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Flipped Classroom

Flipped Classroom

di Bruno Lorenzo Castrovinci

La Flipped Classroom, o classe capovolta, è un’innovativa metodologia didattica che rivoluziona il tradizionale approccio frontale. Invece di dedicare il tempo in aula alla trasmissione passiva delle informazioni, gli studenti apprendono autonomamente i concetti di base a casa, utilizzando risorse come video, letture o piattaforme interattive. Questo consente loro di arrivare in classe già preparati sui contenuti fondamentali.

In aula, il focus si sposta sull’applicazione pratica e sull’interazione, ma uno degli elementi più distintivi della Flipped Classroom è che lo studente diventa il protagonista del processo educativo, assumendo spesso il ruolo di insegnante. Gli studenti, dopo aver studiato a casa, possono essere chiamati a presentare e spiegare l’argomento ai compagni, sostituendo l’insegnante nel ruolo di “docente” per quella lezione. Questo approccio non solo rafforza la loro comprensione del materiale, ma promuove il peer learning, ovvero l’apprendimento tra pari. Quando uno studente spiega un concetto, si sviluppa una comprensione più profonda sia per chi espone sia per chi ascolta.

Il docente, da parte sua, diventa una figura di supporto, facilitando le discussioni, chiarendo dubbi e guidando gli studenti durante le attività pratiche o collaborative. Grazie a questo modello, il tempo in classe è ottimizzato per attività che sviluppano competenze trasversali, come il lavoro di gruppo, la risoluzione dei problemi e la comunicazione.

La Flipped Classroom, dunque, non solo personalizza l’apprendimento, permettendo agli studenti di apprendere a casa con i propri tempi, ma stimola anche l’autonomia e il senso di responsabilità degli studenti, che diventano attori attivi del loro percorso di formazione.

La Flipped Classroom quindi non si limita a invertire il tempo dedicato a teoria e pratica, ma sposta il baricentro dell’apprendimento direttamente sugli studenti. Un aspetto centrale di questa metodologia è il fatto che gli studenti assumono un ruolo attivo nella trasmissione dei contenuti, preparandosi a casa e diventando veri e propri “insegnanti” in classe.

Come funziona il processo

Assegnazione del tema da studiare: Il docente assegna agli studenti un argomento da studiare autonomamente a casa. Può fornire materiali di supporto come video didattici, articoli, letture o piattaforme digitali (ad esempio Khan Academy, Edmodo, o Google Classroom), che gli studenti utilizzano per apprendere i concetti fondamentali. Durante questa fase, gli studenti hanno la possibilità di apprendere secondo i propri ritmi, rivedendo i materiali tutte le volte necessarie.

Preparazione della lezione a casa: A differenza del modello tradizionale, in cui gli studenti svolgono esercizi pratici a casa, qui si preparano attivamente per esporre in classe. Ogni studente o gruppo di studenti prepara una breve presentazione o un’attività interattiva per spiegare il tema assegnato. Durante questa fase, lo studente non solo acquisisce conoscenze, ma sviluppa anche competenze di ricerca, sintesi e comunicazione.

Presentazione e peer learning in classe: Una volta in classe, lo studente diventa il protagonista del processo educativo, assumendo il ruolo di insegnante e spiegando il concetto ai compagni. Questa dinamica non solo responsabilizza gli studenti, ma permette loro di consolidare meglio le informazioni, poiché la preparazione e l’insegnamento ad altri potenziano la comprensione profonda.

Il docente, nel frattempo, non si limita a osservare, ma facilita il processo, chiarendo eventuali dubbi, guidando le discussioni e offrendo feedback. Grazie a questa struttura, l’insegnante ha la possibilità di monitorare l’apprendimento e intervenire dove necessario.

