Dall’Intelligenza Artificiale una risposta per ogni domanda: Chat GPT

Per avere una dimostrazione di quale sviluppo hanno raggiunto i sistemi di machine learning oggi vi parlo di Chat GPT chat Generative Pretrained Transformer.

Quando parliamo di Intelligenza Artificiale ci riferiamo a sistemi o macchine che imitano l’intelligenza umana e in questo caso abbiamo a che fare con strumento capace di elaborare il linguaggio naturale attraverso algoritmi di apprendimento automatici per generare risposte del tutto simili a quelle che potrebbero dare esperti di ogni settore.

Naturalmente il sistema è stato programmato con una enorme quantità di dati e ciò gli consente di rispondere con una sorprendente coerenza e a domande su svariati argomenti, come testimoniato dall’immagine sopra.

In buona sostanza una ChatGPT è capace di elaborare domande e generare risposte pertinenti e coerenti nel contesto di una conversazione, un’opportunità per affinare le modalità con cui interagiamo con la tecnologia.

La tecnologia GPT puo’ essere applicata in diversi contesti: traduzioni, scrittura creativa, esperienze di apprendimento interattive, servizi clienti aziendali e in molti altri contesti.

Per sperimentarlo, dovete registrarvi cliccando qui: https://chat.openai.com/chat

Articoli correlati

Written on 18 Settembre 2020, 19.39 by maestroroberto

Sempre più strumenti digitali consentono di effettuare sondaggi online, con report assolutamente immediati.

Per conferire ai sondaggi…

Written on 04 Maggio 2018, 12.28 by maestroroberto

Se siete alla ricerca di uno strumento comunicare online internamente alla classe, una delle migliori soluzioni è certamente BackChannel…

Written on 19 Gennaio 2020, 14.00 by maestroroberto

Se siete alla ricerca di un ambiente virtuale in cui far comunicare i vostri studenti senza usare piattaforme di messaggeria insidiose e aperte,…

Written on 17 Aprile 2018, 13.13 by maestroroberto


 

Tra le diverse piattaforme che ci permettono di videocomunicare con altre persone in privato, ve ne suggerisco una particolarmente…

Written on 23 Settembre 2021, 14.25 by maestroroberto

Google continua a integrare Chat nei suoi servizi principali. Ora è il turno di Calendar, che si aggiorna integrando le funzioni di Chat…

Written on 14 Settembre 2020, 14.24 by maestroroberto

Nelle scuole secondarie di II grado si possono già attivare organizzazioni di tipo complementare tra didattica in presenza e a distanza….

 

 

