Il progetto Fibonacci

Il lavoro collettivo che ha dato vita al progetto Fibonacci e reso accessibile a tutti il Liber abaci, fonte originale del sapere matematico moderno, e molto altro ancora.

E’ con grande soddisfazione che posso dire: ce l’abbiamo fatta!

Dopo 4 anni di lavoro collettivo e interdisciplinare un gruppo di professori di ogni ordine e grado, di matematica, latino, informatica, attraverso una libera attività di volontariato intellettuale,  ha tradotto dal latino all’italiano la principale opera di Leonardo Pisano detto Fibonacci: il suo Liber abaci. Oggi la traduzione completa di questo monumentale trattato, realizzata dalla professoressa Laura Catastini, la prima fino ad ora in lingua italiana, col testo latino a fronte, è disponibile gratuitamente  in rete all’indirizzo:

Insegnanti, studenti studiosi, uomini di cultura, possono attingere alla fonte originale del sapere matematico moderno.

Possono vedere come e dove nasca la scrittura posizionale dei numeri naturali con le 9 “figure” indiane e lo zero, dove e come nascono nuovi straordinari numeri che possono sommarsi e sottrarsi, moltiplicarsi e dividere in ogni modo.  Questi numeri, che oggi chiamiamo misti o razionali, all’epoca erano ottenuti componendo i numeri naturali con i numeri rotti (oggi le frazioni proprie) coi quali poter calcolare il risultato esatto della divisione di un qualsiasi numero a con qualsiasi altro numero (non nullo) b:

frac{a}{b}=q+frac{r}{b} (0leqslant r<b)

Il numero misto ottenuto come somma di un intero (il quoziente q) e un numero “rotto” ( frac{r_{}}{b}<1) veniva indicato col simbolo  sottintendendo l’operazione di somma.  Con questi nuovi oggetti vengono definite le operazioni di somma e prodotto, creando, per la prima volta nell’Europa latina, un nuovo straordinario campo numerico nel quale poter eseguire esattamente ogni tipo di divisione. E’ ovvio come questa possibilità diventi essenziale in ogni attività commerciale, nella gestione di compagnie di investimento, di assicurazione ed anche per risolvere una semplice eredità. Nasce in questo modo quello che oggi potremmo chiamare l’economia matematica, una economia quantitativa,  basata su calcoli esatti e da tutti condivisi che ha permesso uno sviluppo senza precedenti di Pisa, innanzitutto, e poi dei paesi latini affacciati sul Mediterraneo.

Ma non è solo questo il liber abaci.

È una fonte inesauribile di problemi di ogni tipo: concreti o astrattamente concreti, spesso legati alla vita medioevale, ai commerci su grande scala, alla produzione e al cambio delle monete, ai viaggi, e alle antiche discussioni e sfide tra sapienti, che suggeriscono temi di ricerca sui quali si svilupperà la matematica futura europea.

Piet Mondrian, L’albero di mele in fiore, 1912

Il sito contiene numerose schede che commentano alcuni passi significativi del Liber Abaci fornendo spunti didattici per portare nelle classi, anche in Latino, in collaborazione con l’insegnante di lingua, la nostra cultura scientifica così come è nata con quelle parole, quelle metafore, quegli esempi ed esercizi che palesano in modo chiarissimo, senza bisogno di lunghi discorsi,  il perché.

Il perché dell’Algebra, dell’Aritmetica, il perché del calcolo, il perché del  pensiero rigoroso, e della nuova matematica. Così evidente da produrre di li a poco, nelle città stato dell’Italia centro settentrionale,  una nuova scuola pubblica capace di attrezzare i più giovani all’uso del nuovo calcolo, del nuovo abbaco i cui gettoni si sono trasformati in simboli scritti sulla carta.

Gli insegnanti che hanno o hanno avuto il coraggio di studiare alcuni passi del Liber abaci per portarli tra i loro studenti trovano nel nostro sito e nel nostro gruppo sostegno e aiuto ed anche la possibilità di far conoscere le loro ricerche e sperimentazioni.

