Dante di Pupi Avati: didascalico con un poeta poco credibile

L’invenzione narrativa del film di Pupi Avanti “Dante” è geniale: Giovanni Boccaccio, incaricato di portare alla ormai vecchia figlia di Dante una somma di denaro, come risarcimento della città di Firenze per le ingiustizie fatte patire al poeta, passa, lungo un viaggio di 4 giorni, attraverso i luoghi che hanno ospitato l’esule e i personaggi che l’hanno conosciuto.

Una sorta di viaggio picaresco che è anche l’occasione per il regista di fare un excursus storico- sociale- culturale nel Medioevo, descritto secondo una iconografia interessante e per certi versi anche originale sebbene appaia fin troppo realistica soprattutto quando indugia su dettagli che appaiono anche superflui.

Sergio Castellitto, nel ruolo di Boccaccio, è maestoso e credibile, richiamando l’intellettuale sapiente e saggio che, oltre a espletare con coscienza l’incarico ricevuto, è percorso dalle mille domande per capire fino in fondo un artista gigantesco del quale ama intensamente l’opera, fin quasi

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