Rave party: giusto intervenire, ma è necessario non sottrarsi alla responsabilità educativa
In questi giorni si sta parlando più del rave party che di costi dell’energia e della tragedia ucraina.
Viviamo cioè in balia di ondate emozionali, e facciamo fatica a fermarci un attimo e a meditare in controluce, su queste e altre criticità.
È ovvio, ce lo possiamo dire: il rispetto delle norme di sicurezza è sacrosanto. Ma quasi ci siamo dimenticati che giovani lo siamo stati anche noi, e che, a parte le estremizzazioni, va comunque garantito il diritto di essere appunto giovani. Va garantito, cioè, un po’ anche il diritto di sbagliare, cercando poi di recuperare e di maturare un dialogo che non si fermi solo ai dei “no” preventivi.
Il problema è che mancano i luoghi educativi, e la famiglia e la scuola, oggi in piena scia di una svolta competitiva secondo un fumoso merito, sono sempre più in difficoltà.
Mentre conta di più, …..