Articoli Correlati

Fisco e privacy, alla ricerca dell’equilibrio tra diritti e lotta all’evasione

La recente riforma fiscale – realizzata nell’esercizio della delega legislativa conferita al Governo dalla l. n. 111 del 2023 e alla quale è stata data ampia attuazione attraverso la Legge di bilancio del 2024 – ci fa riflettere su un tema centrale per la democrazia: il rapporto tra efficienza delle politiche fiscali di lotta all’evasione, innovazione, rispetto dei diritti individuali[1].Si tratta di un tema delicatissimo per un Paese come il nostro che si caratterizza per l’elevato tasso di evasione ed elusione fiscale. Non è in dubbio che il contrasto di tali fenomeni sia indispensabile per realizzare la “promessa” dell’equità fiscale sancita dalla Costituzione e correlata al principio di progressività delle imposte. Sarebbe, tuttavia, semplicistico declinare il rapporto tra lotta all’evasione fiscale e privacy in termini di reciproca esclusione o, come talvolta è stato fatto, di antitesi. È un falso mito che il rispetto del diritto fondamentale della protezione dei dati ostacoli il raggiungimento degli obiettivi di politica fiscale.Indice degli argomenti
Perché il fisco e la privacy non si escludono a vicendaLa storia dei provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali, soprattutto di alcuni dei più recenti, ci dimostra esattamente il contrario: esiste una integrazione profonda tra lotta all’evasione fiscale, anche con l’ausilio della tecnologia, e protezione dati, sia in termini di tutela per l’individuo (che non può essere costantemente monitorato in ogni sua azione), sia per quanto concerne l’efficienza degli accertamenti stessi che, se condotti su dati esatti, aggiornati e pertinenti, consentono di ottenere risultati potenzialmente inattaccabili[2].    La disciplina privacy non offre, infatti, solo garanzie individuali per la persona che subisce l’accertamento, ma vere e proprie regole di efficacia dell’azione amministrativa, tanto più necessarie in un contesto, quale quello attuale, di profonda innovazione destinato a esiti rilevanti con l’impiego, sempre più significativo, dell’AI che si “nutre” principalmente di dati[3].Politiche fiscali: gli interventi del Garante privacyNegli ultimi anni la politica fiscale è andata nella direzione di una profonda digitalizzazione, con l’uso di modelli e tecniche di analisi deterministica o probabilistica basati su machine learning e intelligenza artificiale. Questi sistemi si sono sempre più alimentati di informazioni provenienti da banche dati pubbliche interconnesse.Alla luce dei pericoli legati ad una massiva raccolta di dati, ad una intensa concentrazione di informazioni rinvenibili in banche dati interoperabili e ad una eccessiva profilazione dei contribuenti, le direttici essenziali dell’attività del Garante hanno riguardato principalmente: la proporzionalità della raccolta dei dati; la sicurezza di sistemi e dei flussi informativi al fine di scongiurare accessi o esfiltrazioni di terzi non autorizzati ad informazioni, talvolta estremamente sensibili, degli interessati; la congruità delle limitazioni dell’esercizio dei diritti degli interessati; l’esattezza e la qualità dei dati utilizzati dagli algoritmi e dai sistemi di intelligenza artificiale.Tema, quest’ultimo, particolarmente rilevante nel contribuire a limitare il numero di errori nell’analisi del rischio fiscale, tanto più significativo rispetto all’analisi condotta, sempre più spesso, con procedure automatizzate anche basate sulle più avanzate tecnologie informatiche come il machine learning e l’intelligenza artificiale[4].Algoritmi e rischi fiscaliRispetto alle attività di analisi algoritmica del rischio fiscale o agli strumenti di determinazione sintetica del reddito, il requisito di esattezza e aggiornamento dei dati prescritto dall’art. 5, p. 1, lett. d) del GDPR, è prodromico, infatti, all’efficacia dell’azione accertativa. Le liste selettive di contribuenti da verificare sono elaborate con l’analisi algoritmica, incrociata, di informazioni, pseudonimizzate, tratte da diverse banche dati e sottoposte a re-identificazione solo nella fase successiva, di verifica dello scostamento registrato dall’algoritmo. Chiara, quindi, l’esigenza di selezionare le fonti di analisi dell’algoritmo anche secondo criteri di attendibilità, pena un’inevitabile distorsione del risultato. Sono, dunque, necessari non tanto e non solo, genericamente, una maggior quantità di dati, ma dati migliori, esatti, pertinenti, aggiornati, per fornire all’amministrazione una base informativa adeguata su cui fondare le proprie attività di controllo.Ci soffermiamo su tre casi significativi.I sistemi automatizzati per tracciare i profili di rischio dei singoli contribuenti: il c.d. “risparmiometro”Nel 2019 il Garante si è occupato della questione concernente lo sviluppo da parte dell’Agenzia delle Entrate di sistemi automatizzati per tracciare i profili di rischio di evasione dei singoli contribuenti. La sperimentazione, supportata da metodologie statistiche, doveva servire a sviluppare un modello di analisi volto a individuare le incongruenze tra le somme a disposizione del contribuente, rilevate dall’archivio dei rapporti finanziari, e i redditi e le spese desumibili dall’anagrafe tributaria.In altre parole, con questo sistema l’Agenzia delle Entrate sarebbe stata in grado di verificare se il contribuente avesse speso più di quanto effettivamente guadagnato grazie a un controllo incrociato e automatizzato dei suoi dati personali. Se i redditi in entrata venivano, invece, eccessivamente accantonati, si supponeva l’esistenza di guadagni non dichiarati, facendo scattare la contestazione dell’Agenzia. In altre parole, se il contribuente avesse risparmiato più del solito, sulla base delle suddette informazioni raccolte e incrociate tra loro, sarebbe stato ritenuto “sospetto” dal c.d. “risparmiometro” e sarebbe stato avviato un accertamento [5].Il Garante ha, dunque, in quella occasione, sottolineato l’importanza di verificare la qualità dei dati utilizzati, le elaborazioni effettuate e di implementare le garanzie nei trattamenti automatizzati per ridurre prudenzialmente i rischi per i diritti e le libertà degli interessati, correggendo potenziali errori o distorsioni per evitare un’errata rappresentazione della capacità contributiva del contribuente. Inoltre è stato sottolineato che la posizione di ciascun contribuente ‘selezionato’ dall’algoritmo avrebbe dovuto essere rivista da operatori qualificati, cioè con specifica formazione, delle Direzioni provinciali. Infine prima di essere convocato in contraddittorio, il contribuente avrebbe dovuto ricevere un’informativa completa, che spiegasse le conseguenze di un’eventuale mancata presentazione o di rifiuto a rispondere all’Agenzia.    Lotta all’evasione e profilazione tributariaIl secondo caso [6] da richiamare è il parere che il Garante ha rilasciato al MEF nel 2021 in merito al tema della profilazione tributaria finalizzata alla lotta all’evasione fiscale[7]. Attraverso l’ampliamento dell’efficacia di tale sistema sono state introdotte rilevanti limitazioni degli obblighi e dei i diritti di cui agli artt. 14, 15, 17, 19 e 21 del GDPR, in relazione ai trattamenti effettuati dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza per le attività di analisi del rischio evasione (art. 1, commi 682 e 686, della legge 27 dicembre 2019, n. 160). Ad esempio, secondo lo schema di decreto, il contribuente non avrebbe potuto sapere di essere sottoposto a profilazione, né conoscere quali dati personali fossero stati trattati fino alla ricezione dell’invito a regolarizzare la propria posizione fiscale. In altre parole, sarebbe stata drasticamente limitata la possibilità per i cittadini di comprendere se e come l’Agenzia delle Entrate stesse trattando i loro dati personali, attraverso il tracciamento delle loro abitudini e profilando la loro persona.In sostanza, una netta de-responsabilizzazione dell’Agenzia con riferimento ai propri obblighi di trasparenza che, va ricordato, non solo rappresentano la base per la garanzia del diritto a difendersi da parte dei cittadini, ma costituiscono uno dei capisaldi per esercitare correttamente il diritto all’autodeterminazione informativa.In tal senso, il Garante aveva già fornito alcune indicazioni, in sede di interlocuzioni informali,  volte, in particolare, a garantire l’esercizio del diritto di ottenere la rettifica dei dati personali inesatti, in considerazione del fatto che precluderne, o anche solo limitarne l’esercizio, avrebbe rischiato di ostacolare la rilevazione di errori nelle valutazioni prodromiche alle verifiche fiscali, determinando con ciò una falsa rappresentazione della capacità contributiva, nonché deviando e depotenziando l’efficacia dell’azione di contrasto dell’evasione fiscale.Il Garante ha, inoltre, rimarcato come in questo caso, tuttavia, le ipotizzate limitazioni all’esercizio dei diritti risultavano ultronee perché: non erano strettamente limitate ad accertamenti in corso, ma riguardavano anche i “potenziali” evasori; non sarebbero cessate al termine delle indagini condotte dall’amministrazione finanziaria; non era stato dimostrato come la restrizione al diritto di accesso avrebbe in concreto fatto emergere posizioni da sottoporre a controllo e incentivare l’adempimento spontaneo.Inoltre, sono state suggerite specifiche misure per garantire agli interessati il diritto di accesso ai dati presenti nel dataset di controllo, anche se non destinatari di inviti o provvedimenti tributari entro i termini di prescrizione, trovando un punto di equilibrio tra il diritto dell’interessato ad accedere a informazioni rilevanti e la tutela del dataset tributario per combattere l’evasione fiscale. Il che si può realizzare contemplando, ad esempio, specifiche ipotesi nelle quali i contribuenti non possono accedere ai dataset, nonché appositi termini di differimento del diritto di accesso, in modo tale da circoscrivere il più possibile la limitazione del diritto.In aggiunta, è stato richiesto di garantire che il processo decisionale volto all’avvio dei controlli fiscali non risultasse fondato esclusivamente su trattamenti automatizzati, prevedendo espressamente l’intervento umano, precisando – in seguito ad un’adeguata valutazione delle conseguenze e dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati, riferibili anche alle limitazioni oggetto dello schema – se tale intervento fosse preliminare o meno all’inserimento dei dati nel dataset di controllo.Analisi dei rischi tramite machine learning e intelligenza artificialeNel 2022 l’Agenzia delle entrate ha manifestato l’intenzione di ricorrere a tecniche di machine learning, supervisionate e non, e a soluzioni di intelligenza artificiale per elaborare i dati dell’archivio dei rapporti finanziari e incrociarli con altre banche dati, con l’obiettivo di analizzare i rischi e i fenomeni evasivi/elusivi.L’uso del machine learning è stato autorizzato dal Garante[8] a condizione di offrire determinate garanzie a tutela degli interessati sulla base dei principi elaborati dai giudici amministrativi, dalle istituzioni europee e dal Consiglio d’Europa: in particolare, correttezza, non discriminazione, trasparenza, comprensibilità delle logiche degli algoritmi, robustezza e cybersicurezza, responsabilizzazione, limitazione del trattamento.Seguendo queste direttrici, tra le misure suggerite, spiccava la verifica in ordine all’individuazione delle banche dati utilizzate per creare il dataset usato per sviluppare i modelli di analisi, al fine di scongiurare l’opacità nella fase di sviluppo dell’algoritmo, che avrebbe potuto portare a errori e distorsioni nella rappresentazione della situazione del contribuente. Se i dati di addestramento dell’algoritmo sono inesatti, falsi, inattendibili, possono verificarsi errori di analisi e distorsioni, talvolta irreparabili. È, pertanto, necessario che i dataset siano accurati, costantemente aggiornati e prevedano un utilizzo ben circoscritto di dati particolarmente delicati (quali quelli dati appartenenti alle categorie particolari di cui all’art. 9 del GDPR, con specifico riguardo a quelli sulla salute) onde evitare conseguenze che possano determinare gravi discriminazioni in capo a uno o più interessati, adottando misure adeguate a tutelare soggetti vulnerabili quali i minori i cui dati dovessero risultare presenti all’interno dei dataset.Si pensi, solo per fare alcuni esempi, alle complicazioni dovute a un banale caso di omonimia che porti all’avviamento di un procedimento o, ancora, al contribuente che, per errore, si ritrovi in una black list e venga, pertanto, continuamente bersagliato da controlli e richieste di chiarimenti senza che vi sia una reale ragione. Si tratta di conseguenze immediate derivanti dall’utilizzo di dati inesatti, mentre altre non sono nemmeno visibili, o sono, comunque, difficilmente decifrabili, se non quando ormai è troppo tardi. Per tale motivo, la scelta e la cura dei data set sono – come ampiamente detto – un aspetto fondamentale a tutela degli individui da possibili discriminazioni.Fisco e privacy nella riforma fiscale (d.lgs. n. 13/2024)Sistematizzando queste esperienze, in sede di audizione dinanzi alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, poco prima dell’avvio dell’esame della delega fiscale, il Garante aveva suggerito di inscrivere le riforme in un piano organico di digitalizzazione dell’attività fiscale, per circoscrivere con certezza l’ambito di circolazione legittima dei dati ed evitarne l’ipertrofia indiscriminata, razionalizzandone l’acquisizione (da limitare alle sole informazioni fiscalmente rilevanti), assicurando anche garanzie di sicurezza adeguate e stringenti presupposti, soggettivi e oggettivi, di accesso per evitare esfiltrazioni indebite dei dati.Le indicazioni del Garante sono state, complessivamente, seguite in sede di redazione della delega fiscale e, quindi, di esercizio delle relative deleghe legislative[9].Se, infatti, comprensibilmente, i criteri direttivi del d.lgs. n. 13/2024 individuano come obiettivi, anche per ridurre il tax gap, la piena utilizzazione dei dati nella disponibilità dell’Agenzia anche mediante interoperabilità (art. 2, comma 3), il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale (art. 1),è comunque espressamente