Diverse memorie, diversi stimoli
ARTICOLO SCRITTO DA: ROBERTA FINAZZI FORMATRICE SCUOLA OLTRE
DIVERSE MEMORIE, DIVERSI STIMOLI
“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case…”
Una poesia molto famosa, la riconosci? Ne sono certa. Eppure oggi sempre meno insegnanti propongono la tradizionale poesia da imparare a memoria.
Oggi si cerca di stimolare i bambini e le bambine o i ragazzi e le ragazze, si cerca di spingerli alla creatività, alla rielaborazione di un apprendimento per farlo proprio, si chiede loro di trovare idee e strategie inusuali per risolvere piccoli problemi.
Le neuroscienze hanno mostrato come l’apprendimento venga facilitato dall’interesse, dalle emozioni positive, dal divertimento, da un apprendimento attivo, spinto verso il fare. E non c’è dubbio che queste modalità siano molto efficaci per tutti gli studenti, anche per chi ha maggiori difficoltà di apprendimento.
Un bambino o una bambina con buona memoria imparano più in fretta, ricordano più dettagli e solitamente si divertono in questo processo. La memoria è indubbiamente influenzata dalla genetica, ma si può educare e potenziare grazie alla plasticità del cervello. Il genitore ha ovviamente un ruolo fondamentale nella stimolazione fin dai primissimi anni di vita del bambino/a, ma anche l’insegnante può dare una mano attraverso attività e giochi in classe. Come? Sicuramente la rielaborazione di piccoli eventi della giornata permette ai bambini e alle bambine di accrescere la memoria, riprendere un episodio accaduto in classe il giorno precedente o una settimana prima è un ottimo allenamento. Può essere un episodio buffo, una gita, un’attività extrascolastica, ma anche un qualunque ritaglio di lezione.
«Vi ricordate quando ieri mi è caduta la biro sotto la scrivania? Cos’è successo poi?», «Vi ricordate quando la scorsa settimana siamo andati in cortile? Cos’abbiamo trovato sotto i cespugli?»
Ponendo queste domande stimoliamo la classe a ricordare e a raccontare. A mano a mano cerchiamo di rievocare sempre più dettagli condivisi con i nostri studenti.
Anche scrivere alla lavagna delle parole o fare dei disegni e richiamare il ricordo nei giorni successivi è una valida attività che stimola la memoria attraverso il divertimento.
Lavorare sulle narrazioni, sulla memoria fotografica e sull’ampliamento temporale del ricordo sono ottimi esercizi da tenere a mente. Esistono inoltre moltissimi giochi per stimolare la memoria a breve termine, utile per esempio in matematica, in cui serve procedere in maniera sequenziale. Per esempio: l’insegnante estrae dal proprio astuccio delle matite colorate o dei pennarelli. Si inizia con un numero piccolo come il quattro. Si mettono i colori in ordine formando una sequenza sulla cattedra o su un banco affinché sia ben visibile da tutti quanti. Mentre forma la sequenza, l’insegnante chiede a tutta la classe di appoggiare la testa sul banco per non guardare. Quando la sequenza è formata, gli alunni potranno guardarla per 20 secondi. Trascorso il tempo utile la sequenza va nascosta con un foglio bianco e gli alunni dovranno ricordarla e riprodurla sul loro banco. Una volta che tutti avranno terminato, se ne verificherà la correttezza.
Dopodiché l’insegnante chiederà di rimettere i colori nell’astuccio e, approfittando della distrazione degli alunni, mescolerà la sequenza sulla cattedra.
A questo punto gli alunni e le alunne saranno in grado di ripristinare la sequenza originale?
Questa attività è un ottimo allenamento che può essere fatto con oggetti, parole, disegni e con il tempo può essere intensificata la difficoltà.
Qualcuno si chiederà a che cosa serva oggi imparare delle parole a memoria, qual è il vantaggio di dover ripetere a pappagallo delle frasi in modo preciso. Perché ripetere 10, 20, 30 volte una poesia? Cesare Cornoldi, professore emerito di Psicologia dell’apprendimento e della memoria all’Università di Padova, ritiene che in certe occasioni la memorizzazione parola per parola risulta importante per tre motivi: il primo riguarda la risposta affettiva positiva che viene associata alla ripetizione di una canzone o di una poesia. Sarà capitato a moltissimi di noi di essere lodati da parenti o amici stretti quando da piccoli siamo riusciti a recitare o a cantare qualcosa che ha richiesto il nostro studio e il nostro impegno; il secondo motivo è che dovendo memorizzare delle parole o delle sequenze di parole gli alunni e le alunne sono stimolati nella ricerca di strategie efficaci, di tecniche mnemoniche che saranno utili nell’arco della vita in svariati ambiti e, infine, la terza motivazione è che in alcuni contesti la conoscenza dei contenuti deve essere precisa e puntuale e non può essere appresa in altro modo se non in modalità mnemonica.
Presentato questo, ritengo che gli eccessi siano da evitare e che la tradizione dal canto suo non sia totalmente da buttare. Un giusto equilibrio tra i tipi di apprendimento risulterebbe la migliore strada per i nostri alunni e le nostre alunne, tutti impegnati nella costruzione delle loro conoscenze e dell’identità. Da recenti studi sembrerebbe che l’avere buona memoria aiuti anche ad avere maggiore fiducia in sé stessi e questo permette di essere più aperti alla conoscenza. Già queste indicazioni dovrebbero fornirci delle motivazioni valide per guidare la nostra classe, divertendosi, a stimolare sempre più il proprio bagaglio di conoscenze. Lavorare per il benessere della classe risulta, infatti, essere sempre la strada migliore da percorrere.
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