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I problemi di Fibonacci

La matematica non invecchia. I problemi di Fibonacci buon punto di partenza per fare matematica in classe.
Leonardo Pisano (1170? – 1242?)
Quello che si sa della vita di Leonardo Pisano, noto anche come Fibonacci, è proprio poco. Neppure le date della nascita e della morte si sanno con certezza. Cionondimeno è stato, presto e universalmente, riconosciuto come il padre della matematica in Occidente. Keith Devlin, che gli ha dedicato il libro Finding Fibonacci (si veda la recensione di Amedeo Feniello), l’ha definito il grande traghettatore della matematica greca e araba, in Italia e in Europa.
Scrive Devlin: «Per la portata della sua rivoluzione e per gli effetti sulla vita quotidiana dal medioevo ad oggi può essere accostato solo a gente come quella che oggi ci sta traghettando nell’era informatica». Devlin lo paragona a uomini come Steve Jobs o Bill Gates, a «uomini-cerniera capaci di assorbire le conoscenze del presente trasformandole in percorsi aperti verso il futuro».
Devlin con il suo giudizio non fa altro che sintetizzare il parere della maggior parte degli storici.
Fibonacci svolse effettivamente il ruolo di uomo-cerniera tra passato e presente, uomo che prepara al futuro. Egli non fu un monaco chiuso in un convento medievale. Per quel che si sa, fu un mercante, un uomo d’affari, dedito alla vita di relazione e ai viaggi, alla frequentazione dei porti e dei mercati, ma anche frequentatore della corte di Federico II, l’imperatore stupor mundis, e delle disfide matematiche che vi si svolgevano. Con tutti questi impegni riuscì comunque a trovare il tempo per studiare e scrivere, lasciando di sé la traccia indelebile di matematico di capacità fuori del comune.
Le sue non sono opere di compilazione, ma libri che hanno segnato la storia della matematica.
Il Liber Abaci del 1202 è stato, per secoli, il deposito dal quale i matematici hanno preso materiale per lavori sull’aritmetica e sull’algebra. Il Liber non è mai stato considerato un libro semplice da leggere, ma il grande numero di problemi che contiene, risolti anche in modo originale, hanno offerto lo spunto di studi e ricerche che hanno fatto crescere la matematica e la didattica della matematica. Il testo latino del Liber,  con traduzione e temi di ricerca, si trova nell’encomiabile progetto Fibonacci di Laura Catastini e Franco Ghione finalizzato ad un Fibonacci…in classe.
Si racconta che in occasione di un simposio scientifico alla corte di Federico II e alla sua presenza, Giovanni da Palermo, notaio imperiale, proponesse diversi problemi, che Leonardo risolse prontamente.
Due di questi problemi sono i seguenti:

Trovare un numero x tale che x 2 + 5 e x2 − 5 siano entrambi numeri quadrati.
Trovare la soluzione dell’equazione x3 + 2×2 + 10x = 20.

Un problema quest’ultimo che nella formulazione latina è:
Ut inveniretur quidam cubus numerus, qui cum suis duobus quadratis et decem radicibus in unum collectis essent viginti.
Il problema più noto di Fibonacci è certamente quello dei conigli, da cui discende la celeberrima successione che porta il suo nome.

Quante coppie di conigli verranno prodotte in un anno, a partire da un’unica coppia, se ogni mese ciascuna coppia dà alla luce una nuova coppia che diventa produttiva a partire dal secondo mese?

Molti sono i problemi di Fibonacci che sono  riportati su manuali scolastici e di storia.
In George Polya, La scoperta matematica (1971),  s’incontra il seguente:
«Il triangolo, avente i lati a, a e b è isoscele. Tagliatene via due triangoli, simmetrici uno dell’altro rispetto all’altezza relativa alla base b, in modo che il pentagono simmetrico che rimane sia equilatero. Esprimete il lato x del pentagono in funzione di a e di b».
Il problema così formulato è una generalizzazione di quello discusso da Fibonacci con a=10 e b=12. Si trova facilmente che la funzione richiesta è: (2b – a)x2 + (4a2– b2)(2x – a) = 0 che per a=10 e b=12 dà x=16(-8+3√11)/7 molto prossimo al valore 32/7 trovato da Fibonacci.
Altri problemi che spesso s’incontrano sono i due seguenti:

Se A ottiene da B 7 denari, allora la somma posseduta da A sarà 5 volte quella posseduta da B; se B ottiene da A 5 denari, la somma di B sarà sette volte quella A. Quale somma aveva ciascuno?
Sette anziane donne andarono a Roma. Ciascuna donna aveva sette muli; ciascun mulo portava sette sacchi; ciascun sacco conteneva sette forme di pane. Con ciascuna forma di pane v’erano sette coltelli; ciascun coltello era infilato in sette guaine. Qual è la somma totale di tutte le cose nominate?