previsto il vincolo di conformità di tali attività alla disciplina di protezione dati (art. 2, comma 1, lett. a).Questo comporta, in primo luogo, una congrua selezione del patrimonio informativo, sulla base appunto dei principi di proporzionalità, minimizzazione, esattezza, limitazione della finalità e della conservazione, sicurezza, trasparenza, di cui all’art. 5 GDPR.In secondo luogo, va registrata positivamente l’esclusione dal novero delle informazioni acquisibili dall’amministrazione quelle contenute nelle banche dati di polizia o degli uffici giudiziari, o consentendone l’uso da parte della Guardia di finanza, ma con le garanzie speciali previste, per questa particolare categoria di dati, dal relativo plesso normativo applicabile (d.lgs. n. 51 del 2018 di recepimento della cd. “direttiva” polizia). Semplificando, i dati giudiziari per l’analisi tramite machine learning e intelligenza artificiale potranno essere utilizzati nel rispetto delle garanzie rafforzate previste a livello europeo.Rispetto alla limitazione dell’esercizio dei diritti degli interessati, fondamentale l’esclusione, dal novero dei diritti suscettibili di limitazione, del diritto di rettifica, nella consapevolezza della sua utilità per la stessa esattezza delle informazioni trattate e, quindi, della corretta rappresentazione del rischio fiscale dell’interessato.Il nodo del web scraping ai fini dell’analisi del rischio fiscaleIndubbiamente il nodo più complesso da sciogliere in relazione alla riforma ha riguardato la possibilità di utilizzo, da parte dell’Agenzia delle entrate, di informazioni “pubblicamente disponibili” ai fini dell’analisi del rischio fiscale.In sede di parere (reso l’11 gennaio 2024) il Garante ha chiesto – e ottenuto – di espungere il riferimento a queste informazioni non meglio individuate, in quanto prive dei necessari requisiti di esattezza – non potendosi quindi ritenere affidabili, né aggiornati e pertanto suscettibili di violare il principio di qualità del dato – e raccolte per fini diversi da quelli per le quali esse vengono rese disponibili[10]. La norma, nella sua generalità, legittimava infatti ipotesi molto diverse tra loro, non tutte compatibili con la disciplina di protezione dati e con lo stesso Ai Act.Se, infatti, l’uso di fonti aperte qualificate (ad esempio la sezione “amministrazione trasparente” di molti siti di pp.aa.) non presenta particolari criticità in quanto riguarda informazioni complessivamente attendibili e previamente vagliate, in particolare da organi pubblici, maggiori perplessità suscita l’uso (che, appunto, la dizione normativa poteva comprendere) di dati “rastrellati” dal web. La norma sembrava, in altri termini, legittimare quel web scraping (il “socialometro”) cui, pure, la c.d. Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) del 2022 accennava come possibile tecnica di analisi del rischio fiscale, in particolare per i casi di sotto-fatturazione delle partite Iva.Ciò che va scongiurato è la possibilità di fondare analisi di rischio fiscale propedeutiche a veri e propri accertamenti su dati del tutto inattendibili. Se addestrato su dati anche soltanto parzialmente inesatti, infatti, l’algoritmo restituirà risultati errati in proporzione geometrica, con bias che dalla base informativa si propagano lungo tutto l’arco della decisione algoritmica. Rischierebbe, insomma, di emergere non il sommerso ma il falso, con effetti distorsivi (in proporzione geometrica) sulla corretta rappresentazione della capacità fiscale dei contribuenti.Web scraping, cosa dicono Gdpr e Ai ActNon a caso, il requisito di qualità dei dati è richiesto, oltre che dal GDPR (art. 5, p. 1, lett. d), anche dall’Ai Act, nella consapevolezza dell’importanza di allenare gli algoritmi (soprattutto se utilizzati a fini accertativi) su informazioni attendibili, complete, sufficientemente rappresentative (Cons. 38, 44, artt. 10, 13). L’utilizzo dei dati acquisiti dal web dovrebbe essere reso possibile soltanto dopo una loro adeguata verifica di attendibilità e garantendo l’esercizio dei diritti (alla spiegazione della decisione algoritmica, alla sua contestazione e a ottenere l’intervento umano) sanciti dall’art. 22 GDPR rispetto al processo decisionale automatizzato. Tali previsioni si conformerebbero, oltretutto, ai principi di “legalità algoritmica”: conoscibilità dello strumento informatico utilizzato, comprensibilità del modulo decisorio, non esclusività della decisione automatizzata.Per evitare di incorrere nella violazione del principio di proporzionalità, l’acquisizione dei dati dal web dovrebbe avvenire in maniera mirata, per corroborare con riscontri estrinseci l’anomalia desunta, sulla base di fonti informative qualificate, da uno scostamento significativo tra capacità patrimoniale dichiarata e tenore di vita. I social contengono, oggi, intere biografie: non può pensarsi di rastrellarli integralmente per tutta la popolazione italiana con una sorta di pesca a strascico, ma semmai di acquisire alcuni, selezionati contenuti ove emerga l’esigenza di un riscontro sull’effettivo tenore di vita (o, meglio, sul tenore di vita sommerso che si auspica possa emergere dai social). Tali accorgimenti, lungi dal depotenziare l’efficacia dell’azione di contrasto dell’evasione, potrebbero invece promuoverla, correggendo potenziali errori o distorsioni nel processo decisionale automatizzato. Ma soprattutto, queste cautele potrebbero conferire alle politiche fiscali, anche nella percezione dei cittadini, quella più forte legittimazione che una combinazione equa di tecnologia e “fattore umano” può assicurare all’azione amministrativa, perché si avvalga dell’innovazione senza, tuttavia, indebolire le garanzie individuali.Accertamento fiscale e Ai ActUna disciplina efficace dell’intelligenza artificiale in ambito tributario dovrà trovare un equilibrio adeguato tra le esigenze pubbliche di contrasto ai fenomeni evasivi/elusivi e la tutela dei diritti fondamentali dei contribuenti, inclusi il diritto alla protezione dei dati personali, al contraddittorio e al giusto procedimento.È emerso che non bisogna inevitabilmente compromettere la protezione dei dati personali per combattere l’evasione/elusione fiscale. Al contrario, se l’azione amministrativa opera in combinato con i principi di protezione dei dati personali, risulterà non solo rispettosa dei diritti del contribuente, ma anche più efficace.In questo contesto, l’Ai Act lascia sorprendentemente un vuoto in termini di tutela specifica per i cittadini europei. Infatti, l’Ai Act non proibisce né classifica come “ad alto rischio” l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per scopi di giustizia tributaria predittiva o per la determinazione dell’affidabilità fiscale di un individuo, né per la stima del rischio di commissione di illeciti tributari. Analizzando il punto 6 dell’Allegato III del Regolamento, si potrebbe ritenere che l’uso di questi sistemi rientri tra quelli “ad alto rischio”, in quanto assimilabili a “sistemi di i.a. destinati a essere utilizzati dalle autorità di contrasto o per loro conto, oppure da istituzioni, organi e organismi dell’Unione a sostegno delle autorità di contrasto, come poligrafi e strumenti analoghi”. Tuttavia, il considerando n. 59 dell’Ai Act specifica diversamente che: «I sistemi di IA specificamente destinati a essere utilizzati per procedimenti amministrativi dalle autorità fiscali e doganali, come pure dalle unità di informazione finanziaria che svolgono compiti amministrativi di analisi delle informazioni conformemente al diritto dell’Unione in materia di antiriciclaggio, non dovrebbero essere classificati come sistemi di i.a. ad alto rischio utilizzati dalle autorità di contrasto a fini di prevenzione, accertamento, indagine e perseguimento di reati».In altre parole, mentre l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per attività di cd. law enforcement è accompagnato da importanti tutele, queste non si applicano al settore fiscale, poiché detti sistemi utilizzati in questo contesto non sono considerati “ad alto rischio”. Di conseguenza, nell’ambito fiscale non troveranno applicazione, ad esempio, le garanzie relative all’addestramento, il test e la convalida dei sistemi di intelligenza artificiale per prevenire inesattezze, lacune, errori e bias, evitando così il ripetersi di effetti discriminatori o distorsivi, particolarmente problematici in questo contesto perché capaci di determinare false rappresentazioni della capacità contributiva del cittadino.Ancora, ai sensi dell’Ai Act, non sarà obbligatorio garantire una supervisione umana sul funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale in ambito fiscale, legittimando così l’adozione di decisioni interamente automatiche senza l’intervento di addetti competenti ed esperti dei rischi e dei limiti intrinseci di queste tecnologie. Il Garante conserva pertanto, in un siffatto contesto, un ruolo cruciale di vigilanza, considerando che, a fronte dell’assenza nell’Ai Act di norme specifiche sull’attività fiscale, i trattamenti di dati personali in quest’ambito, svolti con il ricorso all’intelligenza artificiale, sono interamente soggetti alla disciplina di protezione dati (e al conseguente controllo dell’Autorità), con le garanzie che essa prevede, per il singolo e per la correttezza dell’azione amministrativa al tempo stesso.__Note[1] Cfr. sul tema: F. Farri, Digitalizzazione dell’amministrazione finanziaria e diritti del contribuente, in Riv. dir. trib., 2020, n. 5, 115 ss.; G. Pitruzzella, Dati fiscali e diritti fondamentali, in Dir. prat. trib. int., 2022, n. 2, 666; G. Consolo, Sul trattamento dei dati personali nell’ambito delle nuove procedure automatizzate per il contrato all’evasione fiscale, in A. Contrino, E. Marello, La digitalizzazione dell’amministrazione finanziaria tra contrasto all’evasione e tutela dei diritti del contribuente, vol. II, Milano, 2023, 179 ss.[2] Cfr. G. Palumbo, Fisco e privacy. Il difficile equilibrio tra lotta all’evasione e tutela dei dati personali, Pisa, 2021.[3] Su i.a. e fisco cfr. R. Cordeiro Guerra, L’intelligenza artificiale nel prisma del diritto tributario, in Dir. prat. trib., 2020, n. 3, 921; S. Dorigo, L’intelligenza artificiale e i suoi usi pratici nel diritto tributario: Amministrazione finanziaria e giudici, in R. Cordeiro Guerra, S. Dorigo, Fiscalità dell’economia digitale, Pisa, 2022, 199 ss.; C. Francioso, Intelligenza artificiale nell’istruttoria e nuove esigenze di tutela, in Rass. trib., 2023, n. 1, 47 ss.; F. Paparella, Procedimento tributario, algoritmi e intelligenza artificiale: potenzialità e rischi della rivoluzione digitale, in A. Contrino, E. Marello, La digitalizzazione dell’amministrazione finanziaria tra contrasto all’evasione e tutela dei diritti del contribuente, vol. II, Milano, 2023, 3 ss.[4] In informatica si usa l’espressione garbage in – garbage out (cioè, letteralmente, “spazzatura dentro, spazzatura fuori”), a sottolineare che se i sistemi di intelligenza artificiale sono allenati con dati non esatti o in generale di scarsa qualità (garbage in) l’algoritmo che li elabora produrrà, a sua volta, risultati errati (garbage out); cfr. G. D’Acquisto, Qualità dei dati e intelligenza artificiale: intelligenza dai dati e intelligenza dei dati, in F. Pizzetti, Intelligenza artificiale, protezione dei dati personali e regolazione, Torino, 2018, 285.[5] Parere sul provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate recante “Disposizioni di attuazione dell’articolo 11, comma 4, del DL 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni. Analisi del rischio di evasione. Estensione all’anno 2014-2015 della sperimentazione della procedura di selezione basata sull’utilizzo delle informazioni comunicate all’Archivio dei rapporti finanziari” – 14 marzo 2019, n. 58 del 14 marzo 2019, doc. web n. 9106329.[6] Sulla profilazione in ambito tributario, cfr. M. Pontillo, Algoritmi fiscali tra efficienza e discriminazione, in Riv. trim. dir. trib., 2023, n. 3, 649 ss.; D. Conte, Digitalizzazione, Data protection e tecniche di profilazione nell’attività di accertamento tributario: quali diritti per i contribuenti?, in La digitalizzazione dell’amministrazione finanziaria tra contrasto all’evasione e tutela dei diritti del contribuente, cit., 133 ss.[7] Parere sullo schema di decreto attuativo dell’art. 1, comma 683, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, n. 453 del 22 dicembre 2021, doc. web n. 9738520.[8] Cfr. parere reso dal Garante sulla valutazione di impatto sulla protezione dei dati relativa al trattamento posto in essere nell’ambito dell’analisi dei rischi e dei fenomeni evasivi/elusivi tramite l’utilizzo dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti finanziari e l’incrocio degli stessi con le altre banche dati di cui dispone l’agenzia (cfr. provvedimento n. 276 del 30 luglio 2022 – doc. web n. 9808839).[9] Sulla riforma fiscale del 2024, cfr. M.G. Ortoleva, L’intelligenza artificiale nell’analisi del rischio fiscale tra auspicata efficienza e tutela dei diritti dei contribuenti, in Dir. prat. trib. inter., 2024, n. 4, 1136 ss.[10] Cfr. Parere del Garante su uno schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale doc. web n. 9978230: “alcune disposizioni andrebbero modificate per assicurare maggiore garanzie nei trattamenti di dati personali previsti ed altre potrebbero essere ulteriormente perfezionate, segnatamente al fine di fugare possibili dubbi interpretativi. In tale prospettiva, sotto il primo profilo, all’articolo 2, comma 3, andrebbero espunte le informazioni “pubblicamente disponibili” dal novero di quelle suscettibili di utilizzo, da parte dell’Agenzia delle entrate, mediante interconnessione con altre, in quanto prive dei necessari requisiti di affidabilità e raccolte per finalità diverse da quelle sottese al trattamento considerato”. Tra le altre condizioni, si è richiesto di “1) sopprimere, al comma 3 dell’articolo 2, le seguenti parole: “ovvero pubblicamente disponibili””. In effetti, nell’art. 2 del d.lgs. n. 13/2024 risulta ancora il riferimento ai dati personali “pubblicamente disponibili”, ma soltanto nel comma 1 concernente le definizioni; nel comma 3 tale riferimento non c’è. Essendo un riferimento contenuto soltanto nelle definizioni, ma poi espunto al comma 3, sembra privo di risvolti applicativi.

