STRUMENTO MUSICALE: UN PERCORSO LUNGO QUARANTA ANNI. E SI RIPARTE DI NUOVO.

Riunito a Roma il Coordinamento nazionale per fare il punto sui cambiamenti in atto. Dopo anni di stop and go ora serve una programmazione attenta al personale, che permetta alle scuole di pianificare gli interventi. Lo studio di strumento musicale utile per un ruolo attivo nell’apprendimento, per confrontarsi con gli altri e socializzare.

Entro l’anno scolastico in corso, le scuole con corsi ad indirizzo musicale dovranno adottare uno specifico regolamento sul funzionamento dei nuovi percorsi sulla base delle disposizioni previste dal decreto di luglio. Un provvedimento uscito quasi in sordina mentre le scuole – spiega Giuseppe D’Aprile – devono sapere come organizzarsi.
È una programmazione che va pensata ‘oggi per domani’.

A settembre del prossimo anno, le nuove regole varranno per tutte le classi prime per estendersi progressivamente alle classi successive, mentre contestualmente andrà ad esaurimento l’ordinamento previsto dal decreto del 1999.
A decorrere dal 2025 le nuove disposizioni si applicheranno a tutte le classi del triennio, ha precisato Annalisa Spadolini, Coordinatrice Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica del Ministero dell’Istruzione e del merito, che oggi ha preso parte alla riunione del Coordinamento nazionale di Strumento musicale Uil Scuola Rua.

Sono passati più di quarant’anni se si considera che la prima sperimentazione è stata autorizzata nel 1979 dall’allora Ministero della Pubblica Istruzione – sottolinea D’Aprile –
nel 1996 tale sperimentazione è stata meglio regolamentata, per quanto concerne il reclutamento, la composizione delle classi. Solo nel 1999 – e vorrei dire anche grazie all’impegno della UIL Scuola, aggiunge D’Aprile – tale insegnamento è stato ricondotto ad ordinamento attraverso l’istituzione della classe di concorso, con la chiara definizione dei livelli di apprendimento da raggiungere per ogni singolo strumento musicale, il sistema di reclutamento e altri importanti elementi.

Lo strumento musicale s’inserisce a pieno titolo all’interno del pacchetto curriculare della scuola dell’obbligo raccordandosi direttamente con l’educazione musicale – osserva Mauro Panzieri, Coordinatore Nazionale strumento e licei musicali.

L’alunno ha la possibilità di affrontare la difficoltà globale, può fare un’analisi della propria esecuzione, individuare l’errore e prestare maggiore attenzione per correggersi.
Ciò consente di acquistare maggiore consapevolezza delle proprie capacità, come dei propri limiti, ma soprattutto di prendere coscienza del proprio ruolo attivo in fase di apprendimento.

Confronto che passa attraverso una fase fondamentale: quella dell’esecuzione.

Le reazioni affettive, emotive messe in moto in questo complesso quadro empatico sono riconducibili ad una serie di complesse dinamiche psicologiche.

Per cui bisogna capire e far capire – conclude Panzieri – l’importanza dello studio dello strumento musicale specialmente se praticato in un’età dove risulta di fondamentale importanza confrontarsi con gli altri e soprattutto socializzare.

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