La cuntintizza recensione

La cuntintizza. Piccole ragioni della bellezza del vivere è un libro scritto a quattro mani, anche se due sono quelle che dirigono l’intesa tra zia e nipote. Simonetta Agnello e la giovane nipote Costanza Gravina ci spiegano un concetto universale, esprimibile con un vocabolo siciliano: cuntintizza. Le due donne sono siciliane, una vive nel palermitano, l’altra nel catanese. Entrambe amano la propria isola, terra di sapori, odori, amori e vitalità. E’ Costanza Gravina che esprime i concetti più belli, facendosi portavoce di una bellezza che solo i siciliani possono condividere con lei. Cuntintizza non va tradotto erroneamente con il termine italiano “contentezza“, perchè sarebbe riduttivo.

La conosciamo da sempre, non è vasta come la felicità, né possiamo accontentarci della definizione di felicità. La cuntintizza è – come Costanza Gravina la definisce – una pallina di cannella zuccherata in fondo all’anima. Comprende le piccole buone ragioni della bellezza del vivere; il suo opposto è la malevolenza. E’ un istinto di sopravvivenza, una sensazione di appagamento e soddisfazione, intima e privata (ma comune). La cuntitizza va curata, perchè è una quieta meraviglia. Lo spirito della cuntitizza lo possiamo trovare nel cibo, in un aperitivo, nel mare, nella, paranza, nei bicchieri di vetro, nei ficodindia: è uno stato d’animo, ognuno ha il suo! Per quanto intima e privata è comunque comune a tutti, a tutti quelli che riescono a curarla, perchè è anche inclusività culturale e geografica. Le autrici ce lo spiegano: basti pensare al long drink Spriz, austroungarico di nascita e ormai planetario. E per voi, cosa è la cuntintizza?

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La Mia Isola: una mappa per conoscersi

Questo laboratorio di arte e immagine è stato ideato per aiutare gli studenti delle classi prime a riflettere sulla propria identità, sui gusti e sulle emozioni, trasformando questi elementi astratti in un paesaggio visibile e concreto: la propria “isola interiore”. È un’attività perfetta per l’inizio dell’anno scolastico o per i percorsi di orientamento legati all’identità. Gli obiettivi dell’attività toccano vari temi didattici:

Sviluppare l’auto-analisi e la consapevolezza emotiva.

Comprendere e applicare i principi base della cartografia (leggibilità, nomenclatura, uso del colore).

Sperimentare la tecnica mista (matite colorate e acquerello “bagnato su bagnato”).

Utilizzare la forma come elemento espressivo (la lettera iniziale del nome).

Materiali Necessari:

Fogli da disegno A4 o A3

Matite colorate

Matite, gomma

Acquerelli, pennelli, acqua

Pennarello nero a punta fine

Abbiamo cominciato con un momento di riflessione. Sul retro del foglio, abbiamo scritto tutte le cose che ci piacciono e che sono importanti per noi: le passioni, gli amici, i sogni, il cibo preferito, interessi a scuola e fuori, attività con amici/familiari, fonti di benessere, sogni, emozioni (tristezza, rabbia, gioia). Questa lista, che abbiamo creato rispondendo a domande personali, è diventata il cuore della nostra isola. Poi siamo passati alla fase creativa, abbinando a queste parole dei luoghi geografici o elementi paesaggistici. Abbiamo cercato di trasformare ogni passione in un pezzo di mappa o TOPONIMO (come una montagna, una valle, una baia, un palazzo) abbinando a ciascun interesse un luogo (naturale o artificiale) e dandogli un nome creativo. Così, per esempio, è nata “La valle delle biciclette”, “La montagna delle note” o “La città della ginnastica” sulla nostra isola.

Per il contorno e la forma dell’isola, abbiamo scelto di usare l’iniziale del nostro nome (ad esempio, la lettera “C” o “M”) e l’abbiamo disegnata a matita sul foglio. All’interno di questa sagoma unica, abbiamo tracciato gli elementi naturali e artificiali che ci rappresentano , facendo attenzione a non calcare troppo la matita per poter cancellare facilmente.

Per la colorazione, abbiamo usato due tecniche diverse. Le terre emerse e gli elementi (montagne, palazzi, ecc.) li abbiamo colorati con le matite colorate, utilizzando i colori classici delle mappe fisiche (verde, marrone, giallo). Per il mare, invece, abbiamo applicato gli acquerelli con la tecnica “bagnato su bagnato”: abbiamo steso prima l’acqua pulita sul mare e subito dopo il colore blu o azzurro, per ottenere sfumature morbide.

Quando il disegno era completamente asciutto, siamo passati alla finitura. Abbiamo ripassato tutti i contorni e i dettagli con un pennarello nero a punta fine per rendere i profili più netti. Infine, abbiamo aggiunto i nomi che avevamo inventato per ogni singolo luogo e area della nostra isola personale.

Ecco la carrellata delle nostre Isole Personali, tutte insieme per formare un arcipelago di personalità tutte uniche e diverse!

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