Alunni stranieri per classe in aumento: servono docenti specializzati

Nelle scuole italiane si riduce il numero di alunni complessivi. E cala anche quello degli iscritti stranieri. Lo ha comunicato il ministero dell’Istruzione pubblicando l’approfondimento statistico annuale con i dati relativi alle studentesse e agli studenti con cittadinanza non italiana, riferiti all’anno scolastico 2020/2021: per la prima volta dal 1983/1984, primo anno delle rilevazioni ministeriali, nel 2020/2021 si è registrata una minore presenza di studenti con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole: sono 865.388, 11.000 in meno rispetto all’anno precedente (-1,3%).

C’è un dato su cui però pochi si sono soffermati: nonostante la flessione, resta inalterata la percentuale di studenti con cittadinanza non italiana sul totale degli studenti in Italia (sono il 10,3%) poiché è diminuito, al contempo, di quasi 121 mila unità (-1,4%) anche il totale generale degli alunni.

Anche un’altra indicazione appare rilevante: la flessione riguarda solo le scuole dell’Infanzia (per Il Fatto Quotidiano potrebbe avere influito la pandemia) e il primo ciclo, mentre alle medie e superiori si regista un aumento di alunni stranieri (oltre 13 mila ragazzi in più).

Due studenti con cittadinanza non italiana su tre (il 65,3%) sono iscritti in scuole del Nord, a partire dalla Lombardia, che nello scorso anno scolastico ne ha ospitati oltre 220mila. Infine, si conferma la preponderante presenza delle seconde generazioni: la percentuale dei nati in Italia sul totale delle studentesse e degli studenti di origine migratoria, nel 2020/2021, è arrivata al 66,7%, oltre un punto in più rispetto al 65,4% del 2019/2020. Sono originari di quasi 200 Paesi del mondo: il 44,95% è di origine europea, il 26,9% africana e il 20,2% asiatica.

Secondo le associazioni di categoria, “occorre legiferare, lo chiediamo al Governo che verrà, per il ripristino dell’insegnamento per moduli nella scuola primaria e per il ritorno del docente specializzato nella lingua inglese. Con meno di 50 mila posti si avrebbero un sicuro incremento delle competenze di base, le stesso che invece i dati Ocse-Pisa e Invalsi dicono che sono sempre più ridotte. Infine, bisogna introdurre insegnanti A-23 all’interno dei Cpia di italiano per stranieri e specifiche risorse per l’accoglienza degli studenti alloglotti”.

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