, perché un docente dovrebbe decidere di aderire?
Le motivazioni sono tante e tutte interessanti:
- per conoscere, a livello teorico, il sistema educativo finlandese
- per sperimentare metodologie didattiche innovative
- per svolgere attività di problem solving sia in modalità analogica che digitale
- per osservare dal vivo realtà scolastiche locali (un istituto comprensivo di Helsinki)
- per lavorare in team e migliorare le competenze di collaborazione
- per potenziare la lingua inglese
- per provare a immergersi nella vita, nella cultura e nelle tradizioni finlandesi
Ma com’è il sistema scolastico finlandese?
L’educazione di base, suddivisa per gradi (1-6 scuola primaria e 7-9 scuola secondaria), copre la fascia d’età dai 7 ai 16 anni. Esistono anche progetti pilota per la frequenza scolastica di bambini di 6 e 5 anni.
Il sistema scolastico è interamente finanziato con fondi pubblici ed è gratuito.
- Gli studenti di età inferiore ai 18 anni ricevono materiali didattici e pasti gratuitamente e possono richiedere un sostegno finanziario per sostenere le spese viaggio o alloggio
- Gli adulti non devono versare le tasse universitarie, ma pagano i materiali di studio
- Le scuole ricevono finanziamenti dal governo in base al numero di studenti, ma parte del finanziamento è basato sulle prestazioni e sull’efficacia (o su qualifiche diverse e particolari, ad esempio la formazione per operatori di macchine forestali riceve finanziamenti molto più elevati rispetto alle scuole concentrate su programmi aziendali).
La normativa prevede un curricolo scolastico fisso a livello nazionale, da poter declinare, comunque, a livello locale.
I (pochi) test standardizzati che vengono somministrati non influenzano il percorso degli studenti, anche se la scuola possiede dei propri indici di qualità che servono a ottenere finanziamenti statali, oltre che incidere sulle iscrizioni.
Le zone scolastiche di distretto sono autonome e alcune prevedono una più alta concentrazione di immigrati. Per trasferirsi da una scuola di un certo distretto a un’altra bisogna dimostrare di possedere certi requisiti (e talora sostenere un esame).
La scuola può reclutare gli insegnanti dopo un periodo di prova e valutarli nel corso di tutto il loro operato.
In classe viene fatto largo uso del libro digitale, ma si utilizza anche il libro cartaceo: questo viene concesso in comodato d’uso e lasciato a scuola a fine corso.
Vengono assegnati pochi compiti per casa (ma i compiti ci sono!).
Queste le Materie principali della scuola primaria e secondaria:
- lingua madre e letteratura (finlandese)
- seconda lingua nazionale (svedese)
- lingue straniere (spagnolo, francese, tedesco)
- matematica – fisica – chimica
- scienze ambientali – biologia
- geografia – storia – scienze sociali
- religione – etica – musica – arti visive
- educazione fisica – educazione sanitaria
- artigianato – economia domestica – orientamento scolastico
Deve essere previsto almeno un modulo interdisciplinare all’anno e ogni scuola deve avere almeno un tema comune ben definito e affrontato attraverso diverse materie.
Grande importanza viene riconosciuta alla parte pratica (e lo si comprende dai numerosi e spaziosi laboratori presenti in tutti i plessi).
La valutazione è espressa da una griglia descrittiva che va dall’1 al 5: satisfactory 1, satisfactory 2, Good 3 Good 4, Excellent 5.
Laboratorio di falegnameria
Cucina ed economia domestica
Metodologie innovative sperimentate
Noi corsisti abbiamo sperimentato numerose attività afferenti a metodologie attive e innovative.
La pratica diretta ha permesso di comprendere la reale efficacia del lavoro e ha fornito numerosi spunti da riproporre in aula (qualcuno lo sto già sperimentando!).
Già le fasi iniziali di conoscenza sono state molto dinamiche: non solo classiche presentazioni personali, ma spostamenti all’interno della stanza per collocarsi in ordine di altezza, di sentimenti provati, di luogo d’origine (i corsisti italiani erano i più numerosi, ma erano presenti anche docenti spagnoli, tedeschi e bulgari).
