Concorso straordinario docenti: a prove concluse, ancora troppi interrogativi
Il concorso straordinario, bandito ad aprile 2020, si è finalmente concluso nel mese di febbraio.
Le prove erano state avviate ad ottobre 2020, ma dopo il 4 novembre sono state sospese a causa dell’emergenza sanitaria che perdurava e si intensificava su tutto il territorio nazionale.
Un percorso turbolento, quindi, che l’ex Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva fortemente voluto percorrere.
Il concorso straordinario è una misura pensata per stabilizzare i docenti precari che negli anni hanno maturato esperienza in classe come supplenti. Tra i requisiti obbligatori richiesti per parteciparvi, infatti, c’erano quelli legati all’anzianità di servizio.
I RISULTATI DELLE PROVE
I docenti che hanno partecipato al concorso straordinario sperano di poter avere la propria cattedra già da settembre 2021 così da poter anche garantire una certa stabilità agli studenti che ricominceranno la scuola.
Dopo alcuni mesi dalla fine delle prove, gli Uffici Scolastici Regionali che hanno pubblicato gli esiti delle prove sono pochissimi e lo hanno fatto solo per alcune classi di concorso. Al momento si tratta solo di Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Sardegna, Puglia, Piemonte e Sicilia.
E se si volesse guardare ancora oltre i risultati delle prove scritte, si continuerebbe a brancolare nel buio. Quale sarà la procedura di formazione dei docenti per l’acquisizione dell’abilitazione dopo il ruolo? Si potrebbe far riferimento a quanto stabilito dalla Legge 159/2019 ma nemmeno con molta sicurezza.
NUOVE PROVE SUPPLETIVE
Al momento è stata manifestata positivamente la volontà del Consiglio di Stato a far svolgere le prove suppletive ai docenti che, a causa del Covid, non si sono potuti presentare il giorno in cui avrebbero dovuto sostenerle.
Questo significa che le graduatorie già pubblicate dalle regioni di cui sopra, potrebbero subire delle modifiche.
Si tratta di ipotesi e supposizioni a cui si spera facciano seguito delle notizie certe da parte del Ministero. Troppi docenti sono in attesa di sapere se e dove lavoreranno nei prossimi mesi.