maestravera.it

Warning: Constant WP_POST_REVISIONS already defined in /home/mhd-01/www.maestravera.it/htdocs/wp-config.php on line 82Warning: Constant DISALLOW_FILE_EDIT already defined in /home/mhd-01/www.maestravera.it/htdocs/wp-config.php on line 82maestravera.ithttps://www.maestravera.it
Materiale didattico per la scuola primariaSat, 18 Mar 2023 11:31:19 +0000it-IT
hourly
1 https://wordpress.org/?v=6.1.7https://www.maestravera.it/wp-content/uploads/2019/04/cropped-MaestraVera-32×32.jpegmaestravera.ithttps://www.maestravera.it
3232Sistemi o Apparati? Differenza e classificazionehttps://www.maestravera.it/sistemi-apparati-corpo-umano/

Mon, 21 Sep 2020 15:43:15 +0000https://www.maestravera.it/?p=624Spesso parliamo di sistemi e di apparati come se fossero sinonimi, invece c’è una differenza tra i due termini che è bene chiarire presto ai ragazzi prima di iniziare ad affrontare i vari sistemi e apparati che formano il corpo umano. Ogni essere vivente è costituito da semplici unità viventi chiamate cellule. Gli organismi pluricellulari, […]L’articolo Sistemi o Apparati? Differenza e classificazione proviene da maestravera.it.
]] >
Spesso parliamo di sistemi e di apparati come se fossero sinonimi, invece c’è una differenza tra i due termini che è bene chiarire presto ai ragazzi prima di iniziare ad affrontare i vari sistemi e apparati che formano il corpo umano.

Ogni essere vivente è costituito da semplici unità viventi chiamate cellule. Gli organismi pluricellulari, come l’uomo, sono formati da cellule specializzate ovvero da cellule che svolgono una specifica funzione.

In quarta avevamo già affrontato la cellula animale e vegetale, pertanto abbiamo potuto ripassarla e fare il passo successivo, ovvero chiarire che più cellule dello stesso tipo si uniscono e insieme formano i tessuti.

Nel corpo umano incontriamo varie tipologie di tessuti:

muscolareepitelialeosseonervoso…Per facilitare l’acquisizione della classificazione dei tessuti umani, ho fornito ai ragazzi questo schema riassuntivo.

Schema sui tessuti umaniIl passo successivo è stato comprendere che il corpo umano non è però fatto solo da tessuti e per i ragazzi è stato abbastanza evidente rispondere che è composto da ORGANI. Ne hanno citati molti.

A questo punto ho spiegato che i tessuti che si uniscono per svolgere una funzione specifica formano un organo:

cervellocuorestomaco…Compreso il meccanismo degli incastri, hanno intuito che nella distinzione tra apparato e sistema dovevano necessariamente essere coinvolti gli organi.

Hanno riflettuto sugli apparati che conoscono e li hanno cercati sul libro di testo, semplicemente sfogliando le pagine.

A questo punto è risultato evidente che più organi che contribuiscono a svolgere una funzione più complessa formano un apparato o un sistema, ma qual è la differenza?

La differenza è molto semplice:

Organi diversi che collaborano per uno scopo comune (è il caso dello stomaco e dell’intestino nell’apparato digerente), costituiscono un APPARATO.

Organi simili (come quelli del sistema nervoso), formati cioè da tessuti dello stesso tipo, costituiscono un SISTEMA.

Compresa la differenza tra APPARATI e SISTEMI li abbiamo classificati:

Sistemi

Sono sistemi:

Il sistema scheletrico: formato da cartilagini, ossa e articolazioni.Il sistema muscolare: costituito da muscoli volontari e involontari.Il sistema nervoso: formato da cellule chiamate NEURONIApparati

Sono apparati:

L’apparato digerente: formato da numerosi organi e alcune ghiandole.L’apparato respiratorio: formato dalle vie aeree superiori e inferiori.L’apparato circolatorio: costituito da cuore , vasi sanguigni e vasi linfatici.L’apparato escretore: costituito da reni e vie urinarie.L’apparato tegumentario: costituito da pelle , peli, capelli, unghie, ghiandole sudoripare e sebacee.L’apparato riproduttore: differente tra maschio e femmina.Sul quaderno abbiamo registrato la differenza tra sistemi e apparati e abbiamo iniziato a conoscere quali sistemi e apparati costituiscono il corpo umano.

Per ciascuno abbiamo fatto una piccola rappresentazione. Di seguito riporto un’immagine di riferimento.

Sistemi e ApparatiSe avete bisogno di uno schema chiaro per gli alunni DSA, vi suggerisco di visualizzare quello di Mappe per la Scuola.
L’articolo Sistemi o Apparati? Differenza e classificazione proviene da maestravera.it.
]] >Frazioni proprie, improprie apparenti, equivalentihttps://www.maestravera.it/frazioni-proprie-improprie-apparenti-equivalenti/

Wed, 18 Mar 2020 21:27:33 +0000https://www.maestravera.it/?p=538Lezione di matematica sulle frazioni proprie, improprie, apparenti, complementari e equivalenti. Definizioni, videolezione, schede e appunti.
L’articolo Frazioni proprie, improprie apparenti, equivalenti proviene da maestravera.it.
]] >Per fare un veloce ripasso delle frazioni per la mia quinta ho realizzato un video che riassume i concetti di frazione:

Propria e impropriaComplementareEquivalenteApparentePer rivedere il concetto di frazione, unità frazionaria e intero in questa pagina trovate dei materiali.

Ecco il video:

[embedded content]
Trovo che i mattoncini Lego siano stupendi per rappresentare le frazioni.

La conoscenza per i bambini passa attraverso le mani e maneggiare concretamente i concetti permette loro di interiorizzarli molto più facilmente. I mattoncini oltretutto piacciono molto ai ragazzi, per questo ho chiesto ai ragazzi di esercitarsi nel rappresentare le frazioni utilizzando le frazioni. In questo modo:

Frazione propria:

Indica UNA PARTE dell’intero.

Il numeratore è minore del denominatore e maggiore di ZERO.

Frazione impropria

Indica una quantità maggiore di un intero.

Il numeratore è maggiore del denominatore, ma non è un suo multiplo.

Frazione apparente

Indicano una quantità pari o multipla dell’intero.

Hanno il numeratore uguale o multiplo del denominatore.

QUi un’esercitazione sulle frazioni proprie, improprie e apparenti.

Frazioni equivalenti

Moltiplicando o dividendo il numeratore e il denominatore per lo stesso numero, si ottiene una frazione equivalente alla frazione data.

Per farlo si deve DIVIDERE il numeratore e il DENOMINATORE per un divisore comune.