Peer Learning e Flipped Classroom

Uno degli aspetti più significativi della Flipped Classroom è l’integrazione del peer learning. Il peer learning è una metodologia in cui gli studenti apprendono gli uni dagli altri, condividendo conoscenze e competenze. Quando uno studente spiega un argomento a un compagno, non solo dimostra di aver capito, ma stimola anche un apprendimento più efficace nel gruppo.

Il peer learning ha molti vantaggi:

Gli studenti sono spesso più a loro agio nell’apprendere dai pari, poiché si sentono meno giudicati.

Chi spiega sviluppa una comprensione più solida e profonda dei concetti.

Le spiegazioni tra pari tendono a essere più semplici e dirette, aiutando chi è in difficoltà.

Ad esempio, in una lezione di storia in una classe capovolta, lo studente potrebbe essere incaricato di spiegare un periodo storico, organizzando la lezione come un vero e proprio docente. Gli altri studenti, invece di ascoltare passivamente, interagiscono, facendo domande e offrendo spunti, partecipando attivamente alla discussione.

Le piattaforme digitali e la gestione della Flipped Classroom

La gestione della Flipped Classroom si avvale spesso di piattaforme digitali come Google Classroom, Edpuzzle o Khan Academy, che permettono di assegnare materiale personalizzato e monitorare i progressi degli studenti. Un esempio pratico potrebbe essere l’uso di Edpuzzle, una piattaforma che consente di arricchire i video con domande interattive, stimolando la riflessione e verificando la comprensione in tempo reale. L’insegnante può vedere chi ha completato i video e quali sono le aree in cui gli studenti hanno avuto difficoltà.

Questo permette una personalizzazione ulteriore: chi non ha compreso bene un concetto può ricevere aiuto mirato durante la lezione in classe, mentre chi ha già padroneggiato l’argomento può dedicarsi a progetti più complessi o attività di approfondimento.

Le Avanguardie Educative di INDIRE

Il Movimento delle Avanguardie Educative promosso da INDIRE ha incluso la Flipped Classroom come una delle metodologie cardine per il rinnovamento del sistema scolastico. Questa metodologia è vista come una risposta efficace alle nuove esigenze educative, dove lo sviluppo delle competenze trasversali, come il pensiero critico e la collaborazione, è fondamentale.

Nelle scuole che fanno parte delle Avanguardie Educative, la Flipped Classroom viene sperimentata con successo, soprattutto perché consente di trasformare l’aula in uno spazio di cooperazione e creatività. Ad esempio, in un liceo scientifico aderente al movimento, la classe capovolta è stata utilizzata per lezioni di matematica avanzata: gli studenti studiavano i teoremi e le dimostrazioni a casa, per poi risolvere problemi complessi insieme in classe, discutendo strategie e soluzioni in gruppo.

Neuroscienze e apprendimento attivo

Dal punto di vista delle neuroscienze, l’apprendimento attivo, come quello proposto dalla Flipped Classroom, si rivela particolarmente efficace grazie al concetto di neuroplasticità. La neuroplasticità è la capacità del cervello di riorganizzarsi e creare nuove connessioni neuronali in risposta all’esperienza e all’apprendimento. Ogni volta che un individuo è coinvolto in un’attività che richiede riflessione, problem solving o interazione sociale, il cervello si adatta, rafforzando le connessioni esistenti e creando nuove reti neuronali. Questo fenomeno è particolarmente marcato quando l’apprendimento è attivo, ovvero quando l’individuo non si limita a ricevere informazioni passivamente, ma le elabora attivamente.

Nel contesto della Flipped Classroom, l’insegnamento agli altri, tipico del peer learning, è uno degli strumenti più potenti per stimolare il cervello. Quando uno studente spiega un concetto ai compagni, si attivano diverse aree cognitive complesse, tra cui l’ippocampo e la corteccia prefrontale, responsabili della memorizzazione a lungo termine e del pensiero critico. Questo processo non solo migliora la comprensione del concetto, ma facilita anche la capacità di applicare le conoscenze in contesti nuovi, poiché lo studente è costretto a rielaborare e adattare il contenuto per trasmetterlo efficacemente agli altri.