Gli esempi mostrano quanto i problemi di Fibonacci siano didatticamente ricchi sul piano dialettico e operativo.
Sono per lo più problemi legati alla vita reale delle persone, ai loro commerci e affari. Esemplari anche quelli raccolti nell’opuscolo De modo solvendi quaestiones avium et similium che Fibonacci dedica al Maestro Teodoro, filosofo presso la corte dell’imperatore Federico II. Notizie molto precise circa l’opuscolo si trovano nella memoria Intorno ad alcune opere di Leonardo Pisano matematico del secolo decimoterzo presentata all’Accademia Pontificia De’ Nuovi Lincei (1854) dal principe Baldassarre Boncompagni, apprezzato storico della matematica.
Uno di questi problemi di uccelli è stato discusso e risolto dal prof. Luigi Taddeo con i suoi studenti di liceo classico. [VEDI]
Un altro problema adatto ad una attività didattica è il seguente:
Quidam emit passeres, 3 pro uno denario, et turtures, duo pro uno denario, et columbam, 1 pro denariis 2, et ex his tribus generibus avium habuit 30 pro denariis 30. Queritur quot aves emit ex uno quoque genere.
Il problema, la cui traduzione può costituire un’utile momento interdisciplinare, fu proposto da Ettore Bortolotti nelle questioni didattiche del Periodico di Matematiche, il n. 5 del 1922, esattamente un secolo fa. Una soluzione elementare fu pubblicata nel fascicolo successivo e qui si riporta:

Giovanni Modugno: a master of the senses

GIOVANNI MODUGNO: UN “MAESTRO DEL SENSO” PER LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI

di CARLO DE NITTI

Alle “voci archetipe” della mia remotissima adolescenza

per sempre nei miei spazitempi mnesici, con infinita gratitudine.

Nascoste ai molti, si palesano,

a chi le cerca con animo puro,

perle, veri tesori delle profondità,

che rivelano le nostre vite,

la nostra intima essenza

di cercatori tra le pagine …

1. PROLOGO

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare con sentimenti di sincera gratitudine il prof. Vincenzo Robles, illustre cittadino bitontino e studioso di preclara fama, per avermi invitato a partecipare – bontà sua – a questo evento sul pensiero di Giovanni Modugno, pedagogista del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non è quella che segue una forma di excusatio non petita: non sono un esperto di Giovanni Modugno nel senso accademico della parola, ma ho avuto, da molti anni, con la sua storia di vita, di pensiero, politica, culturale e religiosa una frequentazione che mi affascina. Sì, perché una personalità come quella di Giovanni Modugno non può non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi a lui si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e disinteresse, anche venale. Caratteristiche che egli stesso possedette in modo assoluto e che costituirono la cifra peculiare della sua personalità di uomo, di docente e quindi, di pedagogista.

Tutti gli altri intervenuti a questo evento – certamente molto più competenti di me – hanno lumeggiato o lumeggeranno da par loro al meglio il pensiero del pedagogista: a me, che raccolgo “materiali per chi voglia scrivere di storia” (alla maniera dei Commentari cesariani) piace interrogare la figura di Giovanni Modugno per cogliere – provando a suggere l’essenza del suo pensiero – quanto egli possa dire (rectius: insegnare) a noi persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sebbene, ahimè, io mi trovi nel “pronaos” della quiescenza). Il ri-pensare Giovanni Modugno nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi il pedagogista, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno come un “cercatore di Cristo”, un “apostolo dell’educazione”, un “pellegrino dell’Assoluto”: queste locuzioni possono legittimamente compendiarsi – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Non trovo migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice recentemente a Lisbona, parlando ai giovani dal Pontefice per definirli: . 

E Giovanni Modugno lo è stato, di sicuro, ante litteram, … e lo è ancora oggi, a sessantacinque anni dalla sua scomparsa!

Leggere Giovanni Modugno oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo: riformare la scuola, per Modugno, voleva dire formare le coscienze delle degli educandi. Al centro del processo educativo – come sostenevano in quegli anni i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e contestualmente la società in cui si vive. L’unica vera riforma della scuola doveva essere, a parere di Giovanni Modugno, la “riforma interiore”, quella della formazione dei docenti.

