Docenti ed ATA – SBC: bisogna passare dal qualunquismo alla lotta

Il 30 maggio per gli insegnanti sarà una data spartiacque.

Lunedì non sciopero perché ho solo due ore.

Lunedì non sciopero perché gli alunni non entrano.

Lunedì non sciopero perché non voglio regalare i miei soldi allo Stato.

Lunedì non sciopero perché sono un’educatrice e siamo a fine anno.

Lunedì non sciopero per fare un favore ai Sindacati, che non fanno nulla per noi.

Lunedì non sciopero perché devo partecipare al Collegio.

Lunedì non sciopero perché tra due anni vado in pensione.

Lunedì non sciopero perché non credo nello sciopero.

Lunedì non sciopero perché non cambia nulla, hanno già deciso.

Sono solo alcuni degli alibi più frequenti usati da chi in queste settimane ha scelto di non scioperare e lo ha esternato sia perché gli hanno chiesto se scioperasse o meno, sia per fare proselitismo nelle scuole o suo social.

Noi li abbiamo definiti, senza tanti giri di parole, crumiri, un termine oggi forse un po’ desueto soprattutto in un ambiente che si finge ipocritamente politicamente corretto ma non lo è affatto, e abbiamo chiamato crumiraggio la loro azione tendente a boicottare lo sciopero del 30 maggio.
Abbiamo poi dovuto constatare come un quest’azione di crumiraggio siano state particolarmente attive le figure vicine al DS, collaboratori, Staff, funzioni strumentali, coordinatori, e non ultime le RSU, alle quali i sindacati avevano affidato la mobilitazione nelle scuole.

Ma il dato politico va oltre il folklore della sottocultura sopra esemplificata, tutta compresa nel recinto dell’ individualismo e della passività, i docenti che lunedì non sciopereranno contro la riforma prevista dal DL 36/2022 con il loro silenzio, con la loro passività diranno in modo incontrovertibile al presidente Gavosto della Confindustria , autore della riforma, a Bianchi ministro pro tempore al presidente Draghi ai partiti soprattutto al PD e a M5S ( che ora tacciono sullo sciopero ) ai poteri forti, che la maggioranza degli insegnanti italiani sono favorevoli al loro modello di scuola e al loro modello di insegnante e che il Governo e il Parlamento sta legiferando bene e anche con il consenso degli insegnanti, che la Scuola li ha capiti, che la Scuola è con loro.
Così il fallimento dello sciopero, se fallimento sarà, ma in tanti stanno lavorando per farlo fallire a cominciare dai DS, lo annunceranno nei loro comunicati già lunedì.

Vedete colleghe e colleghi, il 30 maggio capiremo molte cose, per molti versi sarà una data spartiacque che potrà segnare la certificazione dell’incapacità di qualsiasi lotta da parte dei docenti italiani, tal è una categoria che sciopera con percentuali tra 1% e il 10%, oppure la ripresa della consapevolezza che per ottenere qualcosa bisogna manifestare, opporsi, scioperare, e che la mobilitazione non potrà essere circoscritta e discontinua, ma coinvolgere i docenti e gli ATA per un tempo lungo, scuola per scuola con i sindacati che da strumenti di consulenza si devono trasformare in strumenti mobilitazione e di lotta, diciamo che da vertenze particolaristiche devono passare a vertenze generali.

In un caso e in un altro vi sarà molto da lavorare, anche sui gruppi social, quelli non del cazzeggio quotidiano o dello sfogo agli alti lai, ma quelli in cui si discute, fanno proposte.

Il comportamento sbagliato è la resa incondizionata prima di lottare, inoltre bisogna superare il qualunquismo oggi diffuso tra tanti docenti che oggi, purtroppo si stanno vestendo da crumiri per interesse, per compiacenza, per individualismo, per ignavia, per indifferenza, per cinismo o solo per inconsapevolezza.

Libero Tassella SBC

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