La memoria a lungo termine è notevolmente potenziata da questo tipo di interazione. Studi neuroscientifici dimostrano che quando un concetto viene appreso attraverso l’elaborazione attiva, ossia mediante discussioni, presentazioni o insegnamento ad altri, le informazioni si sedimentano meglio rispetto a un apprendimento passivo. Il processo di insegnamento stimola il riconoscimento e la rielaborazione delle informazioni, due fasi fondamentali per il consolidamento delle conoscenze nel cervello.

Le neuroscienze offrono quindi una solida base per comprendere i vantaggi della Flipped Classroom. Il cervello umano apprende meglio attraverso l’apprendimento attivo, un processo che coinvolge la manipolazione delle informazioni, il problem solving e la collaborazione. Questo modello capovolto si allinea con i principi di neuroplasticità: il cervello si adatta e cresce quando è stimolato attraverso esperienze attive e significative.

Inoltre, uno degli aspetti centrali della classe capovolta è il rispetto dei tempi di apprendimento individuali, un concetto supportato dalla ricerca neuroscientifica. Non tutti gli studenti elaborano le informazioni alla stessa velocità; consentire loro di rivedere i materiali a casa, secondo i propri ritmi, offre l’opportunità di rafforzare le connessioni neurali, consolidando le conoscenze.

Durante le sessioni in classe, il learning by doing (apprendimento attraverso il fare) stimola l’attivazione di circuiti neuronali complessi, associati alla memoria a lungo termine e alla comprensione profonda. Le neuroscienze dimostrano che attività pratiche, come quelle tipiche della Flipped Classroom, attivano diverse aree del cervello contemporaneamente, rendendo l’apprendimento più efficace e duraturo.

Vantaggi e sfide della Flipped Classroom

La Flipped Classroom offre numerosi vantaggi che trasformano radicalmente il ruolo dello studente e dell’insegnante, ponendo lo studente al centro del processo di apprendimento. In questa metodologia, lo studente non è più un semplice ricevitore passivo di informazioni, ma diventa attivamente coinvolto nella costruzione della conoscenza, assumendo un ruolo di leadership durante le lezioni. In classe, lo studente può infatti sostituire l’insegnante, svolgendo la lezione preparata a casa, e in questo processo non solo sviluppa competenze cognitive più profonde, ma è incoraggiato a esplorare nuove tecnologie e metodologie didattiche.

Uno degli elementi più affascinanti della Flipped Classroom è che, nella fase di preparazione della lezione, lo studente può decidere di utilizzare strumenti avanzati per spiegare il concetto ai compagni. Questo può includere l’uso di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale (IA) per creare contenuti dinamici e interattivi, il metaverso per esperienze immersive, o persino l’uso di ologrammi per visualizzare concetti complessi in tre dimensioni. In alcuni casi, lo studente può sperimentare con sensori biomedici per applicazioni scientifiche, o utilizzare software avanzati come CANVA per la creazione di presentazioni visive accattivanti o strumenti di manipolazione video e multimediale per rendere la lezione più interattiva e coinvolgente.

Questa dinamica non solo arricchisce l’apprendimento dello studente, ma trasforma anche l’insegnante in un allievo. Quando gli studenti utilizzano tecnologie avanzate e metodologie innovative, l’insegnante si trova in una posizione di continua formazione, acquisendo nuove competenze grazie al contributo degli studenti stessi. Questo scambio reciproco crea un ambiente di apprendimento bidirezionale, in cui l’innovazione è stimolata da entrambi i lati, con l’insegnante che facilita e supporta, mentre lo studente si avventura in territori inesplorati della conoscenza.

