Halloween🎃…nella tradizione italiana
31
Ott
Halloween🎃…nella tradizione italiana
La zucca è il simbolo dell’autunno, non solo nei piatti ma sempre più anche nelle decorazioni delle nostre case. In particolare per un giorno preciso, quello della festa di Halloween, il 31 ottobre. Corrisponde all’antico Samhain, il capodanno celtico che segnava il passaggio dall’estate all’inverno e l’inizio di un nuovo anno, che per i Celti cominciava proprio il 1° novembre. In linea con quanto accadeva in natura, il tema dei festeggiamenti era quello della morte. Si credeva infatti che per una notte si dissolvesse la barriera che separava gli spiriti dai vivi e che i morti potessero tornare sulla Terra.
I Celti temevano le anime dei morti che tentavano di rabbonire lasciando cibo e torce accese davanti alla porta. La festa si concludeva con l’accensione nei boschi del Fuoco Sacro le cui ceneri venivano deposte in cipolle intagliate e conservate.
Sarà solo a partire dalla leggenda irlandese di Jack, un uomo così terribile che neanche il Diavolo volle accoglierlo all’inferno e che per questo fu condannato a vagare con una lanterna: una rapa inizialmente ma successivamente una ZUCCA con un tizzone ardente al suo interno.
Da questa leggenda si sviluppò una vera e propria tradizione nell’intaglio degli ortaggi che gli irlandesi portarono con sé negli Stati Uniti dove dovettero immigrare nell’Ottocento a causa di una grave carestia. E in Italia? Esiste una tradizione simile? La solita curiosità e voglia di conoscere, mi hanno portato a cercare all’interno della tradizione italiana antiche storie legate alle lanterne…..
Nel Nord Italia, molto prima dell’invenzione di Halloween, le zucche intagliate il nome di lumere, dalla Liguria al Friuli, passando per Lombardia, Veneto ed Emilia. Si usava porre queste speciali lanterne vicino ai cimiteri e alle chiese, probabilmente per indicare alle anime dei defunti la strada. Tantissimi gli esempi simili: nel Lazio la zucca o la rapa intagliata prendeva il nome di Beccamorta o la morta, in Toscana, tra agosto e ottobre si faceva il gioco dello zozzo (o morte secca). La zucca veniva svuotata, si ricavano occhi e bocca e si posizionava un lumino all’interno. A questo punto la testa inquietante si metteva sui muretti, sotto a degli abiti scuri, per far spaventare chi passava da quelle parti dopo il tramonto.
Ancora in Sardegna il 30 novembre si festeggia ancora oggi la notte di Sant’Andria, una tradizione antichissima legata al culto di Bacco. I giovani svuotano le zucche, incidono le sembianze di un volto e posizionano una candela all’interno. E non è finita qui perché anche in provincia di Pescara, a Serramonacesca, si porta avanti una consuetudine, frutto di una tradizione popolare di lunga data. Il 31 ottobre e l’1 novembre i bambini del comune vanno in giro bussando alle porte con una zucca a mo’ di lanterna, simbolo dell’anima dei defunti. Alla domanda del padrone di casa “Chi è?” la riposta tradizionale è “L’anime de le morte”, le anime dei morti, e ricevono frutta secca, caramelle e monete. Pensate che secondo l’antropologo calabrese Luigi Maria Lombardi Satriani la festa di Halloween americana e la tradizione del giro per le case dicendo “Dolcetto o scherzetto?” nasce proprio in Italia, in Calabria e dalla festa del Coccalu di muortu, il teschio di morto.
Chissà, difficile definire esattamente l’origine di questa tradizione, sicuramente è un’occasione divertente, un buon modo per divertirsi con gli amici e di ricordare i nostri cari.
E voi quali altre tradizioni e storie sulla zucca conoscete?
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