Scuola? Fonte di “insicurezza e disagio”

Scuola non è sinonimo di sicurezza. Né di felicità. Per oltre tre ragazzi su dieci, infatti, l’istituzione scolastica trasmette insicurezza e disagio. Viene inoltre percepito come luogo dove si compiono atti di bullismo e violenza. Questi i risultati di una ricerca internazionale appena pubblicata su Frontiers in Psychiatry, come riportato da Il Fatto Quotidiano.

I motivi

Perché questa negatività da parte degli studenti? Tra le motivazioni, sostengono autori, c’è la fine del dialogo tra insegnanti e ragazzi. Vale anche l’opposto: nelle scuole in cui gli insegnanti si prendono cura dei ragazzi, aumenta la probabilità che questi ultimi si sentano al sicuro a scuola. Secondo lo studio dell’Università di Turku è importante il ruolo giocato dagli insegnanti nel plasmare il senso emotivo di sicurezza dei più giovani.

Non è tutto. Anche la mancanza di un quadro di regole definito e chiaro influisce nella decadenza della scuola come istituzione di riferimento. Secondo una precedente revisione, regole scolastiche eque, chiare e coerenti sono molto importanti per generare sicurezza nelle scuole. E ancora, secondo gli psichiatri finlandesi, colpevole è l’incapacità dei ragazzi di promuovere interazioni positive tra coetanei. Di conseguenza, quando gli studenti subiscono vittimizzazione o promuovono il bullismo, ciò si riflette inevitabilmente in un minore senso di sicurezza. Dai dati emerge che sentirsi insicuri a scuola è associato anche problemi di salute mentale, che possono persistere per tutta la vita. I risultati evidenziano la necessità di interventi scolastici, antibullismo e promozione della salute mentale.

I dati

Lo studio internazionale ha coinvolto 21.688 adolescenti di età compresa tra 13 e 15 anni, che hanno risposto a sondaggi tra il 2011 e il 2017. L’indagine comprende 13 paesi europei e asiatici, tra cui Finlandia, Norvegia, Lituania, Grecia, India, Indonesia, Iran, Israele, Giappone, Cina, Singapore, Vietnam e Russia. Tra i Paesi ‘peggiori’ appare il Giappone all’ultimo posto con una percentuale di senso di insicurezza del 69,8 per cento per le ragazze e 68,2 per i maschi. A seguire, Vietnam e Russia. Ai primi posti per senso di sicurezza, Finlandia (11,5%) e Norvegia (13,9%).

La scuola in Italia

E lo Stivale come è messo? In Italia la situazione è ancora più grave, perché alla mancanza di sicurezza psicologica dei ragazzi si aggiungono gravi criticità e carenze infrastrutturali, come evidenziato dall’ultimo rapporto sulla sicurezza civica di Cittadinanza attiva. Oltre 17mila scuole, il 43% dei 40.160 istituti scolastici italiani, sono situate in zone a rischio sismico elevato, zone in cui vivono 4 milioni e 300mila bambini e ragazzi. Di queste scuole, 4.176 hanno inoltrato richieste di finanziamento al Ministero dell’Istruzione per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica, ma le indagini finanziate sono 1.564 a fronte di 2.612 non finanziate (oltre il 60%) per mancanza di fondi. E con la pandemia, la situazione peggiora. Come evidenzia lo studio, molti istituti hanno segnalato la carenza di docenti e di collaboratori scolastici. Fra i servizi “tagliati”, invece, c’è soprattutto quello di pre e post scuola (65%) e, ancora più grave, il servizio mensa in circa il 39% delle scuole e il tempo pieno nel 26%.

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