2/6

Le frazioni equivalenti ci permettono di introdurre anche la semplificazione della frazione, poiché semplificare una frazione significa trasformarla in un’altra equivalente ma con termini minori.

la semplifico:

2 : 2 = 1

6 : 2 = 3

1/3

Frazioni complementari

Qui una scheda sulle frazioni complementari.
L’articolo Frazioni proprie, improprie apparenti, equivalenti proviene da maestravera.it.
]] >Frazioni: termini e unità frazionariahttps://www.maestravera.it/termini-frazione-unita-frazionaria/

Wed, 18 Mar 2020 16:00:36 +0000https://www.maestravera.it/?p=522Lezione di matematica per la scuola primaria sulle frazioni: concetto di frazione, intero, termini della frazione e unità frazionaria. Spiegazione e schede
L’articolo Frazioni: termini e unità frazionaria proviene da maestravera.it.
]] >Il primo passo nel mondo delle frazioni riguarda l’acquisizione chiara del concetto di INTERO e del suo CONTRARIO (non intero), prerequisito fondamentale per la comprensione dei termini della frazione e dell’unità frazionaria.

Un’attività molto semplice che non prevede preparazioni complesse è la piegatura di alcuni fogli di carta, vanno benissimo anche fogli di riciclo.

Si prende un foglio e lo si piega prima in due parti, poi in quattro, poi in otto, poi in sedici parti…

Si ragiona con i bambini sul fatto che il foglio costituisce un intero, perché è un foglio, ma lo abbiamo diviso in 2 parti UGUALI, o in 4 parti UGUALI, o in 8 e così via…

Io ho proposto anche piegature non uguali per permettere di capire la differenza tra la frazione e la non frazione.

Abbiamo raggruppato i fogli divisi in parti uguali in una scatola e i fogli divisi in parti diverse tra loro li abbiamo messi in un’altra scatola.

A questo punto ho introdotto la definizione di frazione ed ho spiegato che:

Parliamo di FRAZIONE quando un intero (un oggetto o una figura) è diviso in parti perfettamente uguali, infatti, quelle parti se sovrapposte coincidono.

Ora che abbiamo compreso in cosa consiste una frazione abbiamo attaccato sulla scatola dei fogli frazionati il cartellino FRAZIONI, mentre sull’altra scatola abbiamo scritto NON FRAZIONI.

Ciascuno ha poi piegato un foglio a proprio piacimento e lo ha riposto in un sacchetto. A turno i bambini hanno pescato dal sacchetto un foglio piegato e lo hanno riposto nella scatola adatta, a seconda che fosse o NON fosse una frazione.

Al termine di questa attività è stato possibile introdurre il termine “frazionare“, che significa dividere in parti uguali e non semplicemente dividere.

Unità Frazionaria e termini della frazione

Il passo successivo è avvicinare i bambini al concetto di unità frazionaria e ai termini della frazione.

Riprendiamo i nostri fogli divisi in parti uguali e per ciascun “pezzettino” comprendiamo quanto vale.

Conoscere e fare proprio il linguaggio delle frazioni è molto importante. Nella vita di tutti i giorni ai bambini sarà capitato di sentir parlare di “una bottiglia da tre quarti”, di “un quarto d’ora”, di “un terzo di strada”, ecc.

I bambini potranno capire che quelle espressioni si riferiscono a qualcosa di concreto e ne comprenderanno il significato.

Dobbiamo spiegare ai bambini che le frazioni si scrivono in un modo un po’ speciale. Le vedranno scritte come due numeri separati da una linea. Un numero sopra, una linea e un altro numero sotto, ovvero il numeratore che indica quante parti uguali consideriamo, mentre il denominatore indica in quante parti uguali è stato diviso il nostro intero.

Per spiegare meglio i termini della frazione e l’unità frazionaria, abbiamo rappresentato sul quaderno il Tricolore. Abbiamo disegnato un rettangolo diviso in 3 parti uguali e abbiamo colorato le singole parti con i colori della bandiera italiana e su ciascuna parte abbiamo scritto la frazione corrispondente:

È importante indicare ai bambini che ciascuna parte si può leggere UN TERZO o UNO FRATTO TRE, poiché la linea di frazione si legge fratto ed esprime una divisione.

È importante sottolineare che ciascuna parte dell’intero frazionato si chiama unità frazionaria.

A questo punto abbiamo provato ad utilizzare la terminologia specifica riflettendo sui colori della bandiera,che rappresentano le singole parti, mentre la bandiera corrisponde all’INTERO:

La parte VERDE corrisponde a UN TERZO della bandiera (intero).La parte BIANCA corrisponde a UN TERZO della bandiera (intero).La parte ROSSA corrisponde a UN TERZO della bandiera (intero).Il passo successivo è stato sommare le singole parti:

La parte verde e la parte bianca INSIEME costituiscono i DUE TERZI della bandiera.La parte rossa e la parte bianca INSIEME costituiscono i DUE TERZI della bandiera…Alla fine abbiamo concluso che tutte le parti colorate rappresentano TUTTA la bandiera, cioè l’INTERO.

Sul quaderno abbiamo registrato i termini della frazione in questo modo:

Per rinforzare l’acquisizione della terminologia ho proposto questa scheda Gianni e le frazioni tratta dalla guida di Gaia Edizioni “Laboratorio di matematica per lo sviluppo, il recupero e il potenziamento degli apprendimenti – II livello”.

Un’attività che piace molto ai bambini, che possono fare a casa come come compito, ma anche a scuola, per imparare in modo divertente, consiste nel rappresentare le frazioni con i mattoncini lego. Potranno manipolare i pezzetti, assemblarli per comporre un intero, frazionarli nelle singole parti, trovare, più avanti, frazioni equivalenti, complementari…

Potete proporre una frazione e chiedere loro di rappresentarla con i mattoncini, in questo modo:

L’articolo Frazioni: termini e unità frazionaria proviene da maestravera.it.
]] >Compito di realtà in cucinahttps://www.maestravera.it/compito-di-realta-equivalenze/

Mon, 16 Mar 2020 21:46:26 +0000https://www.maestravera.it/?p=509Compito di realtà per la classe quinta della scuola primaria: ricetta con quantità da trasformare in grammi e calcolo di quantità.
L’articolo Compito di realtà in cucina proviene da maestravera.it.
]] >Equivalenze

In questi giorni di didattica a distanza stiamo ripassando le equivalenze e per mantenere viva l’attenzione ho pensato di proporre un compito di realtà alla mia classe quinta.

Ho dato ai ragazzi della mia quinta una ricetta per preparare 12 muffin ed ho chiesto loro di:

eseguire le equivalenze per trasformare tutti gli ingredienti in grammifare i calcoli per ricavare gli ingredienti necessari per preparare 7, 26, 45 e 2 muffin.Per i calcoli più difficili ho consentito l’uso della calcolatrice.

Ingredienti, equivalenze e calcoli devono essere trascritti sul quaderno.

Terminata la parte matematica ho chiesto ai ragazzi di scegliere quanti muffin preparare, di munirsi di bilancia e grembiule e preparare i muffin. Se fossimo stati a scuola me ne sarei fatta portare uno il giorno successivo. Siamo a casa e mi accontento di una foto.

Ecco la ricetta. QUI trovate il pdf da dare ai ragazzi.

INGREDIENTI

cacao amaro in polvere 70 g 

zucchero 3 hg 

latte intero a temperatura ambiente 0,18 kg 

bicarbonato 0,02 hg 

farina 3000 dg 

burro a temperatura ambiente 15000 cg 

uova a temperatura ambiente 0,220 kg 

lievito in polvere 0,6 dag

PROCEDIMENTO

(TESTO REGOLATIVO)

Per preparare i muffin al cioccolato cominciate versando nella tazza della planetaria il burro a pomata (cioè molto morbido) e lo zucchero. Azionate la frusta e lasciate mescolare per qualche minuto, fin quando non sarà diventato una crema morbida. Se non avete la planetaria potrete utilizzare le fruste elettriche oppure quella a mano. Poi unite le uova a temperatura ambiente e leggermente sbattute un po’ alla volta.

In questo modo il composto si amalgamerà alla perfezione, diventando una massa morbida ed omogenea. Nel frattempo sistemate un setaccio in un recipiente e versate la farina ed il cacao.

Poi il lievito per dolci ed il bicarbonato e setacciate. Un cucchiaio alla volta, inserite le polveri fin quando non saranno completamente assorbite.

L’impasto a questo punto sarà molto consistente quindi allegeritelo aggiungendo il latte a filo, sempre a temperatura ambiente. Sminuzzate il cioccolato al coltello, ottenendo dei pezzettini grandi circa 0,5 mm e aggiungeteli al composto.

Mescolate accuratamente con una spatola per inglobare il tutto e trasferite poi in un sac-à-poche senza bocchetta. Sistemate i pirottini in una leccarda da muffin e spremete circa 100 grammi di impasto così da ottenere 12 tortine.

Cuocete in forno preriscaldato ed in modalità statica a 180° per 28-30 minuti, facendo la prova stecchino per verificarne la cottura (per questi muffin si sconsiglia la cottura in forno ventilato poiché diventerebbero troppo asciutti!). Una volta pronti sfornateli e lasciateli raffreddare o se proprio non resistete, gustate i muffin al cioccolato ancora caldissimi.