Il lavoro in team è cominciato subito e sono state fornite delle strategie per la creazione di gruppi in classe su base random, omogenea o eterogenea e per sollecitare il senso di collaborazione comunitaria (ad esempio la creazione di un intero puzzle a partire da singoli pezzi consegnati a ciascuno e alternanza di numeri/gesti in giochi di memorie/movimento).
Abbiamo sperimentato in gruppo l’apprendimento basato sui fenomeni (Phenomenon-based learning) e l’approccio al design thinking.
L’apprendimento basato su fenomeni – Phenomenon-based learning (Pheno BL) offre una visione dei fenomeni in un contesto reale, superando i limiti delle discipline, e gli studenti
hanno un ruolo attivo anche nel suggerire la scelta dei fenomeni (oltre che nella loro analisi). Si tratta di una modalità di apprendimento basata su: autenticità, contestualità, indagine, importanza dei processi, attenzione al mondo circostante, considerazione alle opinioni degli altri, focus nelle problematiche reali e quotidiane, coinvolgimento e contributo a cittadinanza e futuro sostenibile. Questo tipo di apprendimento permette la messa in gioco di competenze trasversali di vario genere (soprattutto problem solving e capacità di collaborare). In Finlandia il termine apprendimento basato sui fenomeni è comunemente utilizzato nell’istruzione primaria e secondaria ed è un approccio strettamente in linea con i principi dell’apprendimento basato su progetti. Nell’istruzione secondaria inferiore e superiore, i termini preferiti sono “apprendimento basato su progetti” (Project-based learning) o “apprendimento tramite sviluppo” (Learning by Developing). Nell’istruzione professionale e superiore i progetti sono spesso commissionati da un’azienda.
Qui un link per approfondire: https://www.teachermagazine.com/au_en/articles/what-is-finlands-phenomenon-based-learning-approach
Design thinking
Si tratta di un processo di lavoro, non lineare, in cui si cerca di individuare/ridefinire i problemi e creare soluzioni innovative che è possibile prototipare e testare.
Qui un link per saperne di più: https://www.interaction-design.org/literature/article/what-is-design-thinking-and-why-is-it-so-popular
Nel lavoro in team abbiamo potuto utilizzare una metodologia capace di far pensare fuori dagli schemi e ricercare in profondità la risoluzione di alcuni problemi, confrontandoci su sfide e tentativi di risoluzione attraverso riflessioni e discussioni a partire da annotazioni applicate tramite post-it sulla cosiddetta “mappa dell’empatia”. Quindi abbiamo pensato ad un prodotto da realizzare (nel nostro caso una gimcana tramite comandi da impartire in stile coding) con suddivisione di ruoli, chiarificazione di obiettivi e puntualizzazione di tutte le fasi del processo di lavoro.
Jigsaw e strumenti digitali
Le app sperimentate sono state Mentimeter – Canva – Adobe Express Video e A. E. Website – Chat GPT e, per il loro utilizzo, è stato testato il metodo jigsaw, una strategia di apprendimento cooperativo in cui gli studenti, ripartiti in sotto-gruppi di esperti, imparano insegnando quanto appreso nel sotto-gruppo al resto dei membri del team originario.
Metacognizione e autoriflessione
A fine corso sono state svolte attività di autoriflessione sul lavoro di gruppo, sul progetto scelto e sull’intero percorso e non sono mancate annotazioni personalizzate verso ciascun componente del proprio gruppo e organizzatori grafici per ottenere visualizzazioni diacroniche e sincroniche dell’intera formazione.
E non solo…
Oltre al corso di formazione in aula, numerose sono state le occasione di immersione nella splendida realtà locale della capitale finlandese, dai piatti tipici (salmone, in particolare, davvero superbo!) ai gadget dei Moomin, dalle passeggiate in foresta all’escursione via nave a Tallinn, dalle camminate tra le bancarelle del porto alle soste nelle splendide cattedrali cittadine, dall’incredibile biblioteca di Oodi alla maestosa chiesa luterana sulla roccia.
Un solo pensiero a fine esperienza: da un Erasmus a Helsinki non si può che ritornare professionalmente, culturalmente e umanamente arricchiti.
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