Più spese militari, Draghi non lo esclude. Fratoianni dice no: prima Scuola e Ricerca, dove si taglia da anni (i numeri gli danno ragione)
Rimane in piedi l’idea del Governo, tradotta in un ordine del giorno, sull’incremento delle spese per la difesa dall’1,54 al 2 per cento del Pil: non è stata approvata nel decreto Ucraina, approvato dal Consiglio dei ministri a fine marzo, per evitare che il conflitto di idee tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore, Giuseppe Conte (oggi leader politico del M5s), sfociasse in uno scontro o peggio ancora in una crisi di Governo. Ma il passaggio da 21 a 25 miliardi (contro i 100 miliardi investiti dalla Germania nella difesa e gli oltre 50 della Francia) rimane plausibile, soprattutto se la guerra in Ucraina dovesse perdurare.
Fratoianni: il punto è individuare le priorità
A sottolinearlo è stato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: intervistato da Skytg24, il politico ha ricordato che “c’è una richiesta da molti anni da parte della Nato che l’Italia …..