I matematici russi: stop alla guerra
La matematica unisce contro la guerra. I matematici russi: stop alla guerra.
“La matematica unisce”: questo il tema della Giornata Internazionale della Matematica celebrata sul nostro pianeta il 14 marzo 2022 e ricordata su questo sito con una raccolta di pensieri provenienti da Benin, Brasile, Canada, Croazia, Colombia, Corea, Filippine, India, Perù, Portogallo, Turchia.
A questi paesi possiamo aggiungere ora la Russia, specificando il modo più nobile in cui la matematica può unire i popoli, ossia con lo spingere i matematici a invocare la pace.
Il titolo dell’articolo di spalla di Dacia Maraini sul Corriere della Sera del 15 marzo 2022 è infatti il seguente: “I matematici russi: stop alla guerra”. Grazie alla scrittrice per aver dato notizia di questa coraggiosa iniziativa a un vasto pubblico nel nostro paese, in cui purtroppo non pochi intellettuali o sedicenti tali si esibiscono in impudiche elucubrazioni sulle tragiche vicende belliche, fingendo di condannare gli aggressori nel momento stesso in cui li giustificano.
Lo stop è stato chiesto il 28 febbraio 2022 da 115 scienziati russi con una lettera indirizzata al presidente della federazione russa e pubblicata sul sito www.trv-science.ru (in lingua russa e in traduzione italiana).
La guerra in atto viene definita da loro senza mezzi termini “invasione militare”, vale a dire guerra di aggressione che non ha nulla a che vedere col bellum iustum. Scrivono gli scienziati che la matematica come scienza fondamentale ha sempre avuto in Russia grande prestigio, sennonché a causa degli eventi bellici l’Unione Matematica Mondiale ha annullato un incontro internazionale che avrebbe dovuto aver luogo a San Pietroburgo.
Lamentano gli scienziati che la guerra comporti come deprecabile conseguenza il pericolo del venir meno della collaborazione con i “colleghi matematici” del paese aggredito. Chiedono gli scienziati che le ostilità cessino senza indugio alcuno con l’immediato ritiro dell’esercito invasore. Così la matematica si schiera dalla parte della verità contro il potere e resiste alla repressione del dissenso.
Si dirà che la scienza, come anche l’arte, dovrebbe restare neutrale.
Così dicendo, non si considera però la drammatica situazione vissuta da “colleghi matematici” nel cui paese vengono perpetrati crimini di guerra.
Sul sito citato Natalia Demina informa che anche Ruth Carney, già presidente dell’American Association for Women in Mathematics e ora presidente dell’American Mathematical Society, si è opposta allo svolgimento del Congresso Internazionale di Matematica a San Pietroburgo a causa della guerra in atto, nonostante la necessità della collaborazione fra scienziati nel contesto mondiale, come ella sottolinea nettamente:
“Lo scambio scientifico internazionale è essenziale per la crescita e la prosperità della ricerca matematica.”
È in nome di questa necessità che i matematici si sono pronunciati su scala planetaria a difesa del collega russo Azat Miftakhov, attivista colpito da severe pene detentive e privato della possibilità di continuare le sue ricerche, chiedendo alle autorità russe di rilasciarlo al più presto.
Su Il Mattino del 15 marzo 2022 Massimo Capaccioli informa che anche Nikolai Kolachevsky, direttore dell’Istituto di fisica dell’Accademia delle Scienze russa, si è espresso a favore della collaborazione internazionale degli scienziati: “La scienza è sempre stata internazionale, anche nei periodi più difficili. Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere contatti umani fra gli scienziati, salvare i progetti internazionali, assicurare il ripristino della comunicazione tra gli scienziati russi e i nostri colleghi ucraini […]”
Queste parole però hanno un suono sinistro, essendo state dette da uno che definisce “speciale operazione militare” un’aggressione armata contro un paese pacifico ed elogia le forze armate impegnate nel massacro: un modo, questo, per strumentalizzare la scienza e arrecare una imperdonabile offesa alla matematica.
Purtroppo in Italia v’è chi sostiene che gli aggressori sarebbero stati provocati e invocano la resa immediata degli aggrediti. V’è chi dichiara di essere né con gli aggressori né con gli aggrediti. V’è chi si esibisce dal settore umanistico come un Luciano Canfora, dal settore filosofico come un Diego Fusaro, dal settore scientifico come un Carlo Rovelli in acrobazie verbali che hanno il sentore di un improbabile protagonismo.
Lasciando da parte queste ultime considerazioni che possono essere documentate e divenire oggetto di discussione, schieriamoci senza se e senza ma contro chi non ha il pudore di evitare di ricorrere al trasformismo e alla menzogna.
Ed è a questo proposito che si impone il ritorno al dibattito sulla matematica.
La matematica non è fatta soltanto di calcoli e di formule. Possiede una qualità che la rende una disciplina privilegiata. È esente da sotterfugi. Non ammette menzogna. C’è un legame fra matematica e verità che ha un valore sacrale. Nello studiare matematica gli allievi percepiscono questo valore anche se in forma non sempre chiara. Insegnare matematica vuol dire anche far emergere nelle loro coscienze la consapevolezza che in questa disciplina rifulge la luce della verità. Così ci si abitua allo spirito critico, che rende capaci di smontare ogni propaganda di parte.
Scrive Dacia Maraini nell’articolo citato:
“Se è vero che i soldati russi sono demoralizzati per la mancanza di chiarezza degli scopi e per la strumentalizzazione dell’amor di patria; se è vero che nonostante la censura filtrano immagini terribili di una guerra assurda e brutale; se le menzogne di Stato appaiono sempre più inverosimili e grottesche, non sarà il caso di investire tutto sulla controinformazione […]?”
Non a caso uno dei più validi esempi di controinformazione proviene proprio dai matematici russi: l’invocato stop alla guerra scaturisce dall’essenza profonda della matematica, nella quale è consustanziale l’educazione alla pace.