(Ricetta di GialloZafferano.it)

“Designed by Tamaratorres / Freepik”I ragazzi si sono divertiti e mi hanno mandato foto incredibili dei muffin. Compito di realtà che la mia classe quinta ha molto apprezzato.
L’articolo Compito di realtà in cucina proviene da maestravera.it.
]] >Sistema Scheletricohttps://www.maestravera.it/sistena-scheletrico/

Mon, 16 Mar 2020 16:26:48 +0000https://www.maestravera.it/?p=496Lezione, sul Sistema Scheletrico, con appunti, metodologia e verifica per la classe quinta della scuola primaria.
L’articolo Sistema Scheletrico proviene da maestravera.it.
]] >Il Sistema Scheletrico è stato il primo sistema che abbiamo affrontato.

Lo abbiamo fatto comprendendo che possiamo parlare di sistema poiché tutti i suoi componenti sono ossa.

Non tutte le ossa del corpo hanno la stessa forma ma tutte quante si somigliano poiché sono formate da cellule dello stesso tipo, pertanto possiamo parlare di SISTEMA SCHELETRICO.

Per prima cosa abbiamo osservato il nostro corpo, ciascuno ha provato a percepire le ossa al tatto e abbiamo provato a nominarle. Partendo dalla faccia abbiamo il cranio, la mascella e la madibola. Abbiamo trovato poi la clavicola e la scapola, le ossa delle braccia, le costole, la colonna vertebrale il bacino e le ossa delle gambe.

Le abbiamo nominate osservando il modellino che abbiamo in classe e facendoci aiutare dall’immagine con la relativa nomenclatura presente sul del libro di testo.

credit: Wikipedia Questo lavoro ci ha permesso di capire che:

TUTTE le ossa presenti nel nostro corpo formano lo scheletro.Le ossa possono essere raggruppate e distinte in tre gruppi: ossa del CAPOossa del TRONCO ossa degli ARTIFunzioni del Sistema Scheletrico

Abbiamo poi riflettuto sulle funzioni del sistema scheletrico, partendo da una domanda molto banale: come saremmo se non avessimo le ossa?

Le risposte sono state molto divertenti e hanno rivelato una grandissima immaginazione. Qualcuno ha ricordato un termine già visto in quarta: INVERTEBRATI e ciò ci ha permesso di capire che senza il sistema scheletrico saremmo degli invertebrati.

Lo scheletro, insieme ai muscoli, è ciò che SOSTIENE il nostro corpo e permette il MOVIMENTO.

Subito dopo, ragionandoci un po’, i ragazzi hanno capito che un’altra importante funzione è quella di proteggere alcuni organi vitali, come CUORE, POLMONI e CERVELLO.

Abbiamo così individuato le principali funzioni del sistema scheletrico:

SOSTEGNO del corpoMOVIMENTO (insieme ai muscoli)PROTEZIONE degli organi vitaliAbbiamo aggiunto che il Sistema Scheletrico ha anche le importanti funzioni di:

– PRODURRE cellule del sangue, grazie al midollo spinale che scorre nella colonna vertebrale.

– RISERVA di sali minerali, poiché le ossa sono formate anche da sali minerali.

Questa precisazione ci ha permesso di passare alla seconda domanda:

Da cosa sono formate le ossa?

Struttura delle ossaSul quaderno abbiamo provato a rappresentare la struttura delle ossa, nominando le varie parti.

Ci siamo soffermati, in particolare, sugli OSTEOBLASTI, la cui funzione è stata oggetto di numerose curiosità, perché abbiamo scoperto che permettono l’accrescimento delle ossa.

Gli osteoblasti ricostituiscono continuamente il tessuto osseo, mentre gli osteoclasti lo distruggono. O meglio, rimuovono continuamente il tessuto più vecchio. Quindi il tessuto osseo “più usato” viene rimosso dagli osteoclasti e sostituito da tessuto nuovo di zecca prodotto dagli osteoblasti.

A livello delle estremità delle ossa lunghe (epifisi) è presente, nella fase di crescita dell’individuo, un particolare tipo di cartilagine, chiamata cartilagine di accrescimento che verrà poi sostituita da tessuto osseo. Le ossa, infatti, non restano sempre della stessa dimensione ma crescono con noi.

Lo scheletro di un adulto è formato da 206 ossa ed esse sono formate da acqua, sali minerali e osseina.

A questo punto abbiamo preso delle ossa di pollo e un contenitore contenente dell’aceto. Abbiamo immerso le ossa nell’aceto e le abbiamo lasciate per qualche giorno.

Esperimento osseinaSuggerisco di utilizzare un contenitore con coperchio se non volete avere la classe pervasa dall’odore dell’aceto.

Questa esperienza ci ha permesso di osservare attentamente le ossa e ha stimolato la curiosità dei ragazzi.

Ci ha dato modo di comprendere che le ossa sono sono formate da qualcosa che le rende dure e da qualcosa che le rende morbide.

Prima di immergere le ossa nell’aceto abbiamo provato a spezzarle, senza riuscirci.

Dopo il trattamento con l’aceto siamo riusciti a piegarle e a spezzarle potendo così osservare il tessuto spugnoso.

Abbiamo pertanto dedotto, visto che l’aceto ha sciolto i sali minerali, che l’osseina rende le ossa elastiche ( quel qualcosa di morbido a cui prima non avevamo saputo dare un nome), mentre i sali minerali le rendono dure.

Abbiamo registrato sul quaderno quanto appreso, dopodiché abbiamo creato uno scheletro grandezza naturale, che ci accompagnerà nel viaggio alla scoperta del corpo umano e verrà arricchito, di volta in volta dei vari organi e tessuti.

Lo scheletro murale da stampare ed assemblare lo trovate QUI.

Le ossa e le articolazioni

Comprese le funzioni del Sistema Scheletrico, la composizione delle ossa e la suddivisione delle ossa del corpo, abbiamo operato un’ulteriore classificazione delle ossa distinguendole in:

ossa LUNGHE: ossa degli artiossa CORTE: vertebre, ossa delle mani…ossa PIATTE: ossa del cranio, del bacino…Abbiamo poi compreso che le ossa solo tra loro collegate e unite.

Sono collegate tra loro dalle articolazioni che possono essere mobili (come quelle del ginocchio o delle spalle che ci permettono movimenti ampi), semimobili (come le aricolazioni vertebrali che permettono movimenti limitati) o fisse (è il caso delle articolazioni del cranio, le quali non consentono alcun movimento).

Articolazioni e legamentiHo poi spiegato ai ragazzi che le ossa sono unite tra loro da fasci di fibre chiamati LEGAMENTI e ovviamente dai muscoli, i quali rivestono le ossa e contribuiscono a tenerle unite.

Per concludere ho fornito ai ragazzi lo schema riassuntivo di Mappe per la Scuola ed ho chiesto loro di articolare un discorso sul sistema scheletrico, spiegando:

Cos’è il Sistema Scheletrico?Quali sono le funzioni del Sistema Scheletrico?Da cosa è formato?Come sono formate le ossa?Che caratteristiche danno alle ossa l’osseina e i sali minerali?Come possono essere classificate le ossa dello scheletro e che funzioni anno?Cosa sono le articolazioni? Come possono essere?Verifica

QUI potete trovare la verifica sul sistema scheletrico.
L’articolo Sistema Scheletrico proviene da maestravera.it.
]] >Il Sistema Solarehttps://www.maestravera.it/il-sistema-solare/

Sun, 15 Mar 2020 23:12:44 +0000https://www.maestravera.it/?p=461Lezione sul sistema solare pensata per la classe quinta della scuola primaria Completa di video, schede, metodologia e spiegazioni sul sistema solare.
L’articolo Il Sistema Solare proviene da maestravera.it.
]] >Il Sistema Solare è uno dei miei argomenti preferiti del programma di quinta ed è sempre apprezzatissimo anche dai ragazzi. L’universo ha da sempre affascinato gli uomini e le donne di tutti i tempi e vale anche per i nostri ragazzi moderni.

Qualche anno fa con una quinta abbiamo scelto di partecipare all’evento di BergamoScienza e per quell’occasione abbiamo realizzato un laboratorio che ci è piaciuto molto e ci ha dato un sacco di soddisfazioni.

Questa esperienza mi ha permesso di produrre e raccogliere un bel po’ di materiale sul Sistema Solare. Ne raccolgo qui una parte che ho conservato.

Presentazione del Sistema Solare

Per introdurre l’argomento ai ragazzi, ho scritto una storia che vi allego. L’ho intitolata “Con il cielo negli occhi”. Mi piace sempre iniziare nuovi argomenti con dei testi o dei libri e in questo caso scrivere questo breve racconto è stato piacevole anche per me. La trovate QUI!

Per prima cosa ho fornito ai ragazzi una scheda informativa sul Sistema Solare, la potete trovare QUI che hanno letto a gruppi, quindi individualmente sul quaderno hanno lavorato con questa scheda (Scheda sul Sistema Solare).

Abbiamo visto il video di “Paxi e il Sistema Solare” realizzato dall’ESA. Ne trovate anche altri molto belli sul sito ESAkids (ha una sezione dedicata alla didattica).

[embedded content]
Carta d’identità dei pianeti

Quindi ho diviso la classe in 8 gruppi e ciascun gruppo ha approfondito un pianeta ed ha raccolto le informazioni per realizzare la carta d’identità di ciascun pianeta. Le informazioni sono state registrate sia sul quaderno sia su un cartellone.