Tuttavia, la Flipped Classroom presenta anche delle sfide. Non tutti gli studenti hanno accesso a strumenti tecnologici avanzati o dispongono di una connessione internet stabile per seguire il materiale a casa. Inoltre, la gestione dell’apprendimento autonomo può risultare difficile per alcuni studenti, richiedendo supporto continuo da parte dell’insegnante, che deve monitorare i progressi e intervenire prontamente in caso di difficoltà. È fondamentale che gli insegnanti forniscano una guida costante e personalizzata per garantire che ogni studente riesca a navigare agevolmente nel proprio percorso di apprendimento, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie senza esserne travolto.

Infine, l’aspetto collaborativo della Flipped Classroom crea una sinergia tra studenti e insegnanti, dove l’apprendimento diventa una co-costruzione di conoscenze, arricchita dall’utilizzo di strumenti tecnologici che potenziano la creatività e l’interazione. Gli insegnanti non solo diventano facilitatori, ma beneficiano della diversità delle esperienze tecnologiche e dei nuovi contenuti epistemologici scoperti dagli studenti, favorendo un ambiente scolastico dinamico e aperto al cambiamento continuo.

 

Conclusione

Uno studente che diventa insegnante e un insegnante che torna ad essere studente. La classe capovolta rappresenta un luogo di scambio continuo, dove tutto si trasforma in una danza di scoperte, di emozioni, di conoscenze. Le pareti dell’aula si dissolvono, facendo spazio a un universo dinamico, dove il tempo della lezione diventa un’ora di pura innovazione. Ogni gesto, ogni parola, porta con sé la carica emotiva di chi vive la scuola come uno spazio da esplorare, da abitare con il cuore e la mente, seguendo quelle intuizioni che Recalcati descrive come scintille di passione educativa.

Nella Flipped Classroom, lo studente è il centro pulsante di questa nuova visione, pronto a salire in cattedra dopo aver preparato la sua lezione a casa, magari se bambino con l’aiuto di chi lo ama di più: la sua mamma, il suo papà o i suoi nonni. È un ruolo giocato, ma che si trasforma in un’esperienza vera, dove il sorriso dello studente diventa il riflesso della gioia di imparare, mentre gli occhi luminosi dei suoi compagni che assisteranno alla sua lezione lo guarderanno con ammirazione, pronti a imparare non solo dalla stessa, ma dall’energia di chi la vive come un’avventura.

E questa avventura si ripete, ogni giorno, preparando una nuova generazione non solo a essere studenti, ma a essere i costruttori del sapere di domani. Perché la tecnologia, con tutta la sua potenza, ha cambiato i confini del possibile, trasformando i sogni di un tempo non molto lontano in realtà. Eppure, in questa corsa verso l’innovazione, rimane intatto qualcosa di antico e prezioso: la voglia di imparare insieme, di crescere insieme, di sorridere insieme, di stare insieme.

Immaginiamo un’aula dove tutto si capovolge, tranne i sorrisi, tranne gli occhi colmi di meraviglia di chi vivendola, ha capito che ogni momento trascorso insieme è un passo verso qualcosa di più grande. E quegli stessi studenti, che oggi imparano con il cuore pieno di gioia, saranno un giorno gli insegnanti di domani, pronti a trasformare il mondo che verrà con la stessa luce negli occhi, quella luce che dice: ce l’ho fatta, e posso ancora andare più lontano.

 

Cinema, scuola, legalità: “La mafia uccide solo d’estate”, con attività didattiche. Lo trovi qui

