Dossier Fondazione Agnelli: personale della scuola mal pagato e non stabilizzato

Un importante documento pubblicato da parte della Fondazione Agnelli sostiene che il personale della scuola è sempre più in condizioni instabili e viene remunerato con stipendi insufficienti.
È stato effettuato uno studio che dimostra la necessità dei docenti di percepire stipendi maggiori. Infatti, gli stipendi italiani sono di gran lunga inferiori a quelli assegnati mediamente in Europa. Inoltre sarebbe opportuno muoversi verso un tempo scuola più consistente e con un corpo docente interamente stabilizzato. Il documento, invece, spiega che in seguito al piano di immissioni in ruolo della Buona Scuola si contavano più di 730mila insegnanti di ruolo, mentre ad oggi ne sono presenti meno di 700mila.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha dichiarato: “I dati pubblicati oggi ci danno una fotografia che il nostro sindacato conosce da tempo e che ha deciso di denunciare di nuovo al Comitato europeo dei diritti sociali: la scuola italiana è affidata ad un numero impressionante di docenti, ma anche Ata, che lo Stato italiano ha deciso di mantenere precari sine die. E questo è un fallimento che ha come origine la politica sul reclutamento scolastico del tutto sbagliata portata avanti dai governi negli ultimi anni, che ha ignorato il doppio canale, con assunzione dei precari storici, per dare spazio quasi unico a dei concorsi lenti e impostati pure in modo erroneo, con l’assurda esclusione degli idonei e dei partecipanti, come accaduto con lo Straordinario bis”.
Il presidente Anief continua: “Si preferisce affidare le cattedre e i posti ai supplenti, andando così a risparmiare su mensilità estive e ricostruzioni di carriera. Come si continua a risparmiare sulla pelle dei docenti e Ata assegnando loro stipendi anche dimezzati rispetto ai colleghi Ue. Dossier e rapporti nazionali confermano tutto. Solo il legislatore rimane indifferente. La fervida speranza è che i parlamentari che scaturiranno dalle elezioni di domenica abbiano finalmente una visione reale delle azioni da attuare nella scuola: quelle che Anief proprio oggi ha indicato attraverso 13 punti prioritari, che continueremo a promuovere attraverso una mobilitazione nazionale avviata proprio oggi”.
La Fondazione Agnelli scrive come le retribuzioni siano inferiori a quelle della maggioranza degli altri paesi europei. Nei primi anni di questa professione, la differenza di retribuzione dei docenti in Italia era minima rispetto agli altri paesi UE, circa 25mila euro rispetto ad una media leggermente inferiore a 30mila, però, questa differenza con il trascorrere degli anni è aumentata sensibilmente.
Al contrario di quasi tutti i Paesi europei, il contratto di lavoro dei docenti italiani quantifica solamente le ore di lezione e le attività di programmazione, aggiornamento e ricevimento dei genitori.
Va, però, anche ricordato che – caso praticamente unico in Europa – il contratto di lavoro dei docenti italiani quantifica in pratica solo le ore di lezione. Molte altre attività non strettamente di lezione, ma fondamentali per il corretto svolgimento di queste, come ad esempio la preparazione delle lezioni, non incluse nel contratto e di conseguenza non retribuite.
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