La carta d’identità del pianeta ha lo scopo di:

Evidenziare gli aspetti ritenuti più importanti per ciascun pianeta Fornire gli indizi fondamentali per poter poi costruire i modelli tridimensionali dei pianeti Abbiamo pertanto inserito:

”DIMENSIONI” e “DISTANZE ” dei pianeti – per riflettere sul concetto che lo spazio è vuoto, ovvero che le dimensioni dei pianeti sono trascurabili rispetto alle distanze che li separano.“COLORE” e “SUPERFICIE” – per poter ricavare le caratteristiche chimiche e fisiche che serviranno per la scelta dei materiali utili alla costruzione dei pianeti.“TEMPERATURA” – perché dal confronto tra i pianeti si dedurrà che la temperatura dipende: dalla vicinanza o lontananza dal Sole dall’ esposizione verso il Sole,dalla presenza o assenza dell’atmosfera.“ATMOSFERA”, le informazioni trovate ci faranno scoprire che può essere:uno scudo protettivo dalle radiazioni solari e dagli asteroidimolto densa a causa dei gas che la compongonoquasi inesistente per la troppa vicinanza al Sole (forte campo gravitazionale).“SATELLITI”, la presenza o l’assenza e la quantità di satelliti che ruotano intorno ad un pianeta, sono dovute alla forza d’attrazione gravitazionale del pianeta stesso e alla sua posizione rispetto al Sole.“CURIOSITA’”, spazio libero per qualsiasi approfondimento.

Carta d’Identità dei PianetiRiduzione in scala dei Pianeti

Un’attività che ha unito scienze e matematica è la riduzione in scala delle dimensioni dei pianeti e delle distanze.

Osservare le dimensioni dei pianeti e della loro distanza dal sole, ci ha permesso di imparare i grandi numeri. Abbiamo visto che l’astronomia è uno di quei campi dove i grandi numeri sono impiegati spessissimo.

Per ridurre i pianeti e le loro distanze abbiamo dovuto utilizzare due scale differenti. In matematica ne abbiamo approfittato per parlare dell’approssimazione e dell’arrotondamento, poiché chiaramente le nostre riduzioni in scala non sono perfette ma approssimative e arrotondate. Devo dire che questo lavoro molto concreto ha aiutato i ragazzi a comprendere il concetto senza troppa fatica.

Grazie a questa riduzione abbiamo realizzato questa riproduzione:

Pianeti in scala realisticaAnche il questo caso ci siamo agganciati alla matematica ed abbiamo affrontato la circonferenza. Per realizzare il cartamodello del sole abbiamo costruito un compasso con gesso e spago. Abbiamo quindi compreso che la circonferenza è 3 volte e un po’ il diametro.

Sul quaderno ci siamo esercitati con il compasso e abbiamo disegnato i pianeti:

Mercurio con un diametro di 0,5 cm, Venere 1,2 cm, la Terra 1,3 cm, Marte 0,7cm, Giove 14 cm, Saturno 12 cm, Urano e Nettuno 5 cm. Prima i ragazzi hanno dovuto calcolare il raggio per aprire il compasso alla giusta ampiezza.

Per la riduzione in scala delle distanze tra i pianeti abbiamo utilizzato una scala differente:

Una volta completi tutti i calcoli ci siamo muniti di un rotolo di carta, di un metro e di cartelli con i nomi dei pianeti e, dopo aver misurato e misurato, abbiamo osservato le distanze dei pianeti.

Ci siamo resi conto che i pianeti terrestri sono molto vicini tra di loro, mentre i pianeti gioviani sono molto distanti sia rispetto al Sole, sia tra di loro. Abbiamo anche osservato che tra Marte e Giove c’è uno spazio molto grande ed abbiamo ipotizzato che lì potesse anche starci un pianeta, infatti, documentandoci abbiamo scoperto che gli scienziati credono che la cintura asteroidale sia un pianeta che non è riuscito a formarsi. Probabilmente a causa delle forze contrapposte esercitate dal Sole e da Giove.

Riproduzione dei pianeti

I ragazzi, nei rispettivi gruppi, hanno realizzato i pianeti. La scala per la riproduzione dei pianeti l’ho fornita io:

RIPRODUZIONE DEI PIANETI IN SCALAChi sceglierà di cimentarsi in questa attività non potrà esimersi dal ricercare informazioni in merito a COLORE” e “SUPERFICIE”, per poter ricavare le caratteristiche chimiche e fisiche che serviranno per la scelta dei materiali per la realizzazione del modellino.

A questo punto direi che se 

Diametri dei pianeti (1 m = 139.640 Km) per avere una scala coerente

Pianeti e diametri in cm per i modellini

Mercurio 3.5 cm

Venere 8.5 cm

Terra 9 cm

Marte 5 cm

Giove 100 cm

Saturno 83 cm

Urano 36 cm

Nettuno 35 cm

Per i Pianeti terrestri consiglio materiali duri, che richiamino la natura rocciosa di tali corpi.

Materiali suggeriti:

– palline di polistirolo di 3,5; 5; 9 centimetri 

– cartapesta per il rivestimento esterno.

Per Giove, come per gli altri Pianeti giganti, suggerisco materiali morbidi per riflettere la natura gassosa di questi corpi.

Materiali suggeriti:

palloni o simili del diametro di 95, 80 e 30 centimetri circaovatta sintetica per il rivestimento esterno.Per la coloritura i pianeti rocciosi possono essere colorati con le tempere, mentre quelli gassosi devono essere colorati con le bombolette.

Abbiamo riprodotto il Sistema Solare in diversi modi, anche utilizzando il cibo… ed è stato molto divertente!

Sistema Solare in cucinaIn questo video potete vedere un riassunto del lavoro fatto.

[embedded content]
Per concludere abbiamo parlato dei movimenti della Terra attorno al Sole e su se stessa.

Rotazione e rivoluzione dei pianeti

I ragazzi si sono avvicinati ai concetti di rotazione e di rivoluzione attraverso delle esperienze pratiche. Nel cortile della scuola abbiamo tracciato le orbite dei pianeti e i ragazzi prendendo il posto dei pianeti hanno rivoluzionato attorno al sole, rendendosi in questo modo conto che i pianeti gassosi, essendo più lontani hanno molta più strada da percorrere per fare un giro completo intorno al sole, mentre i pianeti terrestri hanno un’orbita molto più piccola, pertanto hanno meno strada da fare per compiere una rivoluzione completa attorno al sole.

Questa attività ci ha permesso di comprendere il motivo dell’alternarsi del giorno e della notte (rotazione) e delle stagioni (rivoluzione). Per chiarire meglio le idee ai ragazzi, ho fornito loro questa scheda sugli equinozi:

La luna e le fasi lunari

Come ultimo capitolo del Sistema Solare, abbiamo affrontato la Luna, il satellite della Terra.

Abbiamo visto il video di Paxi sulla Luna:

[embedded content]
Abbiamo costruito la “Scatola della luna” con una scatola delle scarpe. Qui potete trovare le istruzioni. Il risultato è davvero incredibile: sembra davvero di avere la luna in una scatola. Qualcuno l’ha realizzata anche a casa.

Abbiamo osservato le fasi lunari anche infilzando con un bastoncino di legno una palla di polistirolo e abbiamo osservato l’ombra del sole su di essa mentre simulavamo una rivoluzione attorno alla Terra.

Abbiamo quindi registrato sul quaderno che la Luna è il satellite della Terra, non ha luce propria, non ha atmosfera, non ha acqua se non sotto forma di ghiaccio ai poli.

Si è formata, probabilmente dalla collisione di un giovane pianeta con la Terra e da questa collisioni ha avuto origine la Luna.

Abbiamo registrato le fasi lunari sul quaderno con questa scheda:

Scheda per registrare le fasi lunari. Le alette, dopo aver tagliato il contorno, si piegano e sulla parte non disegnata si scrive il nome della fase solare corrispondente.Abbiamo anche registrato che la Luna compie tre movimenti:

attorno alla Terra – RIVOLUZIONEsu se stessa – ROTAZIONEattorno al Sole insieme alla Terra – TRASLAZIONEAllego un pdf sul Sole e sulla Luna che abbiamo letto in classe. Lo potete trovare QUI.

Questo laboratorio è stato caratterizzato dal divertimento pertanto non poteva mancare una riproduzione delle fasi lunari utilizzando i biscotti.

In questo video vedete le fasi lunari realizzate da me, ma lo abbiamo fatto anche in classe. I ragazzi hanno apprezzato molto.

[embedded content]
Per concludere allego una scheda di approfondimento e un glossario sul Sistema Solare.

Verifica

QUI una verifica sul Sistema Solare.
L’articolo Il Sistema Solare proviene da maestravera.it.
]] >Apparato Tegumentariohttps://www.maestravera.it/apparato-tegumentario/

Sat, 14 Mar 2020 16:46:19 +0000https://www.maestravera.it/?p=445Lezione di scienze, sull’apparato tegumentario, per la classe quinta della scuola primaria. Appunti e schede per una spiegazione completa.
L’articolo Apparato Tegumentario proviene da maestravera.it.
]] >Come primo argomento del corpo umano, dopo aver affrontato la cellula e la differenza tra tessuti, apparati e sistemi, ho scelto di affrontare la pelle perché è il rivestimento del corpo, la sua custodia. Una sorta di coperta che protegge i tessuti e gli organi che costituiscono il corpo umano.

Prendendo spunto dal libro della Erikson “Scienze facili per la classe quinta”, siamo partiti dall’analisi della parola TEGUMENTO.