La nostra rassegna di film utili al contesto scolastico continua (e trovate la raccolta A QUESTO LINK).In questo caso consiglio un film che ha qualche anno, ma che resta attuale, ben fatto e utilizzabile a scuola e in classe: “La mafia uccide solo d’estate”, di Pierfrancesco Diliberto (detto anche PIF).Il film è un approccio leggero, ma non banale, al fenomeno mafioso in Sicilia, che ripercorre stragi ed omicidi visti con gli occhi di Arturo, protagonista ingenuo e, nei confronti di Flora, di cui si innamora dalle elementari, impacciato. Il rapporto tra Arturo e Flora è l’altro filo conduttore della storia, parallelo alle stragi di mafia, che sul finale della storia si ricongiungeranno.LA TRAMA IN BREVE1992. Arturo – 20 anni – lavora come pianista in un’emittente locale. La vita di Arturo è da sempre segnata dagli omicidi di mafia ed in passato aveva una passione per Flora che era stata sua compagna di classe. Figlia di un noto avvocato legato alla politica più collusa Flora torna dalla Svizzera dopo dieci anni.Proposte di attività didattiche:Proposta 1Proposta 2Educare alla legalità e al contrasto alle mafieFilm: scheda verificheQui in basso puoi vedere il trailer. In fondo, invece, trovate la trama dettagliata per valutare l’adeguatezza o meno del film per la vostra classe:******************Cliccando qui sarai ricondotto/a alla nostra MEGA RACCOLTA di film gratuiti per la scuola******************La trama dettagliata (tratta da wikipedia):«- Ma la mafia può uccidere anche noi?- Arturo, tranquillo, ora siamo d’inverno… la mafia uccide solo d’estate.»(Il padre al piccolo Arturo, prima di andare a dormire)Palermo, 10 dicembre 1969. Lorenzo e Maria Pia Giammarresi entrano nel loro appartamento, al civico 108 di viale Lazio, durante la loro prima notte da sposati e, trasportati dalla passione, decidono di consumare un rapporto sessuale per concepire il loro primo figlio. Nel frattempo i membri di Cosa nostra Emanuele D’Agostino, Bernardo Provenzano, Damiano Caruso, Calogero Bagarella e Gaetano Grado si recano in auto, travestiti da poliziotti (tutti tranne Grado), in viale Lazio, proprio sotto l’appartamento dei Giammarresi, ed uccidono il boss Michele Cavataio, da loro ritenuto colpevole di aver scatenato la prima guerra di mafia. Ad aver organizzato la strage è Salvatore Riina, detto Totò, futuro capo della mafia siciliana. Gli spermatozoi di Lorenzo, spaventati dagli spari, si ritirano, e solo uno raggiunge l’ovulo di Maria Pia e lo feconda: da ciò nascerà Arturo Giammarresi.Ottobre 1970. Arturo viene battezzato da Fra Giacinto, sacerdote legato a vari mafiosi, che celebra il battesimo in fretta e furia in quanto deve presenziare anche alla proclamazione come sindaco di Palermo del mafioso Vito Ciancimino, eletto con il sostegno della Democrazia Cristiana. È proprio a causa di quelle amicizie poco raccomandabili che Fra Giacinto, dieci anni dopo, verrà ritrovato assassinato nel suo appartamento presso Santa Maria di Gesù, insieme ad una pistola carica, mazzette di milioni di lire e dei frustini.Un giorno, Fra Giacinto si trova a benedire la casa dei Giammarresi. Appena il prete esce di casa, il piccolo Arturo, che stava impiegando molto tempo ad iniziare a parlare, lo indica e pronuncia la sua prima parola: “mafia”.Dicembre 1974. Arturo è in ospedale con il padre in occasione della nascita del fratello minore Emanuele e prova uno strano senso di spavento vedendo un uomo all’apparenza assolutamente normale e di cui ignora totalmente l’identità: egli si scopre essere proprio Riina, che si trovava all’ospedale per la nascita della figlia Maria Concetta.Negli anni successivi diversi personaggi più o meno noti vengono assassinati, come il vicebrigadiere della Polizia Filadelfio Aparo ed il giornalista Mario