PENSIONI – Ritorno alla Fornero impossibile per docenti e Ata: serve una “finestra” per rispondere al burnout che imperversa tra chi lavora a scuola
Senza un intervento nella Legge di Bilancio, tra poco più di due mesi assisteremo al ritorno della Legge Fornero: si potrà andare in pensione non prima dei 67 anni di età o con 42-43 anni di contributi. Il Governo potrebbe apportare delle deroghe, ma occorrono reali opportunità di anticipo pensionistico, non proposte inaccettabili come ‘Opzione Uomo’ con penalità importanti sull’assegno pensionistico arrivando a tagliare anche oltre 600 euro dall’assegno. “Prima di tutto bisogna approvare oggi una ‘finestra’ specifica per il personale della scuola”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante un’intervista all’emittente radiofonica Italia Stampa.
“A gennaio ritorneremo alla Legge Fornero – continua il sindacalista autonomo – e non si può pensare di proporre una soluzione come Opzione Donna che” tagli l’assegno di quiescenza e “non riconosce il burnout fortemente presente nel lavoro a scuola. E nemmeno si considera neanche chi ha lavorato tanti tanti anni dopo gli studi universitari che hanno arricchito la propria esperienza e che sono richiesti necessariamente per poter accedere al lavoro dell’insegnante. Serve quindi una norma nella legge di bilancio che riapra i termini” di accesso alla pensione appena scaduti per il prossimo anno. Ma anche una norma che permetta a docenti e Ata di andare in pensione come accade per le forze armata e permetta così anche “di svecchiare la classe docente che è tra le più vecchie al mondo, anche perché si arriva al ruolo dopo troppi anni di precariato. Dobbiamo abbattere tutto questo andando ad attaccare la precarietà nella scuola, inserendo provvedimenti già nella prossima Legge di Bilancio e poi modificare le norme sul reclutamento degli insegnanti”.
Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza e il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
LE DOMANDE DI PENSIONE: TIPI E MODALITÀ
I requisiti:
- pensione di vecchiaia (Art. 24, commi 6 e 7 della Legge n.214/2011): d’ufficio 67 anni al 31 agosto 2023, a domanda
67 anni al 31 dicembre 2023. Anzianità contributiva minima di 20 anni; - pensione di vecchiaia – Art. 1, commi da 147 a 153 della legge 27 dicembre 2017, n. 205: a domanda 66 anni e 7 mesi al 31 dicembre 2023. Anzianità contributiva minima di 30 anni al 31 agosto 2023
- pensione anticipata: entro il 31 dicembre 2023 per le donne anzianità contributiva minima di 41 anni e 10 mesi, per gli uomini 42 anni e 10 mesi
- opzione donna: al 31 dicembre 2021 anzianità contributiva di 35 anni + 58 anni maturati
- quota 100 e 102: entro il 31 dicembre 2021 anzianità contributiva minima di 38 anni +62 anni; entro il 31 dicembre
2022 anzianità contributiva minima di 38 anni + 64 anni.
LA PROPOSTA ANIEF
Anief chiede, quindi, “una ‘finestra’ ad hoc, assieme anche alla conversione gratuita in contributi della formazione universitaria, come pure rivendicato più volte di recente dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Per il sindacato basterebbe adottare gli stessi parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, permettendo al personale della scuola, uomini compresi, di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. “Anche l’allargamento dell’Ape Sociale a tutti i dipendenti della scuola, potrebbe essere un passo importante – spiega ancora Pacifico – e comunque non si tratterebbe di nessuna concessione, visto l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato e senza nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico, invece previsto per altre professioni anche del comparto pubblico. Occorre quindi una deroga vera: ‘Opzione Donna’ ed ora anche ‘Uomo’ comporta un prezzo da pagare a dir poco ingiusto”.
PER APPROFONDIMENTI:
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