Un nuovo liceo per la TED

Sperimentazione di nuovi percorsi scolastici per il neocapitalismo. Nasce un nuovo Liceo per la TED.

Nasce un nuovo Liceo, non più Classico né Scientifico né Linguistico, ma per la TED,  acronimo di Transizione Ecologica e Digitale. Patrizio Bianchi, purtroppo attuale Ministro per l’Istruzione,  applaude  l’iniziativa sperimentale. L’avvio è previsto a partire dal prossimo anno scolastico. Il corso di studi durerà quattro anni e non cinque. Il perché dell’abbreviazione è lampante: avviare al più presto i giovani al lavoro. Sulle condizioni di lavoro, a partire dall’entità della retribuzione in rapporto  all’impegno lavorativo richiesto, si sorvola.

Meno tempo e più materie

Nel tempo accorciato del quadriennio dovrebbero trovare spazio le discipline STEM, acronimo di Science, Technology, Engineering, Mathematics, insieme con le discipline degli attuali percorsi liceali. Accumulo di contenuti che contrasta con le lamentele per una scarsa preparazione degli studenti al termine dei licei tradizionali.

Gli interessi neocapitalistici

Ciò che conta per i decisori del neocapitalismo non è la crescita culturale della persona, ma la sua subordinazione agli interessi delle imprese industriali. Non è casuale  che l’iniziativa ministeriale sia stata presa d’intesa con imprese come SNAM, acronimo di Società Nazionale Metanodotti, ed ELIS, acronimo di Educazione, Lavoro, Istruzione, Sport, in connessione col PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se guardiamo alla politica oggi in atto da noi, possiamo renderci conto degli scopi di questa connessione.

SNAM ed ELIS

SNAM:

“Snam è uno dei principali operatori mondiali di infrastrutture energetiche e si colloca tra le maggiori società italiane quotate per capitalizzazione di mercato. Attraverso una rete sostenibile e tecnologicamente avanzata, Snam garantisce la sicurezza degli approvvigionamenti ed è un fattore chiave nella transizione energetica”.

ELIS:

“ELIS forma persone al lavoro per offrire a ciascuno la possibilità di costruire il proprio progetto di vita. Si impegna per questo ad annullare le distanze che separano giovani e disoccupati da una formazione di alta specializzazione, le periferie sociali dai centri dello sviluppo, le start-up dalle grandi aziende, i sistemi della formazione dal mondo del lavoro. Attua programmi di formazione in assetto lavorativo, per trasmettere competenze adeguate all’evolversi delle professioni. Promuove le virtù umane e le attitudini relazionali della persona, proponendo un ideale di lavoro che sia opportunità di crescita, al servizio degli altri e per il bene comune.”

Subalternità scolastica ministeriale

A questo punto il MI si va configurando come un ente subalterno a SNAM ed ELIS. Siamo di fronte ad una riproposizione in termini nuovi della famigerata alternanza scuola-lavoro, dal momento che prevedibilmente la formazione degli studenti resterà subordinata al tirocinio aziendale. Le proclamate “virtù umane” e  “attitudini relazionali della persona” rischiano di restare meri flatus vocis nel senso di Roscellino. Ciò perché nelle dichiarazioni programmatiche citate non riusciamo a trovare la parola “etica”, a meno che non figuri in zone da noi non ancora esplorate.

Economia ed etica

Quindi intendiamoci: non si tratta di prendere posizione contro l’economia in sé, ma di rivendicare la necessità che il perseguire la ricchezza non si sviluppi a scapito dell’etica. Necessità riconosciuta fin dall’antichità classica, ancora attuale e destinata ad esserlo sempre più in futuro, come ci ricorda Amartya Sen, economista insignito del Premio Nobel, in Etica ed economia, Editori Laterza, 1988 (On Ethics and Economics,  Basic Blackweel, Owford 1987), ricollegandosi all’Etica Nicomachea di Aristotele, ove il filosofo greco antico scrive fra l’altro:
“La vita invece dedita al commercio è qualcosa di contro natura, ed è evidente che la ricchezza non è il bene che ricerchiamo; infatti essa è solo in vista del guadagno ed è un mezzo per qualcosa d’altro.”
Basterebbe questa citazione a far sentire la necessità di un neoumanesimo in contrasto col neoliberismo. Altrimenti per gli studenti si prospetta la sorte di chi sia destinato ad essere irreggimentato per scopi che  abbiano ben poco o addirittura nulla a che vedere con la reale crescita umana, più che mai necessaria in un’epoca che vede accrescersi la conflittualità politica e militare.

I nuovi umanisti

In I nuovi umanisti. Perché e come l’arte, la politica, la storia e la filosofia devono tener conto delle moderne scoperte scientifiche, Garzanti, 2005 (The New Humanists. Science at the Edge, 2003)  John Brockman, Presidente della Edge Foundation, ha curato la raccolta di una serie di interventi sull’argomento illustrato dal titolo del volume. Ricordiamo qui l’intervento di Marc D. Hauser, il quale a un certo punto gli si rivolge così:
“Tu sembri suggerire che gli studi umanistici dovrebbero avere gli stessi obiettivi delle scienze  (o perlomeno obiettivi simili) […] Gli studi umanistici possono e dovrebbero avere obiettivi diversi […] Vi è tutto lo spazio perché gli scienziati facciano le proprie cose, perché gli umanisti facciano le loro e perché vi siano  feconde interazioni fra i due ambiti.”
Non sembra che nel progetto del nuovo Liceo per la TED problemi del genere siano tenuti in debito conto.

Tecnologia informatica e umanesimo 

In AA.VV., Umanistica_Digitale, Mondadori, 2014 (Digital_Humanities, Massachusetts Institute of Technology, 2012) a un certo punto leggiamo:
“ A chi domanda se l’Umanistica Digitale sarà in grado di salvare le discipline umanistiche in un’epoca di transizione tecnica e sociale, un’era in cui la tradizione umanistica rischia di annegare nel mare magnum del commercio, della distrazione persistente, dei rampanti imperativi del neo-liberalismo e del vocazionalismo, non siamo in grado di fornire una risposta adeguata in questa sede […] Una cosa è certa: il futuro delle discipline umanistiche dipende da un’adeguata comprensione dei nuovi (f)attori che stanno plasmando la società, la cultura e gli esseri umani in quanto tali.”
È legittimo chiedersi se il nuovo Liceo per la TED sia orientato ad assicurare ciò che è più importante, ossia dare impulso alla crescita degli studenti nella dimensione degli “esseri umani in quanto tali”.

Matematica e umanesimo

Nelle discipline STEM del Liceo per la TED  la matematica figura in unione con scienza, tecnologia, ingegneria. Eppure la matematica ha una componente umanistica e l’umanesimo ha una componente matematica. Ciò non è esplicitato nel progetto del nuovo percorso liceale. È da ritenere che siamo di fronte a un’ennesima riprova del ritardo culturale nel nostro paese. Ci si sarebbe aspettati che fosse esplicitata dagli ideatori del percorso questa verità: se un umanesimo senza matematica è un falso umanesimo, una matematica totalmente subordinata alla ricerca del profitto è una sconfitta dell’umanità.

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