I ragazzi non conoscevano il significato di questo termine, pertanto abbiamo ricercato la definizione, che riporto:

tegumento /tegu’mento/ s. m. [dal lat. tegumentum “copertura”]. – (biol.) [rivestimento di un intero organismo, animale o vegetale] ≈ epidermide, Ⓖ pelle, [di organismo vegetale] corteccia, [di organismo vegetale] scorza.Abbiamo così arricchito il nostro vocabolario con una parola nuova, che d’ora in poi utilizzeremo in modo corretto.

A questo punto siamo passati all’osservazione della pelle e alla scoperta degli elementi che la costituiscono.

I ragazzi hanno facilmente individuato i protagonisti dell’apparato tegumentario:

pellepeliunghiecapelliRagionandoci ancora un po’ hanno intuito che mancava ancora qualcosa:

ghiandole sebacee ghiandole sudoripareAbbiamo quindi capito che la pelle è il tessuto che riveste tutto il corpo umano e costituisce l’apparato tegumentario. È l’organo più esteso del corpo umano.

Ha diverse funzioni, tra cui proteggere il corpo, regolarne la temperatura e percepire stimoli termici, dolorifici e pressori (tattili).

La pelle è composta da più strati:

l’epidermide è lo strato esterno protettivo ed è costituita da più strati; il derma permette di percepire il calore e il dolore ed è ricco di vasi sanguigni; l’ipoderma è ricco di grasso corporeo e ha una funzione di isolamento, poiché funge da cuscinetto protettivo per i muscoli.Per semplificare il recupero delle informazioni abbiamo registrato sul quaderno quanto è emerso dalla conversazione .

Ecco gli appunti:

Quindi ho fornito loro questa scheda che ho preparato:

Per approfondire ulteriormente possiamo dare qualche informazione sugli strati dell’epidermide.

Gli strati dell’epidermide

Lo strato corneo è lo strato più superficiale dell’epidermide, è chiamato cute, ed è costituito da molti strati di cellule appiattite e disposte su più strati. Si possono considerare due porzioni: una più profonda e compatta in cui le cellule (corneociti) sono unite tra loro, ed uno superficiale in cui le cellule (dette squame cornee) tendono a staccarsi per desquamazione. La pelle è, infatti, un organo estremamente dinamico, poiché le sue cellule si rinnovano continuamente. Più sotto abbiamo lo strato lucido, che si trova solo nella cute spessa (palmo della mano e pianta dei piedi).Lo stato granuloso è l’ultimo strato di cellule vive.Lo stato spinoso è uno strato spesso, formato da cellule chiamate cheratinociti, che risalgono gradualmente verso la superficie.Lo strato basale è lo strato più profondo dell’epidermide ed è sostenuto da una membrana basale che lo separa dal derma sottostante.Per consolidare questi concetti, abbiamo costruito un supporto visivo utilizzando un modellino di carta della pelle. Per farlo abbiamo utilizzato questo modello trovato in rete:

Qui potete scaricare la versione in bianco e nero.

Curiosità: Perché la pelle degli uomini ha colori differenti?

Nel mondo il colore della pelle umana si distribuisce su una tavolozza dalle dalle molte sfumature e per arrivarci sono servite decine di migliaia di anni. Anche se il colore della pelle è diverso non sono diversi gli antenati. Abbiamo tutti la stessa origine evolutiva.La pelle più scura è vantaggiosa per chi vive nelle regioni molto soleggiate, come quelle attorno all’equatore, mentre quella più chiara è vantaggiosa per chi abita nelle regioni più fredde, meno esposte al sole e più vicine ai poli.Diversi milioni di anni fa, questa distinzione però non esisteva, perché gli ominidi come l’Australopiteco Lucy avevano la pelle ricoperta da peli molto estesi e non erano molto diversi dagli scimpanzé.

Quando l’uomo iniziò a cacciare assumendo un’andatura eretta, si spinse negli spazi aperti e soleggiati della savana. Questo fece in modo che si liberasse dei peli in eccesso. Ciò facilitò la sudorazione e la dispersione del calore.

Se l’intensità dei raggi che ci investono è determinata dalla posizione geografica in cui viviamo, la quantità di raggi che penetra nell’organismo dipende dalla concentrazione di melanina.La melanina è un pigmento marrone scuro che è presente in maggiori quantità nella pelle di chi vive a latitudini tropicali, perché protegge la pelle dai raggi solari, impedendo scottature.

Con il tempo, l’uomo si spostò verso nord e verso sud, muovendosi dall’equatore verso località più vicine ai poli. Ai poli il problema principale non era più contrastare i raggi UV dannosi, ma produrre abbastanza vitamina D, indispensabile per la salute delle ossa, nonostante la poca esposizione solare: bisognava permettere che una certa quantità di raggi solari fosse assorbita dalla pelle (e quindi, occorreva meno melanina, che è un “filtro solare” naturale). Nelle regioni più settentrionali, la pelle è perciò divenuta più chiara.

Grazie a questi meccanismi, diverse popolazioni, a diverse latitudini e in diversi momenti storici hanno sviluppato diversi colori della pelle. Una differenza solo superficiale e nata dalle stesse, universali esigenze di adattamento.

Tratto da: “FocusJunior.it > Scienza > Curiosità scientifiche > Perché abbiamo il colore della pelle diverso?”

Per concludere l’argomento ho fornito lo schema preso dal sito mappe per la scuola ed ho chiesto ai ragazzi di formulare un discorso di qualche minuto sull’apparato tegumentario. Per facilitare il compito ho assegnato alcune “domande guida” per permettere loro di focalizzare i punti salienti da evidenziare:

Cosa significa tegumento?Da quali elementi è costituito l’apparato tegumentario?Quali sono le funzioni della pelle?Da quali strati è costituita la pelle? Quali funzioni svolgono?Queste domande possono essere poi proposte come interrogazione scritta.

L’articolo Apparato Tegumentario proviene da maestravera.it.
]] >Apparato Circolatoriohttps://www.maestravera.it/apparato-circolatorio/

Sat, 14 Mar 2020 13:57:22 +0000https://www.maestravera.it/?p=421Lezione di scienze per la classe quinta della scuola primaria sull’apparato circolatorio
L’articolo Apparato Circolatorio proviene da maestravera.it.
]] >Ho dovuto affrontare l’apparato circolatorio nella mia classe quinta della scuola primaria, nel periodo di sospensione delle attività didattiche, quindi lo abbiamo trattato a distanza per l’emergenza coronavirus.

In classe lo avevamo solo introdotto e non volevo che continuassero a studiarlo solo dal libro, per questo ho preparato una videolezione per arrivare agli alunni nel modo più efficace nonostante la distanza.

L’articolo Apparato Circolatorio proviene da maestravera.it.
]] >“Uno” di Isabella Pagliahttps://www.maestravera.it/letture-per-la-classe-prima-primaria-uno-di-isabella-paglia/

Thu, 18 Apr 2019 20:36:06 +0000https://www.maestravera.it/?p=398“Uno” è un libro per bambini di classe prima, scritto da Isabella Paglia e illustrato da Andrea Scoppetta. Lettura pensata per lettori alle prime armi, è scritto interamente in maiuscolo, presenta numerosi spunti di riflessione perché porta all’attenzione di grandi e piccini il tema della diversità, dell’accettazione dell’altro e del rispetto. Il protagonista è un […]
L’articolo “Uno” di Isabella Paglia proviene da maestravera.it.
]] >“Uno” è un libro per bambini di classe prima, scritto da Isabella Paglia e illustrato da Andrea Scoppetta.

Lettura pensata per lettori alle prime armi, è scritto interamente in maiuscolo, presenta numerosi spunti di riflessione perché porta all’attenzione di grandi e piccini il tema della diversità, dell’accettazione dell’altro e del rispetto.

Il protagonista è un simpatico extraterrestre la cui astronave atterra sulla Terra a causa di un guasto.

Unico sopravvissuto della sua specie, Uno inizia a vivere sulla Terra ma immergersi nella società, giocare coi bambini, farsi accettare, gli risulta estremamente complicato e resta solo per così tanto tempo che non ricorda più il suo vero nome e finisce per chiamare se stesso “Uno”.

Uno veste con abiti sgargianti e fa grossi sorrisi di tutti i colori, senza  però riuscire a fare amicizia, così ogni giorno torna alla sua astronave tutto solo.

Una notte un’altra astronave atterra vicino alla sua e una creatura bizzarra, che dice di chiamarsi “Qualcuno”, bussa alla sua porta chiedendo aiuto.

“Qualcuno” è molto diverso da “Uno” e inizialmente lui ne è spaventato, perciò non lo fa entrare, ma dopo qualche esitazione ripensa al freddo che sente dentro ogni volta che lo evitano ed accoglie Qualcuno nella sua casa.

Da quel momento inizia una bella amicizia tra Uno e Qualcuno, un’amicizia stravagante, colorata, divertente, ma soprattutto contagiosa!

Finalmente anche tutti gli altri comprendono che non è necessario essere uguali per essere amici e nessuno, da quel momento, ha più paura di fare cose diverse.

Isabella Paglia ci presenta la diversità e il cambiamento per quello che è, ovvero un’occasione di crescita e di rinnovamento. La diversità spaventa perché ci costringe a rimetterci in discussione, ma accettare gli altri, accogliendone le diversità come qualcosa di positivo è l’unico mezzo che abbiamo per crescere.

[embedded content]
Lettura consigliatissima!!!
L’articolo “Uno” di Isabella Paglia proviene da maestravera.it.
]] >

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000