Francese. Arturo sente dire a tutte le persone che incontra che gli omicidi di questi uomini non sarebbero legati alla mafia ma al fatto che essi avrebbero tentato relazioni con donne che avrebbero fatto meglio a lasciar perdere. Il protagonista quindi si promette che non avrà mai una relazione con una donna.Arturo va alle scuole elementari, dove nella sua classe arriva una nuova bambina, Flora Guarneri, figlia di un facoltoso banchiere datore di lavoro del padre di Arturo. Arturo si innamora di Flora a prima vista ma non riesce a dichiararsi in quanto, oltre ad essere timido, ha paura degli omicidi. Dopo aver chiesto consiglio a Fra Giacinto, che gli dice di stare tranquillo in quanto non si muore per colpa delle donne, va a spiare Flora di nascosto in casa sua, dove viene visto e rimproverato da Rocco Chinnici, un magistrato che abita nello stesso palazzo della ragazza, in via Giuseppe Pipitone Federico. Saputo che Arturo è innamorato di Flora, Chinnici promette di mantenere il segreto.Arturo chiede al padre come abbia chiesto alla madre di sposarlo e Lorenzo, non avendo voglia di parlarne, lo invita a guardare Bontà loro in televisione, dove Maurizio Costanzo sta intervistando il Presidente del Consiglio in carica, il democristiano Giulio Andreotti, il quale racconta di aver chiesto di sposarlo a sua moglie in un cimitero. Arturo rimane profondamente affascinato da ciò, così comincia a documentarsi sul Presidente, di cui ritaglia le foto dai giornali ed appende un poster nella sua stanza, ritenendolo uno dei politici migliori al mondo ed un uomo che vuole solo il bene per i cittadini e pensa prima agli altri che a sé stesso.Per Carnevale, Fra Giacinto organizza una festa in maschera nell’oratorio della chiesa in cui verrà premiato il bambino con il costume migliore. Arturo si traveste come Andreotti: nessuno capisce con esattezza chi sta impersonando, ma il suo costume piace a tutti, così vince il premio. In quell’occasione, Arturo tenta di chiedere a Flora di andare con lui al cimitero per dichiararle il suo amore, ma Flora deve allontanarsi.Un giorno Arturo, prima di andare a scuola, va al bar Lux a fare colazione assieme al padre e al fratello. Lì il commissario di Polizia Boris Giuliano offre un’iris ad Arturo, che non l’aveva mai assaggiata. Arturo, da quel momento in poi, per diverse mattine, si sveglia prima e va a comprare un’iris che mette sul banco di Flora prima che lei arrivi. Una mattina, Flora trova l’iris mentre in classe ci sono solo lei, Arturo e Fofò Cassina, un ragazzo che va tutti i pomeriggi a studiare a casa di Flora. Flora chiede a Fofò se sia lui a metterle le iris sul banco e Fofò risponde di sì per fare colpo su di lei.Arturo, rattristato da questo evento, legge su un giornale una frase di Andreotti che incita a raccontare la verità. La mattina seguente Giuliano viene ucciso proprio nel bar Lux e alcuni proiettili rompono la vetrina delle iris. Andato a scuola, dice la verità a Flora, aggiungendo però che non potrà più portarle le iris perché dentro ad una di esse c’erano dei proiettili che hanno ucciso un uomo. Flora inizialmente ci crede, ma poi arriva Fofò con un’iris comprata in un altro bar; Flora si convince quindi che Arturo le abbia mentito.Iniziano delle tensioni fra le fazioni mafiose rivali, che portano all’assassinio del giudice Cesare Terranova, del politico democristiano e Presidente della Regione Siciliana in carica Piersanti Mattarella e del procuratore Gaetano Costa. I mafiosi palermitani iniziano ad avere paura di quelli corleonesi, guidati da Riina e comprendenti Bagarella e Provenzano.L’appartamento sotto a quello dei Giammarresi, un tempo di proprietà del defunto nonno di Arturo, viene occupato in affitto da qualcuno; Arturo, convinto che si tratti di un