Inizio scuola, riflessioni pedagogiche. Serve didattica della trasformazione
Iniziamo un nuovo anno scolastico e con esso le canoniche riunioni. Si cincischia su obiettivi e competenze utopiche per ragazzi e ragazze che per due anni sono stati schiacciati/e dalla pandemia, rafforzando in loro la demotivazione allo studio che già, in precedenza, attanagliava buona parte della scuola italiana.
Incontri non sempre produttivi, perché obliano i principali protagonisti: studentesse e studenti.
Capita che, come un atavico rituale, si ripropongano sempre le stesse programmazioni e le stesse tematiche, cambiando qualche aggettivo o qualche verbo, che automaticamente l’anno successivo ritornerà nuovamente al suo posto.
La sperimentazione fa paura oppure, per impedirla, si cercano cavilli burocratici inesistenti.
È più semplice stare in classe, aprire il libro e …