La sua vita, la sua ricerca culturale, il suo insegnamentoincarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, nacque (nel 1897) e si formò un giovane sacerdote (proclamato santo nel 2018), don Giovanni Battista Montini (il cui padre, l’avvocato Giorgio, era stato tra i fondatori della casa editrice), che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, anche attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio” ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente di filosofia bresciana e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continuò a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ),  dal nome dalla località dolomitica nella quale il gruppo si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, allora appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro (1923 – 1976).  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come nel 1934, con la precoce morte dell’unica figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto del Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’,‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecitanella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita.

3. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia– declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana dai primi anni del XX secolo agli anni ’50 del medesimo.Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, molto diversi tra loro, della medesima temperie culturale, quella positivistica, da cui furono entrambi però sempre alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno infaticabile e diuturno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti assenteisti, attraverso la conquista del primo e più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione da qualunque “luogo” essa provenisse. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero: com’è noto, rifiutò la carica di Provveditore agli studi di Bari, sia nel 1923, quando gli fu proposta da Giuseppe Lombardo-Radice (1879 – 1938) perché temeva che avrebbe dovuto venire a compromessi con il fascismo, sia dopo la seconda guerra mondiale, quando fu invitato a ricoprire la medesima carica da Tommaso Fiore (1884 – 1973), a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi, che, com’è noto, ponevano fine alla sessantennale “questione romana”.

Questa missione – cui adempì senza deroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel cristianesimo, inteso come “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con l’allora Arcivescovo di Bari, Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: VINCENZO ROBLES, da storico, con i suoi volumi, ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e non.

4. EPILOGO “APERTO”

Più che un epilogo – per quanto aperto – mi piace avanzare una proposta concreta per continuare a riscoprire e valorizzare il pensiero di Giovanni Modugno nel XXI secolo. Mi piace avanzarla qui in un luogo simbolo della sua città natale, alla presenza delle autorità civili e religiose e di tanti illustri esperti.

Come si è diffuso nella scuola barese, pugliese ed italiana, forse melgré lui, il pensiero di Giovanni Modugno? A questa domanda,penso, si possa dare una risposta certa: attraverso i suoi studenti cui è toccato in sorte di averlo avuto come docente, prima a Corato, per sette anni, poi. dal 1920 al collocamento in quiescenza. presso l’Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari.

Essi hanno “abitato” ed “innervato” la scuola – segnatamente e prioritariamente quella elementare – barese, pugliese e non solo portando nella loro attività didattica e professionale gli insegnamenti ricevuti. Sarebbe molto interessante – non certo per mera erudizione storiografica – ricercare i loro nomi, la loro provenienza geografica attraverso i registri del prof. Giovanni Modugno, raccolti nell’archivio storico dell’istituto scolastico frequentato.

Consultando quell’archivio, tanto si potrebbe scoprire su Giovanni Modugno e sulla storia della scuola pugliese: potrebbe essere un ottimo argomento per un’efficace e non convenzionale attività di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (vulgo PCTO, come negli acronimi di cui è saturo lo ‘scolastichese’, nota neolingua iniziatica), ovvero, anche per tesi di laurea (triennali, magistrali e di PhD) sicuramente molto interessanti e nietzscheanamente “inattuali”.

Del resto, l’influenza del pensiero di Giovanni Modugno,attraverso i suoi studenti del “Bianchi–Dottula”, ha anche travalicato anche i confini della scuola e della pedagogia: basti ricordare anche soltanto il nome di uno di loro, divenuto un Maestro del Diritto dell’Università degli studi di Bari (e tantissimo altro…), il prof. Renato Dell’Andro (1922 – 1990).

Ma questa sarebbe un’altra storia, che mi ricondurrebbe alla mia ormai remotissima adolescenza… 

5. BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di DE NITTI, CARLO e LAVERMICOCCA, CARLO, Bari 2023, Ecumenica editrice, di prossima pubblicazione;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                                                              

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• MICUNCO, GIUSEPPE, La buona battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno, Bari, 2013, Stilo editrice;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari, 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio”bresciano, Bari, 2022, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO – AUFIERO, ARMANDO, Giovanni Modugno: il volto umano del Vangelo in AA.VV., Op. cit.;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SARACINO, DOMENICO, Giovanni Modugno. Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice; 

• SPINELLI MODUGNO, MARIA, Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno, Bari 1967, Editoriale Universitaria.

Et si parva licet …

• DE NITTI, CARLO, La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

• DE NITTI, CARLO, In difesa del Sud: storia dell’amicizia di due Maestri tra Molfetta e Bitonto, ”Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141; 

• DE NITTI, CARLO, Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12.

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