boss mafioso, lo racconta a Flora e la porta a casa sua, in modo da farla ricredere e dimostrarle che non è un bugiardo. In realtà non si tratta affatto di un criminale ma di Francesco, un cordiale giornalista; Arturo quindi fa un’altra figura pessima e Flora, indignata, se ne va.Arturo decide di dedicarsi alla sua passione, il giornalismo, e si fa aiutare da Francesco, il quale, leggendo un tema su Andreotti del protagonista, gli spiega che purtroppo i giornalisti spesso non possono scrivere quello che vogliono ma vengono costretti a scrivere qualcosa di ben preciso. Francesco infatti era impegnato nello scrivere articoli contro la mafia ma, per paura che ciò causasse problemi, il direttore del giornale per cui lavora lo ha obbligato a curare le rubriche sportive. Francesco spiega ad Arturo che i giornalisti devono essere pazienti, tenaci e convinti nel loro mestiere.Arturo partecipa quindi ad un concorso per giovani giornalisti, finanziato dal padre di Flora, il cui vincitore potrà scrivere per un mese sul giornale locale. Il 30 aprile 1982 si viene a sapere che Arturo ha vinto il concorso; proprio durante la premiazione avviene l’omicidio del deputato comunista Pio La Torre.Arturo, in qualità di vincitore del concorso, si reca ad intervistare il generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, da poco nominato prefetto di Palermo, e gli chiede come mai abbia preso servizio in Sicilia per combattere la mafia nonostante Andreotti abbia detto che l’emergenza criminalità è solamente in Campania e in Calabria. Il 3 settembre 1982 il generale dalla Chiesa viene ucciso in via Carini ed Arturo è stato l’ultimo ad intervistarlo. Francesco spiega ad Arturo che un giornalista deve stare molto attento alle proprie fonti, quindi in questo caso le dichiarazioni di Andreotti non sono state una buona fonte.Arturo va al funerale di dalla Chiesa, sperando di incontrare Andreotti per potergli chiedere come mai fosse sicuro che il problema della criminalità non riguardasse la Sicilia. Al funerale ci sono alcuni dei più importanti politici italiani del momento, cioè Sandro Pertini, Giorgio Almirante, Giovanni Spadolini e Bettino Craxi, ma non c’è Andreotti; quando alcuni giorni dopo, in un’intervista, al leader della DC viene chiesto come mai non sia andato al funerale del generale, egli dice di preferire i battesimi.Arturo invita nuovamente Flora ad andare al cimitero e questa volta lei accetta, ma Arturo non riesce comunque a confessarle il suo amore. Flora saluta Arturo per l’ultima volta perché si deve trasferire in Svizzera, visto che in Sicilia il padre ha difficoltà a gestire i suoi affari a causa della presenza dei magistrati antimafia.Arturo, quella notte, va sotto la casa di Flora e scrive per terra “Flora non partire, ti amo, Arturo”. Il giudice Chinnici vede la scritta e non dice nulla a Flora, mantenendo la promessa.La mattina seguente, il 29 luglio 1983, proprio mentre Chinnici esce dal palazzo, esplode un ordigno piazzato dai mafiosi, uccidendo il giudice e facendo saltare il marciapiede con sopra il messaggio. Chinnici è quindi l’ultimo ad aver letto il messaggio, mentre Flora non l’ha nemmeno visto.Francesco trasloca; Arturo giura di non dire mai più “ti amo” a una ragazza e perde tutta la stima che aveva nei confronti di Andreotti, avendo intuito i suoi rapporti con la mafia.In quegli anni i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, continuando il lavoro iniziato da Chinnici, istituiscono il maxiprocesso a Cosa nostra, riuscendo a far arrestare ed incarcerare centinaia di mafiosi, responsabili degli omicidi di Aparo, Francese, Giuliano, Terranova, Mattarella, Costa, La Torre, dalla Chiesa e Chinnici.Nel 1992, grazie alla mediazione di Francesco, Arturo viene assunto come pianista ed