Che scuola sarà quella del docente “esperto” (e dei 99 “inesperti”)?

Gerarchizzare gli insegnanti; pagarli sempre meno rispetto al costo della vita; dipingerli come impreparati e disinformati. Sono forse queste le linee programmatiche della politica scolastica e culturale di tutti i governi italiani degli ultimi 30 anni? Ciliegina sulla torta: il “docente esperto”, ennesimo miracolo scolastico agostano, del quale la nostra testata ha già ampiamente sviscerato tutti i (contraddittori) aspetti e di cui cercheremo ora di sottolineare il “sottotesto”; ossia i risvolti ideologici e programmatici (e quel che in psicologia si definisce “il non detto”).

Il prestigio e le ricchezze del docente “esperto”

Cominciamo dal metodo. Per conseguire il (prestigioso?) titolo (remunerativo?) di “docente esperto”, l’insegnante pagherà di tasca propria tutti i corsi di “formazione” necessari: impensabile per altre categorie professionali. I corsi saranno seguiti dal docente nel suo tempo libero: altre categorie frequentano i corsi di formazione in orario di servizio. Per i docenti la formazione non

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