Settimana corta a scuola, è polemica oltreoceano e in Europa. È davvero utile?
L’attuale crisi bellica, e conseguentemente economica e finanziaria, ha messo al centro commodities, l’approvvigionamento strategico a livello energetico, i rapporti di forza, merci e forniture globali. Tutto il sistema paese, specie in seno al continente europeo, rischia il tracollo produttivo per via dei prezzi in crescita, non potendo garantire l’espletamento dei servizi di base, tra cui scuola, formazione, cultura e via discorrendo.
La proposta di una settimana corta, oltre all’intervento diretto sugli edifici scolastici è al vaglio degli Enti Locali e Regionali i quali, proporzionalmente ai costi previsti per l’energia nel prossimo trimestre, si pronunceranno a favore o meno di una settimana didattica ridotta rispetto al normale, la quale richiederebbe delle integrazioni orarie quotidiane per i giorni di attività, come accade già negli USA (Colorado, Alabama, California) e nel Regno Unito (situazione propria di ogni singolo istituto formativo).
Il dibattito didattico statunitense: quali i fini di una settimana