assistente presso TV Palermo, nella trasmissione Bonsuar: Lo show dei palermitani, condotta dal conosciuto personaggio televisivo Jean Pierre. Durante il primo giorno di lavoro di Arturo, come ospite della trasmissione c’è Salvo Lima, parlamentare siciliano della DC e membro della corrente andreottiana, la cui assistente è proprio Flora, tornata dalla Svizzera. Arturo, vedendo Flora, si distrae mentre suona al pianoforte la sigla della trasmissione e commette diversi errori nell’esecuzione, venendo allontanato dal programma.Flora parla con Lima esprimendo pareri positivi su Arturo, il quale viene quindi assunto come inviato speciale incaricato di realizzare servizi giornalistici sulla campagna elettorale della Democrazia Cristiana in Sicilia per le imminenti elezioni politiche. Arturo si reca nell’ufficio di Flora e vi incontra il vecchio compagno di scuola Fofò, che sta portando dei fiori a Flora. Arturo dice a Fofò che Flora è ritornata in Svizzera perché ha litigato con Lima e gli prende i fiori, con la scusa di metterli in un vaso per non farli appassire, per poi consegnarli a Flora fingendo di averli comprati lui, assieme a delle iris comprate effettivamente da lui, in memoria dei tempi della scuola.Il boss Totò Riina si lamenta del fatto che Lima, nonostante sia stato aiutato dal punto di vista politico dai voti dei mafiosi, non si è adoperato per non farli arrestare, quindi decide di far uccidere prima Lima, poi Falcone e infine Borsellino.Flora invita Arturo a casa sua per farsi aiutare a scrivere un discorso che Lima dovrà leggere. Non trovando un punto d’accordo i due litigano, con Flora che accusa Arturo di credersi meglio di lei e lo caccia via. Jean Pierre va a prendere Arturo in auto e gli comunica di avergli concesso un’ultima possibilità come pianista a Bonsuar: Lo show dei palermitani, avvertendolo che se farà altri errori lo licenzierà definitivamente. In quel momento Jean Pierre viene salutato con cordialità da due ragazzi in scooter, che un attimo dopo si dirigono verso l’auto con a bordo Lima e lo uccidono. Arturo viene nuovamente licenziato e si mette alla ricerca di un nuovo lavoro.23 maggio 1992. Fofò sta guidando in autostrada nei pressi di Capaci quando all’improvviso sente una fortissima esplosione e la sua auto viene coperta da detriti di cemento e da un mucchio di polvere: i mafiosi hanno ucciso Falcone e la sua scorta, nascondendo una grande quantità di esplosivo sotto l’autostrada e facendolo detonare mentre transitava l’auto del giudice.19 luglio 1992. Jean Pierre, mentre rientra nella sua abitazione in via D’Amelio a Palermo, sente una forte esplosione: i mafiosi hanno ucciso Borsellino, facendo esplodere un ordigno all’interno di un’auto parcheggiata sotto il palazzo nel quale il magistrato stava entrando per andare a trovare la madre.Dopo tutti questi attentati i palermitani smettono di essere vittima di quel misto di omertà ed ignoranza che li caratterizzava in origine, acquistano consapevolezza di ciò che sta accadendo e dei problemi che la mafia da sempre crea e, durante il funerale di Borsellino e della sua scorta, scendono in strada a protestare, urlando di non volere più legami tra mafia e Stato. Alla protesta partecipano anche Arturo e Flora, che si riconciliano e si baciano.Arturo e Flora, superati tutti i rancori, si sposano, e dalla loro unione nasce un bambino, che Arturo educa a riconoscere il male e a combatterlo ed a cui mostra i monumenti alle vittime della mafia, uomini coraggiosi caduti mentre facevano il loro dovere, molti dei quali incontrati di persona da Arturo nel corso della sua vita.Il film finisce con un insieme di immagini di giornali con le foto e i nomi delle più famose vittime di mafia.

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